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A Gaza paura e ansia: la testimonianza del parroco dopo la rottura della tregua

A Gaza paura e ansia: la testimonianza del parroco dopo la rottura della tregua

Nella notte tra il 17 e 18 marzo, con l’avallo degli Stati Uniti, Israele ha interrotto il cessate il fuoco iniziato il 19 gennaio scorso; la Striscia di Gaza è precipitata nuovamente nel terrore, con una pioggia di bombe israeliane che hanno provocato 400 morti, tra i quali oltre 100 bambini. Colpito dai bombardamenti di Benjamin Netanyahu anche il centro della città di Gaza, dove si trova la parrocchia della Sacra Famiglia, l’unica chiesa cattolica della Striscia, guidata dal parroco p. Gabriel Romanelli. Il religioso argentino, appartenente alla congregazione del Verbo incarnato, ha raccontato alla testata Terrasanta.net della Fondazione Terrasanta lo sgomento dalla sua comunità di fronte alla ripresa dell’aggressione. Le bombe sono cadute tra la chiesa ortodossa e quella cattolica, che distano due chilometri e che sono gli unici presidi cristiani nella Striscia.

Leggi Terrasanta.net

L’ansia e la paura in cui vivono i cattolici di Gaza e, in generale, tutta la popolazione civile della Striscia è al centro anche della conversazione che il parroco Romanelli ha intrattenuto con i media Vaticani dopo il bombardamento massiccio israeliano. In chiusura dell’intervista, il parroco, che accoglie 500 profughi cattolici e ortodossi in parrocchia, ringrazia il Patriarcato latino di Gerusalemme e il patriarca, il cardinale Pizzaballa, per il «grande appoggio». L’auspicio di Romanelli è che tutti si convincano «che la pace è possibile, che si deve lavorare per la pace, per le opere di giustizia», e prega insieme ai suoi fedeli «affinché il Signore dia a questa parte di Terra Santa un periodo di pace, per tutti, per palestinesi e israeliani».

Leggi Vatican News


* Foto di Al Jazeera English, tratta da Wikipedia.

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