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1973 - "LA TERRA È DI DIO"

Tratto da: Adista Notizie n° 2728 del 05/04/2008

Del 1973 rimangono scolpite nella memoria di un'intera generazione le immagini del colpo di Stato in Cile. L'11 settembre, militari guidati dal generale Augusto Pinochet e sostenuti dalla Cia e dalla destra cilena, dopo un massiccio bombardamento aereo, assaltano il palazzo presidenziale. Il presidente socialista Salvador Allende resiste asserragliato all'interno della Moneda. Poi, prima che i golpisti entrino nel palazzo, si toglie la vita. È l’inizio di una dura repressione; migliaia di militanti di sinistra sono arrestati, torturati e giustiziati sommariamente. I partiti vengono sciolti, sono abrogate le riforme varate dal governo socialista, entrano in vigore misure repressive.

Il golpe suscita grande impressione nel mondo, ma soprattutto in Italia dove si teme che la crisi politico-istituzionale possa portare verso un esito cileno. Anche per scongiurare il pericolo di un'involuzione autoritaria del sistema, Aldo Moro continua nella sua strategia di apertura a sinistra e, il 12 giugno, ottiene una vittoria con il cosiddetto "accordo di Palazzo Giustiniani": al XII Congresso della Dc passa infatti la linea che rilancia la prospettiva del centrosinistra e decreta la fine del II governo di Giulio Andreotti. E Pochi giorni dopo i fatti cileni, la "strategia dell'attenzione" morotea trova una sponda concreta nel Pci. Su "Rinascita", Enrico Berlinguer propone un "nuovo e grande" "compromesso storico" tra le forze che rappresentavano "la maggioranza del popolo italiano" (ossia Dc e Pci), come risposta in grado di arginare le spinte eversive.

Ma fosche nubi continuano ad addensarsi sullo scenario politico italiano. Il 9 marzo Franca Rame viene sequestrata e stuprata da un gruppo di neofascisti. Il 7 aprile Nico Azzi (del gruppo eversivo La fenice) resta ferito per l'esplosione di un detonatore mentre sta innescando una bomba in una toilette del treno Torino-Roma. Il 13 aprile, fallisce un tentativo di strage sul diretto Torino-Roma. Gli autori sono iscritti all'Msi, ma era pronto un piano per accusare dell'attentato la sinistra rivoluzionaria. L'11 Luglio vengono trovati 11 chili di dinamite su un binario ferroviario, nei pressi di Nuoro, poco prima del passaggio di un treno di pendolari. Il 5 settembre gli estremisti di destra Guido Giannettini (legato al Sid) e Massimiliano Fachini vengono incriminati per la strage di Piazza Fontana. In ottobre, la procura di Padova porta alla luce l'esistenza di una struttura segreta chiamata "Rosa dei Venti", composta da una ventina di organizzazioni di estrema destra (sostenuta dal Sid e in contatto con strutture della Nato), che nella primavera del '73 era pronta attuare un colpo di Stato. Dell'organizzazione risulterà far parte anche Gianfranco Bertoli (il suo nome riemergerà nel 1990 nell'elenco degli appartenenti a Gladio) che il 17 maggio aveva messo una bomba davanti alla questura di Milano di via Fatebenefratelli. Quel giorno, il ministro degli Interni Mariano Rumor presenziava la cerimonia di commemorazione del commissario Luigi Calabresi ad un anno dal suo assassinio: si salvò per un soffio, ma morirono 4 persone e ci furono una cinquantina di feriti. L'1 ottobre viene scoperta della dinamite sotto un ponte della ferrovia Napoli-Roma. Il 23 novembre il governo impone lo scioglimento dell'organizzazione neofascista fondata da Pino Rauti Ordine Nuovo.

Il fronte ecclesiale, intanto, è in subbuglio. A febbraio un documento del Consiglio Pastorale Diocesano di Livorno appoggia le lotte dei metalmeccanici per il rinnovo del contratto (nell'aprile, la firma del contratto di lavoro e la conquista delle 150 ore retribuite per la formazione, concludeva un'importante stagione di lotte sindacali). Il 12 maggio Paolo VI riceve in udienza il presidente del Vietnam del Sud Nguyen Van Thieu. Diverse comunità ecclesiali protestano. Il 14 giugno, ai vescovi che partecipavano alla X Assemblea generale della Cei viene distribuito il settimanale Com, contenente una lettera pastorale di Giovanni Franzoni, abate di S. Paolo fuori le Mura in Roma, dal titolo: "La terra è di Dio", in cui si denunciano le compromissioni vaticane nella speculazione edilizia a Roma. È la goccia che fa traboccare il vaso: il 20 agosto Franzoni è costretto a dimettersi. Il 26 celebra per l'ultima volta in basilica, di fronte a 3mila persone.

