Nessun articolo nel carrello

Sinodo infinito: la fase attuativa si chiude nel 2028 con un’assemblea in Vaticano

Sinodo infinito: la fase attuativa si chiude nel 2028 con un’assemblea in Vaticano

Tratto da: Adista Notizie n° 12 del 29/03/2025

42190 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il processo sinodale della Chiesa non è concluso. Lo ha stabilito papa Francesco che dall'ospedale, nel quale è ricoverato dal 14 febbraio, ha deciso di varare un calendario di appuntamenti per tutte le chiese locali fino al 2028. La decisione è stata resa nota dalla Segreteria generale del Sinodo lo scorso 15 marzo. «L’11 marzo scorso il Santo Padre – scrive in una lettera indirizzata a tutti i vescovi il segretario generale del Sinodo, il card. Mario Grech – ha approvato in maniera definitiva l’avvio di un percorso di accompagnamento e valutazione della fase attuativa da parte della Segreteria Generale del Sinodo. Questo percorso interpella diocesi ed eparchie, conferenze episcopali e strutture gerarchiche delle chiese orientali cattoliche, nonché i loro raggruppamenti continentali, che avranno cura di coinvolgere anche istituti di vita consacrata, società di vita apostolica, associazioni laicali, movimenti ecclesiali e nuove comunità presenti nei loro territori. Troverà infine sbocco nella celebrazione di un’Assemblea ecclesiale in Vaticano nell’ottobre 2028».

Il sinodo dunque viene ulteriormente rilanciato, d’altro canto era già previsto che vi fosse una fase attuativa del documento finale altrettanto importante dei lavori preparatori – sviluppatisi a livello di chiese locali e poi continentali – e delle due sessioni assembleari svoltesi in Vaticano nel 2023 e nel 2024. Con questa coda voluta dal pontefice, il Sinodo sulla sinodalità durerà complessivamente dal 2021 al 2028, ma non è del tutto chiaro a cosa sia dovuto tutto questo lavoro, visto che le deliberazioni conclusive dell’assise non è che contenessero novità sconvolgenti, quanto piuttosto l’auspicio e l’invito alla Chiesa di proseguire sulla strada delle aperture e delle riforme fin qui più annunciate che promosse nella realtà. Nel frattempo, fra l’altro, prosegue il percorso dei dieci gruppi di lavoro su tematiche speciali voluti da Francesco – che così facendo ha di fatto sottratto alla discussione generale del sinodo una serie di questioni particolarmente delicate – che dovrebbero riferire al Papa entro giugno. Tra queste c'è, per esempio, il nodo irrisolto del ruolo delle donne nella Chiesa, tema giudicato ancora troppo divisivo. «Sembrerebbe – osserva l’agenzia Ansa – che con questo nuovo calendario di lavori sinodali le attese riforme, reclamate soprattutto dalle frange più progressiste della Chiesa, siano destinate a slittare ancora».

Cambiare mentalità

In una lunga intervista rilasciata ai media vaticani, il card. Grech, ha provato a spiegare il senso di quanto sta accedendo: «Molti hanno pensato che il Sinodo – ha detto li porporato di origine maltese – si fosse concluso con la celebrazione della seconda sessione dell’assemblea, nell’ottobre scorso. In realtà la costituzione apostolica Episcopalis Communio ha trasformato il Sinodo da un evento in un processo articolato in tre fasi: preparatoria, celebrativa e attuativa. Questo passaggio richiede una vera e propria conversione, un cambio di mentalità che esige tempo per radicarsi nella prassi della Chiesa». Tuttavia, ha aggiunto, una simile articolazione «è fondamentale: non basta la pubblicazione di un documento perché quanto è emerso nelle due fasi del processo sinodale venga attuato nella vita della Chiesa. Quel documento va ricevuto come frutto del discernimento ecclesiale e orizzonte di conversione».

Si tratta, spiega ancora il card Grech, «di un processo volto a favorire il confronto tra le Chiese sulle intuizioni maturate nella fase applicativa. Dopo un periodo dedicato al lavoro di ciascuna realtà locale (fino al 2026), si desidera, nello stile sinodale, creare spazi di dialogo e di scambio di doni tra le Chiese». L’obiettivo, afferma ancora Grech, «è che l’attuazione non avvenga in modo isolato, come se ogni diocesi o eparchia fosse un’entità a sé stante, ma che si rafforzino i legami tra le Chiese a livello nazionale, regionale e continentale. Allo stesso tempo, questi momenti di confronto permetteranno un autentico “camminare insieme”, offrendo l’opportunità di valutare, in uno spirito di corresponsabilità, le scelte compiute. Gli incontri previsti nel 2027 e all’inizio del 2028 accompagneranno così in modo naturale il cammino verso l’Assemblea ecclesiale dell’ottobre 2028». Sembra, insomma, che la prima cosa sia il metodo, ovvero la capacità della Chiesa di discutere insieme, di animare un confronto capace di coinvolgere il maggior numero di fedeli possibile.

L’attesa per i 10 gruppi

In quanto ai dieci gruppi voluti dallo stesso pontefice, il segretario generale del Sinodo ha osservato che i lavori sono ormai in stato avanzato. Questo almeno «è quanto emerso da una recente riunione organizzata dalla Segreteria generale con la partecipazione di tutti i coordinatori dei gruppi. La metodologia di lavoro è abbastanza variegata, anche se – secondo la precisa indicazione del Santo Padre – ciascun gruppo si sta impegnando ad adottare uno stile sinodale… prestando ascolto anche a voci esterne al gruppo, che possano aiutare a tenere conto di molteplici prospettive. Di grande aiuto risultano anche i contributi che stanno pervenendo in questi mesi da parte di singoli o di associazioni. Pure molti vescovi, facendo seguito a un invito rivolto loro, hanno promosso nelle loro Chiese locali un discernimento sui temi all’attenzione dei gruppi e ci stanno inviando i loro risultati. In alcuni casi, invece, sono stati i gruppi stessi a sollecitare pareri, ad esempio rivolgendosi alle Conferenze episcopali o alle nunziature apostoliche, o interpellando esperti, o anche realizzando incontri congiunti tra gruppi che affrontano questioni affini». In quanto alla conclusione dei lavori, ha detto Grech, è difficile stabilire una data valida per tutti e dieci i gruppi. «Come indicato un anno fa, al momento della loro costituzione – ha precisato il cardinale – i gruppi sono invitati a presentare le loro conclusioni al Santo Padre “possibilmente entro giugno 2025”. Alcuni dei gruppi dovrebbero essere in grado di rispettare questa scadenza. Altri, al contrario, potrebbero avere bisogno di un tempo supplementare, ma offriranno comunque, entro la fine di giugno, un interim report sui loro lavori». 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza 

 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.