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MEDU rilancia l'

MEDU rilancia l'"Appello umanitario per Gaza" diffuso da PHR-Israel

In occasione della giornata di scioperi e mobilitazioni in solidarietà con la popolazione di Gaza del 22 settembre – in concomitanza con l’Assemblea generale ONU a New York durante la quale diversi Paesi hanno riconosciuto lo Stato di Palestina – Medici per i Diritti Umani (MEDU) ha pubblicato la traduzione italiana dell’“Appello umanitario per Gaza” lanciato dall'organizzazione Physician for Human Rights Israel (PHR-Israel) dopo la pubblicazione del rapporto “Distruzione delle condizioni di vita: una analisi sanitaria del genocidio di Gaza”.

Nel rapporto, scrive MEDU nella nota diramata ieri, «in base a una rigorosa analisi delle evidenze disponibili, per la prima volta un'organizzazione della società civile israeliana denuncia il genocidio della popolazione palestinese a Gaza da parte di Israele».

Leggi “Appello umanitario per Gaza”

Leggi “Distruzione delle condizioni di vita: una analisi sanitaria del genocidio di Gaza”

L'appello, spiega MEDU, si articola su sette punti e «chiede un cessate il fuoco immediato e permanente come condizione indispensabile per un intervento umanitario efficace. Tale intervento deve garantire la risposta ai bisogni essenziali e la presa in carico sanitaria della popolazione attraverso il pieno coinvolgimento delle Nazioni Unite, l'esclusione di qualsiasi meccanismo di aiuto militarizzato e l'apertura urgente di un corridoio umanitario tra Gaza e Cisgiordania. L'ultimo punto riguarda la ricostruzione a lungo termine del sistema sanitario nella Striscia, nel rispetto del diritto alla salute dei palestinesi».

MEDU condanna l’affermazione globale del “diritto della forza” sulla “forza del diritto” e rivolge un «appello alla comunità internazionale, e in particolare ai governi europei, affinché si impegnino subito e in modo concreto per fermare il massacro, la spoliazione e la disumanizzazione della popolazione civile palestinese, ristabilire il primato del diritto internazionale e garantire l'accesso libero e sicuro degli aiuti umanitari».

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