
Caso Lucano, finisce la persecuzione giudiziaria contro l’accoglienza.
ROMA-ADISTA. Ieri la Corte di Cassazione, rigettando la richiesta della Procura di Reggio Calabria che pretendeva di riaprire il processo, ha decretato la fine del calvario giudiziario di Mimmo Lucano.
«Il processo a Mimmo, allora sindaco di Riace - commenta l'ong Mediterranea Saving Humans -, è stato un processo politico orchestrato da chi voleva distruggere lui e la straordinaria esperienza di accoglienza e comunità che con tanti altri era stato in grado di costruire nella sua Riace. Dava fastidio Mimmo, a quella destra che vive sullo spargimento di odio contro le persone migranti, e a quella sinistra che l’ha sempre inseguita su questa pericolosa deriva, che ancor oggi avvilisce i principi del rispetto della dignità umana e fa sprofondare il nostro paese, le nostre città, nell’insicurezza della mancanza di diritti per tutti coloro che le abitano.
Riace è un modello alternativo di accoglienza e convivenza che funzionava troppo bene per non spaventare le mafie e gli apparati che si arricchiscono proprio grazie alla mancanza di servizi sociali, di opportunità, di solidarietà comunitaria. Il suo esempio ha fatto il giro del mondo, dimostrando come un approccio diverso alla migrazione fosse possibile, ma quanto fosse anche utile: la trasformazione urbana di un piccolo comune dell’ entroterra calabrese, ha sfidato tutti i sistemi fallimentari e disastrosi consolidati, che producono la “guerra ai poveri e la guerra tra poveri “, tenendo in ostaggio ogni possibile futuro di convivenza e pace nel nostro mediterraneo.
Per questo l’attacco, attraverso un processo farsa che in primo grado aveva condannato Mimmo a tredici anni di galera. Uno di quegli obbrobri giuridici che grazie alla resistenza di Mimmo, di Riace e della sua gente, e’ stato ribaltato nel processo di appello, e oggi definitivamente sepolto come era giusto. Oggi Mimmo Lucano è di nuovo al suo posto, sindaco di Riace, e siede anche al Parlamento Europeo, a combattere anche da quel luogo, la battaglia di tanti e tante per un altro mondo possibile, dove l’umanità possa vivere in pace. Riace, l’idea rivoluzionaria che rappresenta, nasce dopo un naufragio di fratelli e sorelle migranti: per questo ci attribuiamo il privilegio di far parte anche noi, che andiamo incontro con una nave di soccorso a chi è abbandonato nelle acque del mare, alla sua grande comunità. Ci piace immaginare la nostra Mare Jonio, un piccolo rimorchiatore del 1972, come una Riace che naviga tra le onde. Il messaggio di fratellanza, contro l’odio e la guerra, che portano questi “piccoli” sfidando i potenti, e’ grandissimo. Un abbraccio a Mimmo, a tutte e tutti coloro che hanno dovuto subire con lui l’ingiustizia e la criminalizzazione, a tutta Riace».
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