
L'indagine del CitizenLab di Toronto conferma: gli attivisti di Mediterranea sono stati spiati
ROMA-ADISTA. «Ci sono le prove della presenza di Paragon Graphite, usato dai servizi segreti sui telefoni dei nostri attivisti. Consegneremo tutto alle 5 procure (Palermo, Napoli, Bologna, Venezia e Roma) che stanno indagando e alla Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola». Lo dichiara in una nota l’ong Mediterranea Saving Humans, dopo aver visionato l’esito delle ricerche di The Citizen Lab dell’università di Toronto – a cui l’ong si era rivolta (il report può essere visionato qui: https://citizenlab.ca/2025/03/a-first-look-at-paragons-proliferating-spyware-operations).
«Invieremo il report anche alla Corte Penale Internazionale – si legge ancora –: dietro questo caso c’è la situazione libica e i rapporti tra servizi segreti. Grandi gruppi privati che si occupano di petrolio e armi e milizie che gestiscono il potere in quel Paese potrebbero avere avuto un ruolo. Ribadiamo la nostra denuncia pubblica delle attività di spionaggio contro attivisti per i diritti umani, oppositori politici e giornalisti. Questi sono metodi da stato di polizia, e il fatto che il governo italiano si nasconda dietro il segreto di Stato invece che rendere pubblico quello che sa, getta un’ombra sullo stato della democrazia nel nostro paese» (v. Adista Notizie n. 9/25).
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