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Legge 185/90 sotto attacco: a rischio il principio fondanti della normativa sul commercio delle armi

Legge 185/90 sotto attacco: a rischio il principio fondanti della normativa sul commercio delle armi

ROMA-ADISTA. Domani le Commissioni Esteri e Difesa della Camera voteranno in via definitiva il ddl di modifica della legge 185/90, la normativa che da 35 anni regolamenta con principi di trasparenza e responsabilità l’export di armamenti italiani. Le associazioni pacifiste, riunite nella mobilitazione promossa dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, denunciano il rischio di uno stravolgimento della legge che ne snaturerebbe il senso originario, vanificando decenni di battaglie per un controllo democratico sul commercio di armi. 

Anche PeaceLink aderisce a questa campagna e ne rilancia con forza l'importanza. «Il complesso industriale-militare sta lottando con tutte le sue forze per prendere il controllo della normativa e occorre reagire - denuncia l'associazione -. La legge 185/90 è nata grazie alla pressione delle associazioni pacifiste e del mondo cattolico, con il sostegno di personalità come padre Ernesto Balducci e don Tonino Bello. Il suo obiettivo era chiaro: impedire che l'Italia vendesse armi a paesi in guerra o responsabili di violazioni dei diritti umani. Il principio fondante della legge è che il commercio di armamenti non può essere considerato un’attività economica come le altre, ma deve essere subordinato a criteri etici e alla politica estera del nostro Paese che dovrebbe conformarsi all'articolo 11 della Costituzione, basato sul ripudiodella guerra come strumento di regolazionedri conflitti. La normativa prevede un controllo parlamentare sull’export di armi, con la presentazione di una relazione annuale, e vieta esplicitamente forniture militari a nazioni coinvolte in guerre o che violano gravemente i diritti umani. Le modifiche in discussione mirano a ridurre i meccanismi di trasparenza, delegando sempre più potere decisionale all’esecutivo e sottraendo al Parlamento il ruolo di controllo. Questo rischia di trasformare l’Italia in un esportatore di armi senza vincoli etici, facilitando affari con paesi coinvolti in conflitti armati, come già avvenuto con la vendita di sistemi militari a nazioni responsabili di bombardamenti indiscriminati su civili. PeaceLink aderisce alla campagna della Rete Italiana Pace e Disarmo e invita cittadini e associazioni a mobilitarsi per fermare questo stravolgimento normativo. Chiediamo che i giornalisti diano visibilità alla campagna. Chiediamo un'azione immediata per sostenere la petizione pubblica per la difesa della legge 185/90, esigere che i parlamentari si oppongano alle modifiche che minano la trasparenza, partecipare alle iniziative di pressione sull'Aula di Montecitorio, dove la votazione finale è prevista a partire da lunedì 17 febbraio. Non possiamo permettere che venga snaturata una delle poche leggi che mettono al centro il ripudio della guerra e il rispetto dei diritti umani».

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