
Crisi in Congo: lettera al Ministro Tajani per un intervento urgente al Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea
BRUXELLES-ADISTA. Oggi il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, partecipa al Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea, dove si discuterà della crescente escalation del conflitto nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) e delle possibili misure dell'Ue in risposta all'invasione ruandese.
Lo scorso 21 febbraio, la rete "Insieme per la Pace in Congo" (Ipc) - a cui aderiscono diverse organizzazioni della società civile, fra cui PeaceLink - ha inviato al ministro Tajani una lettera urgente per sollecitare un'azione decisa da parte dell'Italia a sostegno della recente Risoluzione 2025/2553 (RSP) del Parlamento Europeo, votata il 13 febbraio con larghissima maggioranza. La risoluzione richiede: la sospensione immediata del Memorandum economico UE-Ruanda del 19 febbraio 2024, che prevede l'approvvigionamento di materie prime critiche da un Paese come il Ruanda che non ne dispone e che le saccheggia dal Congo; la cessazione del finanziamento europeo all’esercito ruandese; l’imposizione di sanzioni forti e concrete contro l’M23 e il regime di Kigali.
La crisi nella Rdc ha subìto un drammatico peggioramento dal 27 gennaio scorso, con l'occupazione della città di Goma da parte del movimento M23 e dell'esercito ruandese. In tre giorni di combattimenti si stimano circa 6.000 vittime, con numerose denunce di stupri, torture e gravi violazioni dei diritti umani. Dopo Goma, l’avanzata ha colpito Bukavu, alimentando il timore di una regionalizzazione del conflitto e di un ulteriore disastro umanitario.
La rete Ipc, che riunisce associazioni e attivisti per i diritti umani, tra cui il missionario comboniano Alex Zanotelli e la dottoressa Chiara Castellani, chiede che l'Italia si schieri dalla parte della giustizia e del diritto internazionale, sostenendo le sanzioni al Ruanda e il rispetto della sovranità della Rdc.
«Dal 1996, la guerra in Congo ha causato oltre 10 milioni di morti. L'Ue ha l'opportunità di fermare questo massacro. Chiediamo al Governo italiano di prendere posizione con fermezza per porre fine all'impunità e ai crimini di guerra», dichiara John Mpaliza, portavoce della rete Ipc.
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