
La Grande Diga della discordia: l'Etiopia tra gestione idrica, energia e beghe internazionali
Dopo 14 anni dalla posa della prima pietra, l’Etiopia del primo ministro Abiy Ahmed ha inaugurato oggi la famosa Diga della Rinascita (GERD-Grand Ethiopian Renaissance Dam Project), un imponente impianto idroelettrico da 5 miliardi di dollari sul fiume Nilo Azzurro, che attraversa anche Egitto e Sudan, e proprio per questo è motivo di tensioni internazionali di non poco conto. Ne dà notizia, oggi, il periodico di informazione missionaria dei comboniani Nigrizia.
Con i suoi 1.800m di lunghezza e 175m di altezza, la diga è la più grande di tutta l’Africa, una delle 20 più grandi al mondo, raddoppierà la produzione di energia elettrica dell’intero Paese (+5.000 megawatt) per uso interno e per la vendita all’estero, è presentata dal governo etiope come la soluzione strategica per lo sviluppo del Paese e della regione.
La diga però rappresenta anche una barriera allo scorrere del Nilo Azzurro – il principale affluente del fiume Nilo in termini di portata (80%) – limitando Egitto e Sudan dell’acqua necessaria per l’irrigazione e per la loro produzione di energia, tanto che, spiega Nigrizia, i due Paesi si sono appellati al diritto coloniale e a quello internazionale ritenendo la GERD una «minaccia esistenziale», soprattutto nei periodi di forte siccità che si verificano sempre più spesso a causa del cambiamento climatico. Incurante delle lamentele dei vicini e dei tentativi di mediazione internazionale, il governo Ahmed è andato per la sua strada.
Spiega anche Nigrizia che «ricerche indipendenti finora sembrano dare ragione all’Etiopia, visto che non sono state registrate interruzioni significative del flusso idrico a valle, in parte grazie alle precipitazioni favorevoli e al cauto riempimento dell’invaso».
A livello geopolitico, la GERD, sottolinea Nigrizia, sposta il baricentro del potere nel bacino del Nilo dall’Egitto all’Etiopia. «E non pare casuale la concomitanza tra le celebrazioni per la GERD e l’avvio, ieri ad Addis Abeba, del secondo vertice africano sui cambiamenti climatici (ACS2), un forum di alto livello che quest’anno pone l’accento, tra l’altro, proprio sulla cooperazione regionale e la gestione sostenibile delle risorse».
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