
Ucraina: un appello a fare una cosa nuova, la pace!
«L’Europa faccia quello per cui è stata creata: la pace». Va dritto al punto l’appello firmato da Marco Mascia (presidente del Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova) e da Flavio Lotti (presidente della Fondazione Perugiassisi per la Cultura della Pace) e diffuso ieri dalla Fondazione Perugiassisi con il titolo “Disarm Europe”, che fa il verso al piano di riarmo europeo “ReArm Europe”.
In pieno sostegno al diritto internazionale, che va applicato in difesa dell’Ucraina ma anche di Gaza, i due firmatari invitano a partecipare sabato prossimo a Roma, alla manifestazione «attorno alla bandiera della pace e del disarmo». Secondo l’appello, «l’invasione russa dell’Ucraina è un crimine» e «Difendere l’Ucraina è giusto», «ma continuare la guerra è il modo più sbagliato e inconcludente per farlo». Tra l’altro, «la guerra e la propaganda di guerra sono vietate dal diritto internazionale dei diritti umani».
Dura la critica nei confronti della politica UE nei confronti della crisi a Est: l’Europa non ha prevenuto la guerra, non l’ha vinta come si era immaginata «e ora vorrebbe trascinarci in una devastante corsa al riarmo che fatalmente finirà col distruggere anche quel che resta dell’Europa».
I firmatari si dicono contro la carneficina in Ucraina, contro lo stato di guerra permanente, contro la «folle e sconclusionata corsa al riarmo che alimenterà la disperazione, i nazionalismi e l’autoritarismo», contro la militarizzazione dell’economia e della vita dell’Unione, per la salute, la libertà, la democrazia. E invitano a fare qualcosa di nuovo: lavorare per la pace… «Anche se molti non sanno nemmeno cosa voglia dire».
Mascia e Lotti chiedono all’Europa di tornare «ad essere uno “strumento di pace”! Per noi, per tutti i popoli oppressi e per il mondo intero. La via della pace – aggiungono – è la via della legalità, del diritto internazionale e del multilateralismo. Ridiamo forza alle Nazioni Unite. Organizziamo una nuova Conferenza di Helsinki che, come 50 anni fa, dia nuovo avvio alla costruzione in Europa di un nuovo sistema di sicurezza comune, dall’Atlantico agli Urali, basato sul disarmo, i diritti umani, il diritto all’autodeterminazione dei popoli e i diritti delle minoranze. Costruiamo l’Economia di Francesco, l’economia della pace e della fraternità».
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