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Evangelici italiani: la Domenica delle palme non può essere una domenica delle bombe

Evangelici italiani: la Domenica delle palme non può essere una domenica delle bombe

ROMA-ADISTA. Nella notte a Gaza è stato colpito l’ospedale anglicano Ahli Arab. Un altro attacco nella Domenica delle Palme è avvenuto in Ucraina, a Sumy, proprio nell’anno della coincidenza orientale e occidentale del calendario. Ferite aperte nel cuore dell’umanità.

In una nota ufficiale, la Diocesi anglicana di Gerusalemme scrive:

«Condanniamo con la massima fermezza l’attacco missilistico che ha colpito oggi l’ospedale Ahli Arab. Le doppie esplosioni hanno distrutto il laboratorio genetico a due piani e danneggiato la farmacia e il pronto soccorso. Altri danni collaterali hanno interessato anche edifici vicini, tra cui la chiesa di San Filippo. Solo venti minuti prima dell’attacco, l’esercito israeliano ha ordinato a tutti i pazienti, ai dipendenti e alle persone sfollate di evacuare immediatamente la struttura. Ringraziamo Dio che non ci siano state vittime dirette del bombardamento, ma un bambino, già ferito alla testa, è purtroppo deceduto durante l’evacuazione forzata. È la quinta volta, dall’inizio della guerra nel 2023, che questo ospedale viene colpito. E oggi è successo nel giorno della Domenica delle Palme, all’inizio della Settimana Santa. Invitiamo tutti i governi e le persone di buona volontà a intervenire per fermare ogni attacco contro strutture mediche e umanitarie. Preghiamo e chiediamo la fine di questa guerra orribile e della sofferenza di tanti innocenti.»

La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia si unisce a questo appello, chiedendo il rispetto del diritto umanitario internazionale e la protezione dei civili e delle infrastrutture sanitarie, in ogni contesto e in ogni territorio.

«Ci uniamo alla condanna per l’attacco aereo contro lo Ahli-Arab Hospital di Gaza – ha dichiarato il presidente della Fcei, Daniele Garrone. La nostra Federazione e le sue chiese membro e numerosi sottoscrittori hanno sostenuto e continueranno a sostenere l’attività dell’ospedale e in particolare il suo personale medico e paramedico, nell’ambito del programma ‘Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace’ che abbiamo lanciato l’estate scorsa. Con la diocesi di Gerusalemme chiediamo di fermare questi attacchi e preghiamo per la fine della guerra».

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