Il pentagramma di don Milani
Autore: Sergio Tanzarella

Già nell’introduzione Tanzarella mette in guardia dalle mille strumentalizzazioni operate su don Milani. «Con un abile riduzionismo Milani è stato arruolato, dopo la sua morte, nel novero dei pedagogisti come se si fosse trattato di un teorico o di un accademico. O ancora usato come la bandiera di riforme scolastiche e delle contestazioni del post ‘68. Alle appropriazioni esaltate hanno corrisposto processi postumi, accuse violente di ogni genere nei suoi confronti. Nell’ambito ecclesiale italiano dopo aver subìto da vivo ogni tipo di persecuzione si è passati dopo morto dall’indifferenza durata per decenni a un’indolore inclusione normalizzatrice, una annessione accorta a ridurne ed edulcorarne la testimonianza e le idee. Un Milani ridotto a frammenti e citazioni, talvolta anche pacchianamente false, funzionali e confermative di un uso pubblico che prescinde dalla storia».
Oggi il corposo epistolario, se da una parte può alimentare nuove distorsioni del pensiero milaniano, può però anche contribuire a seri studi monografici su singoli temi, funzionali a meglio comprendere la personalità complessa di Milani e le vicende straordinarie di cui fu protagonista nell’arco degli anni che vanno dal seminario (1943) fino alla morte. Lo studio di Tanzarella apre esattamente questa prospettiva, affrontando il tema del rapporto del priore con la musica che, come quella della pittura e l’arte in generale, segna gli anni del «tormentato percorso giovanile di Lorenzo Milani». Per evolvere e caratterizzare anche gli anni dell’impegno nella scuola popolare.