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IN DIFESA DELL'AMAZZONIA E DEL SUO POPOLO. LA CAMPAGNA DI FRATERNITÀ DELLA CHIESA BRASILIANA

Tratto da: Adista Documenti n° 24 del 24/03/2007

DOC-1843. BELÉM-ADISTA. In tempi in cui nessuno si azzarda più a ridimensionare la minaccia del riscaldamento del pianeta, le cui drammatiche conseguenze iniziano ad avvertirsi in tutto il mondo, il tema scelto dai vescovi brasiliani per la Campagna di Fraternità del 2007 - "Fraternità e Amazzonia. Vita e missione in questa terra" - non potrebbe apparire più attuale ed urgente. Con l'obiettivo di far piazza pulita della "tanta disinformazione relativa ai popoli e al mondo dell'Amazzonia", i vescovi sottolineano la necessità di "superare il pregiudizio dominante in base a cui è civilizzato solo chi vive nel e del mercato e pensa nel modo in cui vogliono i più forti e i più ricchi": "la percezione del significato storico e simbolico dell'Amazzonia può portarci a scoprire, insieme ai suoi popoli, una visione più umana e generosa della vita".

Con i suoi 7 milioni di chilometri quadrati, la foresta amazzonica occupa il 5% della superficie della terra, ospitando il 20% dell'acqua dolce del pianeta, il 30% di tutte le specie di fauna e flora, e un'incalcolabile riserva di minerali. Non può sorprendere, dunque, il fatto che, come si legge in un articolo di Frei Betto dal titolo "Il Brasile ha bisogno di riscoprire l'Amazzonia", siano stati visti più di una volta "due yachts di Bill Gates, dotati di piattaforma per elicotteri, navigare per il fiume Amazonas". "Il fondatore di Microsoft – commenta Frei Betto – non fa nulla per caso. L'Amazzonia, che occupa il 59% del territorio brasiliano, è oggetto dell'avidità straniera. Quando sarà oggetto dell'impegno del governo brasiliano?".

Anche i vescovi prendono posizione sulle politiche governative: "Lo stesso governo che elabora il Piano Amazzonia Sostenibile – affermano – finanzia e appoggia le monocolture estensive di graminacee, canna da zucchero ed eucalipto, sostiene imprese minerarie e siderurgiche e fa poco o nulla per combattere il saccheggio, per adeguare e attualizzare gli indici di produttività degli immobili rurali e per regolarizzare il possesso della terra delle popolazioni tradizionali dell'Amazzonia". E tutto ciò malgrado l'azione delle imprese del legname e di quelle minerarie e dell'agrobusiness abbia provocato, secondo i dati del Ministero dell'Ambiente, la devastazione di 70 milioni di ettari di foresta, più di 22 solo negli ultimi dieci anni.

Promossa dalla Conferenza dei vescovi brasiliani (Cnbb), la Campagna di Fraternità è, fin dalla sua nascita nel 1963, un'ampia attività di evangelizzazione condotta in tempo di Quaresima allo scopo di aiutare i cristiani a impegnarsi concretamente, a partire da un problema specifico, nel processo di trasformazione sociale. Con la campagna di quest'anno – ha affermato il coordinatore esecutivo Carlos Toffoli – la nostra solidarietà va in primo luogo ai popoli della regione, alla loro cultura, alle loro lotte e conquiste. Ci rivolgiamo però anche ad altre regioni che non necessariamente fanno parte dell'Amazzonia, perché le persone prestino più attenzione anche ai biomi che sono loro più familiari. Come il cerrado, che soffre le stesse aggressioni".

Quest'anno, per la prima volta, la Campagna è stata presentata fuori da Brasilia, a Belém, capitale di uno Stato, il Pará, che, secondo i dati dell'Ibge (Istituto brasiliano di geografia e statistica), presenta il maggior indice di deforestazione. Il lancio, avvenuto il 21 febbraio scorso, è stato accompagnato, tuttavia, dalle proteste delle pastorali sociali e di alcune organizzazioni ecclesiali, che, in un manifesto (firmato tra gli altri dalla Commissione Pastorale della Terra, dalla Commissione domenicana di Giustizia e Pace del Brasile, dal Grido degli Esclusi) hanno contestato la sponsorizzazione dell'evento da parte della Compagnia Vale do Rio Doce, privatizzata durante il governo di Fernando Henrique Cardoso e considerata una delle principali responsabili della distruzione ambientale e degli attacchi alle popolazioni tradizionali dell'Amazzonia.

Di seguito, in una nostra traduzione dal portoghese, alcuni stralci del testo-base della Campagna di Fraternità (un testo coraggioso - basato per di più sul metodo vedere-giudicare-agire inviso al Vaticano - che ha raccolto l'apprezzamento delle associazioni) e il Manifesto di protesta delle pastorali sociali. (claudia fanti)

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