
Israele ha deliberatamente inibito la risposta umanitaria a Gaza. Un'indagine rivela colpe e complicità
Con una nota del 28 gennaio scorso, Oxfam Italia ha diffuso i dati di una recente indagine condotta, prima dell’attuale cessate il fuoco provvisorio, da 35 organizzazioni umanitarie impegnate con la popolazione della Striscia di Gaza sotto l’assedio israeliano. L’indagine inchioda Israele alle sue gravi responsabilità a distanza di un anno dalla pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia, che imponeva a Israele la protezione della vita e dei diritti della popolazione civile nella Striscia, a partire dalla garanzia d’accesso degli aiuti umanitari.
Denuncia Oxfam: «Nell’ultimo anno Israele ha sistematicamente limitato la fornitura e distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, nonostante il 26 gennaio 2024 la pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia avesse richiesto di adottare tutte le misure necessarie a tutelare i diritti fondamentali dei civili coinvolti nel conflitto, prevenendo e punendo qualsiasi violazione della Convenzione sul genocidio del 1948».
I dati dell’indagine raccontano il comportamento di Israele dopo la celebre pronuncia del tribunale con sede all’Aia, organismo delle Nazioni Unite: l'89% delle organizzazioni coinvolte nella ricerca sono convinte che «le azioni intraprese da Israele hanno reso più difficile l'ingresso aiuti»; per il 93% di loro, lungo questi 12 mesi, «sono peggiorate le condizioni umanitarie delle persone a cui erano destinate forniture e servizi»; infine, tutte le organizzazioni «hanno denunciato che le procedure adottate da Israele si sono rivelate inefficaci, hanno sistematicamente ostacolato la risposta umanitaria o si sono dimostrate inadeguate a soddisfare le enormi necessità della popolazione».
Secondo l’indagine Israele avrebbe ostacolato in tutti i modi la risposta umanitaria per Gaza, bloccando materiali essenziali per la popolazione – come i teloni anti-freddo, le cucine mobili, i kit per l'igiene, ma anche cibo, acqua potabile, carburante e materiale scolastico – classificandolo come «a doppio uso», ossia utilizzabile anche per scopi bellici. Secondo Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia, Israele «non solo non è intervenuto per migliorare l’accesso umanitario della popolazione ma ha impedito l’ingresso di aiuti salvavita, in spregio al diritto internazionale e alla pronuncia della Corte».
In buona sostanza, afferma Oxfam, Israele avrebbe scientificamente adottato politiche e azioni per smantellare la macchina degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, rendendo impossibili le condizioni di operatività delle organizzazioni (fermi alla frontiera, distruzione di infrastrutture e sedi locali, sfollamento e addirittura uccisione di personale sanitario e umanitario). «Tutto questo poteva essere evitato o fermato molto prima», afferma ancora Pezzati. «Ci sono delle responsabilità precise da parte degli Stati terzi, che sono stati incapaci nell’ultimo anno di prevenire i crimini e le atrocità commesse a Gaza, tra cui il rischio di genocidio. Alcuni Stati continuano inoltre a fornire armi a Israele, tra cui l’Italia, evitando di denunciare le violazioni commesse o non intraprendendo le azioni necessarie per prevenirle».
In chiusura della nota, insieme alle organizzazioni coinvolte, Oxfam lancia un appello a proseguire, dopo il cessate il fuoco, su ben altra strada, e chiede che «da qui in avanti venga garantito l’accesso umanitario alla popolazione senza alcuna restrizione». Chiede inoltre «alla comunità internazionale di intervenire al più presto per fermare le continue violazioni del diritto internazionale compiute, garantendo che Israele sia chiamato a risponderne».
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