
La “sacra” della bistecca: la diocesi di Caserta apre l’ex Macrico
Tratto da: Adista Notizie n° 33 del 27/09/2025
42367 CASERTA-ADISTA. L’Istituto diocesano di sostentamento del clero (Idsc) di Caserta apre le porte dell’area ex Macrico – di cui è proprietaria – per una manifestazione nazionale dedicata alla carne alla brace, organizzata, fra gli altri, da una società che nel 2024 è stata coinvolta in un’indagine sulla camorra condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.
L’ex Macrico è l’area di 33 ettari di proprietà ecclesiastica situata nel cuore di Caserta che da venticinque anni è al centro di una contesa fra chi vorrebbe renderla totalmente inedificabile e restituirla agli abitanti della città come parco pubblico e chi immagina dei progetti di riqualificazione che prevedono anche migliaia di metri cubi di cemento (v. Adista Notizie nn. 15, 20 e 28/23; 25, 33, 37 e 40/24; 13/25). Nello scorso fine settimana (12-14 settembre), all’interno dell’area si è svolto “The Final Meat”, il principale evento nazionale dedicato al mondo della carne e all’arte della cottura alla griglia, culminato nella competizione “The Golden Steak”, gara per eleggere il miglior grigliatore italiano di bistecca con l’osso. «Ma The Final Meat non è solo competizione – si legge nella presentazione –. L’evento è concepito come una celebrazione totale della carne e della convivialità», con un percorso gastronomico tra le migliori 16 bracerie provenienti da tutta Italia e sfide tra grandi maestri della griglia: «un’esperienza sensoriale e sociale a tutto tondo» (a dieci euro di biglietto di ingresso, più ovviamente eventuali consumazioni).
«Non è un evento, non è una fiera, non è una sagra. Il “The Final Meat” è l’ultima frontiera, il punto di non ritorno nel mondo della carne e succede a Caserta, la città che ha il coraggio di mettere la carne sul trono. Questo non è solo un invito, è una sfida: qui non si cercano like, si cercano leggende. Sarà carne ovunque, fuoco vivo, birra ruvida, gente con fame vera e occhi pieni di rispetto», spiega con enfasi degna di miglior causa uno dei promotori dell’iniziativa, Pasquale Maravita (non indagato), campione italiano 2022-2023 di “Bistecca con l’osso” e chef della steackhouse “La Baita” di Maddaloni, di proprietà del fratello, la quale nel febbraio 2024 è stata destinataria di un provvedimento di sequestro disposto dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito di un’inchiesta antimafia.
Cosa c’entri la diocesi di Caserta con la sagra della bistecca è un mistero. Anzi un “mistero della fede”, visto che Curia e Idsc stanno cercando in tutti i modi di far passare l’ex Macrico per uno spazio di valore pastorale, così da ottenere un finanziamento regionale da 15 milioni di euro destinato alla riqualificazione di aree ed edifici di culto in occasione del Giubileo (V. Adista Notizie n. 27/25). Chissà che a via del Redentore – sede della Curia casertana – non abbiano scambiato una consonante, confondendo la sagra con una «sacra» della carne alla brace.
Su fronte amministrativo, invece, è una corsa contro il tempo per cercare di incassare il finanziamento della Regione Campania, dove il 23-24 novembre si voterà per eleggere il nuovo presidente al posto di Vincenzo De Luca. Il vescovo Pietro Lagnese e il presidente dell’Idsc don Antonello Giannotti sono in spasmodica attesa del parere preventivo dell’Istituto centrale per il sostentamento del clero (Icsc) – da cui dipendono tutti gli istituti diocesani e che ha l’ultima parola quando sul tavolo ci sono patrimoni immobiliari particolarmente consistenti come è appunto l’area ex Macrico – e dell’autorizzazione della Conferenza episcopale italiana per poter trasferire la proprietà dall’Idsc (che per statuto non può accedere ai fondi regionali) a un’associazione di terzo settore creata ad hoc, così da poter ottenere dalla Regione i 15 milioni di euro per gli edifici di culto. Con un’ulteriore forzatura: far passare l’ex Macrico, in passato area militare, per luogo di culto solo in virtù della presenza di una vecchia cappella della caserma, piuttosto malmessa. Se ciò avvenisse – Icsc e Cei devono ancora esprimersi – è del tutto evidente che si tratterebbe di un’operazione quantomeno spericolata finalizzata solo ad accaparrarsi il finanziamento pubblico. Magari per organizzare una nuova sagra, o sacra, della bistecca. L’osso da spolpare, in questo caso, sarebbero le casse della Regione Campania.
*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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