
Autonomia Differenziata: dopo la bocciatura del referendum, mantenere alta l'attenzione
Un appello a «mantenere alta l’attenzione sull’Autonomia regionale differenziata nonostante la bocciatura del referendum» è stato lanciato lo scorso 29 marzo dalla presidenza nazionale del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale (CDC), preoccupata «per il calo di attenzione e di iniziative sull’autonomia regionale differenziata, mentre proseguono le iniziative del governo (bozza ddl Calderoli sui Lep), la pessima devoluzione alle Regioni per la localizzazione dei siti per le energie rinnovabili, che ne sta ritardando l’installazione, la discussione su Roma capitale che la maggioranza sembra utilizzare per scelte che riecheggiano la legge 86/2024».
Insieme alle realtà che hanno aderito al Comitato promotore per il referendum sulla legge 86/24, il CDC propone di proseguire le attività del Comitato dandosi «obiettivi comuni per mantenere alta l’attenzione sull’Autonomia regionale differenziata». In particolare invita a «Creare un Forum per l’osservazione, lo studio e l’informazione che dia continuità all’azione del comitato promotore del referendum sull’autonomia regionale differenziata, decidendo le iniziative utili a contrastare i tentativi di attuare la legge 86/24 Calderoli in contrasto con le sentenze della Corte Costituzionale». In secondo luogo, chiede di «riflettere sulle modifiche necessarie al titolo V della Costituzione, partendo dagli articoli 116 e 117, dopo la sentenza 192/24 che ha limitato il 117, cogliendo la decisione dell’Emilia-Romagna di ritirare la richiesta di autonomia differenziata per proporre un’autonomia amministrativa e funzionale centrata su Comuni e Province emarginati dalla legge 86/2024». Ancora, propone la «modifica del regolamento della Camera dei deputati sulle leggi di iniziativa popolare, attribuendo ad esse una valorizzazione simile a quella prevista dall’art. 74 del regolamento del Senato». Al quarto punto, il CDC chiede di «adottare novità normative e regolamentari tali da assicurare che la piattaforma pubblica usata per la raccolta online delle firme per i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare consenta ad elettrici ed elettori di votare online anche per i referendum», al fine di accrescere la partecipazione democratica e agevolare il voto di elettori/eletrici fuori-sede o all’estero. In ultima battuta, l’appello propone il pieno «sostegno ai 5 referendum (4 sul lavoro più quello sulla cittadinanza) su cui si andrà al voto l’8/9 giugno 2025), proponendo 5 Sì e dando spazio nella campagna elettorale al tema dell’Autonomia regionale differenziata, sulla quale potrebbe essere necessario in futuro promuovere un nuovo referendum».
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