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Due bambine e un migrante morto a largo di Lampedusa: Mediterranea: «Non è stato un incidente, ma il tragico risultato delle politiche europee fallimentari»

Due bambine e un migrante morto a largo di Lampedusa: Mediterranea: «Non è stato un incidente, ma il tragico risultato delle politiche europee fallimentari»

LAMPEDUSA-ADISTA. «Ieri due bambini e un adulto sono morti di fame e sete su un gommone alla deriva nel Mediterraneo, dopo giorni di sofferenza. Non è stato un incidente, ma il tragico risultato di politiche migratorie europee fallimentari, che hanno nel “respingimento” un obiettivo predominante». È quanto afferma in una nota l'ong Mediterranea Saving Humans, impegnata nel soccorso in mare dei migranti.

«Questa ennesima, vergognosa tragedia si è consumata nonostante Frontex avesse segnalato la presenza dell’imbarcazione in difficoltà - prosgeue la ong -. Nessuna azione è stata intrapresa dalle autorità competenti dei nostri “civili” paesi, perché l’imperativo è delegare alle milizie libiche, promosse al ruolo di polizia di frontiera e che non svolgono attività di soccorso, la cattura in mare di profughi che tentano di fuggire. Quando non catturano, lasciano semplicemente morire. L’intervento di soccorso di questo gommone, non a caso, avviene per la presenza e l’impegno di un assetto, la barca a vela Nadir di Resqship, che compone con tante altre realtà, la Flotta Civile. Queste morti hanno dei colpevoli ben precisi. Parlare della “crudeltà degli scafisti” è un alibi per nascondere la vera responsabilità dei governi europei. L'ONU, nel suo rapporto di aprile 2025 richiamandone uno precedente del 2023, segnala il coinvolgimento della cosiddetta Guardia Costiera libica nel traffico di esseri umani: diverse entità pubbliche libiche, tra cui il Dipartimento per il contrasto all'immigrazione illegale e la Guardia Costiera, sono coinvolte nel contrabbando di migranti, tutte affiliate allo Stato libico, rendendole quindi responsabili ai sensi del diritto internazionale". L'Europa ha scelto di ignorare questa realtà, delegando la gestione delle vite umane a chi non ha interesse a salvarle. Questa tragedia è l'ennesima chiamata d’allarme. È il momento che l'Europa si assuma la propria responsabilità e riveda radicalmente le sue politiche migratorie, mettendo la vita e la dignità delle persone al primo posto».

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