
RDCongo: un appello ad applicare la Risoluzione del Parlamento Europeo contro il Ruanda
La Rete “Insieme per la Pace in Congo” – nata in occasione della visita apostolica di papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo (inizi 2023) da gruppi, associazioni e singoli cittadini, laici e religiosi appassionati della causa del Paese africano, come Alex Zanotelli (missionario comboniano), Chiara Castellani (medico in Congo) e Jhon Mpaliza (attivista congolese in Emilia-Romagna) – il 9 marzo scorso ha lanciato un accorato appello a senatori e deputati italiani affinché si impegnino a far rispettare e applicare la Risoluzione 2025/2553, approvata a larghissima maggioranza il 13 febbraio scorso dal Parlamento Europeo. La Risoluzione, che si situa tra la presa di Goma nel Nord Kivu (27 gennaio) e quella di Bukavu nel Sud Kivu (16 febbraio), riconoscendo la complicità ormai acclarata del Ruanda con il M23 per il controllo del ricchissimo sottosuolo dell’Est Congo, chiede la sospensione del Memorandum economico UE-Ruanda del 19 febbraio 2024 sull’approvvigionamento di minerali strategici, la chiusura di ogni programma di sostegno militare e finanziario per il Ruanda e, infine, l’imposizione di sanzioni contro Kigali.
L’appello del 9 marzo segue la lettera inviata lo scorso 21 febbraio dalla stessa Rete al ministro degli Esteri Antonio Tajani, in vista del Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea (24 febbraio). Nella missiva, gli attivisti per il Congo sollecitavano un'azione decisa da parte dell'Italia a sostegno della Risoluzione del Parlamento Europeo. Dal 1996, aveva dichiarato in quell’occasione il portavoce della Rete Mpaliza, «la guerra in Congo ha causato oltre 10 milioni di morti. L'Ue ha l'opportunità di fermare questo massacro. Chiediamo al Governo italiano di prendere posizione con fermezza per porre fine all'impunità e ai crimini di guerra», dichiara John Mpaliza, portavoce della rete Ipc.
Segue l’appello:
Un appello con preghiera di sottoscriverlo e diffonderlo
Alla cortese attenzione di tutti i Parlamentari e Senatori della Repubblica Italiana
Chiediamo l’applicazione della risoluzione del Parlamento Europeo per fermare l’aggressione in Congo
Egregi Onorevoli Parlamentari,
Egregi Senatori,
Siamo una rete informale di cittadini e associazioni, nata in Italia poco più di due anni fa, in preparazione della visita di papa Francesco nella Repubblica Democratica del Congo. Per origine, frequentazione o conoscenza, ci sta a cuore la sorte del popolo congolese e ci unisce la volontà di fare il nostro possibile per facilitare il ritorno della pace in questo Paese e nell’intera regione africana dei Grandi Laghi.
La crisi umanitaria, sociale e politica nell’est del Congo si è riaccesa già a fine 2021, con l’insorgere del Movimento M23, presentato come il volto congolese dell’ambizione espansiva del regime ruandese, accelerando con la presa di Bunagana nel giugno 2022. Nonostante le dichiarazioni degli esperti dell’Onu riguardanti la presenza di circa 4.000 soldati ruandesi a sostegno dell’M23, l’avanzata è proseguita senza sosta, con il tacito consenso internazionale, causando morti, stupri e il massiccio sfollamento di persone, che si sono rifugiate in campi di fortuna nei dintorni di Goma.
La guerra ha recentemente raggiunto un culmine con l’occupazione di Goma il 27 gennaio 2025 e di Bukavu il 16 febbraio, con l’avanzamento in altre zone del Congo.
Gli sfollati, costretti dalle nuove autorità a lasciare i campi, si trovano ad affrontare condizioni di vita estremamente difficili, tra case distrutte e campi abbandonati o occupati da altri.
La carneficina di Goma, con circa 3.000 morti accertati, ha scosso profondamente le coscienze internazionali. Siamo ormai tutti consapevoli che le radici di questa guerra affondano nei Paesi del Nord, in una politica bilaterale e comunitaria nei confronti del Ruanda, mossa principalmente dalla necessità di approvvigionamento dei minerali strategici del Congo, ignorando il sangue e l’ingiustizia che accompagnano questo commercio.
L’Unione Europea, con il Memorandum economico firmato il 19 febbraio 2024, ha sancito una partnership con il Ruanda per l’approvvigionamento e la trasformazione di materie critiche, nonostante la minore disponibilità di questi nel Paese. Allo stesso tempo, il Ruanda ha ricevuto ingenti somme di denaro dall’Europa per sostenere la sua missione militare in Mozambico, alimentando indirettamente il conflitto nella regione. E per rimanere in casa nostra, il 9 luglio 2024, l’Italia e il Ruanda hanno firmato un accordo di 50 milioni di euro per sostenere progetti di resilienza climatica nell’ambito del Piano Mattei.
Di fronte a tutto ciò e dopo una forte campagna della società civile e di alcuni europarlamentari, il 13 febbraio scorso, il Parlamento Europeo ha votato, quasi all’unanimità, la Risoluzione 2025/2553(RSP), chiedendo l’immediata sospensione del Memorandum economico del 19 febbraio 2024 con il Ruanda, la fine del finanziamento e del supporto militare all’esercito Ruanda e sanzioni contro il regime di Kigali ed il movimento M23.
È il momento di applicare questa risoluzione e intraprendere azioni concrete: sanzioni economiche e militari a livello comunitario e bilaterale, che diano un segnale chiaro al regime ruandese senza penalizzare il popolo ruandese. In questo contesto, ci rivolgiamo a voi, Onorevoli Parlamentari e Senatori, affinché utilizziate la vostra influenza e il vostro potere per sollecitare il Governo italiano a fare propria la risoluzione votata dal Parlamento Europeo il 13 febbraio scorso.
Chiediamo che il nostro Governo intervenga attivamente a livello europeo per chiedere l’applicazione di questa risoluzione: le autorità europee sospendano immediatamente l’accordo del 19 febbraio 2024 con il Ruanda e ritirino il supporto militare a questo regime. Che la voce dell’Italia possa levarsi in nome del rispetto del diritto internazionale e per una pace duratura nella regione dei Grandi Laghi.
Vi chiediamo di adoperarvi affinché il Governo italiano chieda con forza e determinazione il ritiro delle truppe ruandesi dal Congo e supporti le iniziative internazionali che mirano a porre fine a questa guerra ingiusta, facendo sentire la voce della giustizia.
Cogliamo l’occasione per invitarvi a sollecitare il Governo affinché garantisca la tracciabilità dell’accordo firmato con il Ruanda il 9 luglio 2024, poi successivamente esaminato sia dalla Camera dei Deputati che dal Senato.
Restiamo a vostra disposizione per ogni chiarimento e suggerimento e vi ringraziamo di cuore per il vostro impegno a favore della pace.
La rete “Insieme per la Pace in Congo”
Per aderire, scrivere a: insiemeperlapaceincongo@gmail.com
PRIME ADESIONI: PeaceLink, Colibrì, Coordinamento delle Associazione della Vallagarina per l’Africa (CAVA), Simama, Hakitumaini, Tumaini-un Ponte di Solidarietà
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