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Le proposte dell'IRIAD per la pace in Ucraina: il ruolo dell'Europa.

Le proposte dell'IRIAD per la pace in Ucraina: il ruolo dell'Europa.

“L’Ucraina e la pace: propositi giusti, metodi sbagliati (e anche i contenuti)”: è questo il titolo del comunicato stampa, diffuso oggi, in cui si esplicita la posizione dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo rispetto alle trattative in corso su più fronti per la pace in Ucraina. Punto di partenza imprescindibile per incamminarsi sulla via della pace, al netto dell’irruzione dell’amministrazione Trump sulla scena globale, è la «convergenza che Ucraina e Russia avevano registrato nei colloqui di Istanbul nella primavera 2022».

Secondo Fabrizio Battistelli (presidente di Archivio Disarmo), dopo anni di guerra e distruzione, «è un bene che adesso le due superpotenze nucleari Stati Uniti e Russia si parlino. Questa è la buona notizia. Quella cattiva è che si parlano escludendo tutti gli altri, innanzitutto gli ucraini e subito dopo gli europei. La strada che ha imboccato Trump piace moltissimo a Putin e invece è iniqua per l'Ucraina, dannosa per l'Europa e pericolosa per il mondo, in quanto ispira accelerazioni inconsulte».

Un’accelerazione inconsulta, per esempio, «è l'ipotesi di schierare truppe anglo-francesi in Ucraina». Ipotesi che, sostiene l’Archivio Disarmo, «non conseguirebbe la funzione deterrente adeguata» senza un mandato Onu. «Tale aspetto è decisivo e richiama la linea multilateralista che l'Europa dovrà seguire per ricostruire il futuro».

Secondo Battistelli, infatti, «accanto alle vittime in carne e ossa (tragicamente numerose) c'è pure una vittima politica: il multilateralismo, cioè il metodo che, per affrontare una crisi, cerca di mettere intorno un tavolo tutti coloro che sono coinvolti. Fumo negli occhi per Trump e per Putin, che vogliono negoziare da soli, sulla testa degli europei».

Ecco perché, si legge nella nota, «la UE dovrebbe rilanciare il ruolo delle Nazioni Unite. Lo strumento potrebbe essere un'istituzione regionale come l'OSCE, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, severamente colpita dalla guerra di Putin ma non del tutto affondata. Questo se la UE non vuole lasciare a Trump il monopolio delle trattative con la Russia. Nel dopoguerra, l’OSCE potrebbe rappresentare una sede istituzionale e collettiva (tutto il contrario delle avance nazionaliste di Orban o di Salvini) per un confronto con Mosca».

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