
“Diamo voce alla Russia per la Pace". Un incontro con la dissidente russa Alisa Skopinsteva
Il 22 febbraio, alle ore 11, a Verona presso la Casa per la Nonviolenza (via Spagna, 8), conferenza stampa sul tema: “Diamo voce alla Russia per la Pace. Incontro con Alisa Skopinsteva”.
I movimenti di opposizione e dissenso, per i diritti umani, sono l’espressione di quella società civile russa che ha sempre rifiutato la guerra. Ora che Putin e Trump vogliono spartirsi l’Ucraina, dopo un conflitti armato sanguinoso di tre anni, che ha fatto un milione di morti e incalcolabili danni materiali ed economici, è tempo che la parola torni a chi davvero costruisce la pace. Gli obiettori di coscienza russi e ucraini, i disertori delle due parti, che non hanno voluto partecipare alla guerra fratricida, devono sedere al tavolo del dialogo, per una conferenza internazionale di pace.
Alisa Skopintseva è una giovane attivista e dissidente russa del movimento StopArmy, specializzata in movimenti di dissenso e protesta pacifica nell’Europa orientale. Laureata in Storia all’Università di Mosca, per sette anni ha lavorato al Memorial Internationale (organizzazione indipendente di denuncia dei crimini del regime sovietico), al Centro Sakharov (centro culturale di promozione dei diritti umani), e alla Duma di Stato (assemblea federale della Federazione Russa) per un deputato dell’opposizione. A causa delle sue attività politiche, per evitare una dura repressione, ha dovuto lasciare il Paese e attualmente vive in esilio a Tbilisi (Georgia), dove lavora per le organizzazioni StopArmy e EBCO/BEOC (Ufficio Europeo per l’Obiezione di coscienza) nella raccolta fondi per le organizzazioni per i diritti umani e della società civile russa, costruendo partenariati con istituzioni e associazioni europee a sostegno degli obiettori di coscienza, dei disertori e dei renitenti alla leva russi.
Il movimento StopArmy, in questi tre anni di guerra, ha fornito assistenza legale e sostegno alla tutela dei diritti umani a migliaia di giovani russi obiettori di coscienza, che non intendono prestare servizio militare, affrontando persecuzioni, prigionia o esilio. Questi ragazzi da soli non ce la possono fare: per questo è fondamentale sostenere gli obiettori di coscienza in Russia e sfidare il militarismo e difendere il diritto di rifiutare la guerra in tutta Europa.
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