Ad agosto, a Bologna, si svolge il 42.mo Congresso nazionale della Fuci. Sempre a Bologna, dal 21 al 23 settembre, circa 2mila persone partecipano al I Convegno Nazionale dei "Cristiani per il socialismo". La relazione introduttiva è del salesiano don Giulio Girardi. Nelle Acli, cresce il dissenso alla linea moderata della presidenza Marino Carboni. La sinistra che fa capo a Geo Brenna (Scelta di classe) e all'ex presidente Emilio Gabaglio (Alternativa Aclista) organizza dal 28 al 30 settembre ad Ariccia (presenti centinaia di quadri e iscritti), un convegno dal titolo: "Contro la normalizzazione, per una ripresa della iniziativa di classe, originale ed autonoma, nelle Acli". (valerio gigante)

 

LA SINISTRA ACLI DENUNCIA LA DERIVA MODERATA DELL’ASSE CARBONI-POZZAR

 

2838) Roma-adista. Una nota congiunta delle opposizioni, gruppo Brenna e gabagliani, sul Consiglio Nazionale Acli dei 7-8 luglio 1973.

"La votazione avvenuta alla fine del Consiglio Nazionale delle ACLI sul documento politico proposto dall'attuale Presidenza ha chiaramente dimostrato l'ampliarsi dello schieramento di opposizione interna e la difficoltà della direzione Carboni-Rosati a gestire il processo di normalizzazione. In particolare, i gruppi di sinistra facenti capo a Brenna e Gabaglio hanno manifestato il proprio dissenso dalla valutazione ottimistica e dalla generale apertura di credito che il documento contiene rispetto alla nuova coalizione governativa di centrosinistra. Le opposizioni hanno rilevato che il nuovo governo esprime l’obiettivo mutamento di clima politico determinatosi con la caduta di Andreotti, sconfitto dalle lotte operaie e dalla mobilitazione democratica e antifascista. Tuttavia, attraverso vari interventi nel dibattito esse hanno sostenuto che il nuovo centrosinistra nasce con pesanti ipoteche confermate dalle conclusioni del congresso DC che esprimono un chiaro disegno di stabilizzazione sociale e politica riconducibile alle esigenze di vasti settori del padronato pubblico e privato, la cui egemonia continua oltre i cambiamenti di formula politica.

Sulla stessa linea, coerentemente alle indicazioni del loro recente congresso nazionale, si sono espressi nel dibattito e nel voto anche i rappresentanti di Gioventù Aclista.

La debolezza politica e le difficoltà dell’attuale maggioranza di centrodestra si sono manifestate di fronte alle dimissioni di due Segretari Nazionali - di cui una motivata con ragioni di dissenso di linea politica - e su altri punti all’ordine del giorno riguardanti l’assetto degli organi esecutivi ed i rapporti interni tra le varie componenti. Infatti. mentre il Presidente Carboni ha dovuto riconfermare la piena legittimità dell’azione svolta dalle opposizioni riconoscendo il diritto all'organizzazione del dissenso ed alle sue autonome manifestazioni, nel corso dei lavori del Consiglio Nazionale la maggioranza di centrodestra, ha di fatto impedito alla "sinistra ACLI" (Brenna), con evidente forzatura, di completare la propria rappresentanza nel Comitato Esecutivo. A seguito di tale fatto, la "sinistra ACLI" ha annunciato le dimissioni dell’altro suo rappresentante nell’Esecutivo e la sospensione della partecipazione a tutti gli organi direttivi e consultivi delle ACLI e degli Enti di Servizi Sociali. Da parte sua, "alternativa aclista" (Gabaglio) ha annunciato che esaminerà il comportamento da assumere in relazione a questi gravi episodi".

(da Adista n. 322 del 18 luglio 1973)

 

1974: LE RAGIONI DELL’ABBONAMENTO AD ADISTA

 

Un anno fa invitavamo abbonati e amici a sostenere l'ADISTA perché la giudicavamo ancora uno strumento utile, pur nella sua modestia, a contrastare il riflusso che sembrava ributtare in alto mare gruppi e movimenti cristiani collocatisi a sinistra.

L'involuzione delle ACLI era ancora fresca dell'aria sottile di Roccaraso, il fallimento elettorale del MPL segnava la morte prematura di una iniziativa generosa anche se non priva di ambiguità, il governo Andreotti con gesuitico cinismo minacciava oggettivamente di far regredire il paese a lidi autoritari. Nonostante tutto questo, si diceva un anno fa, che non deve mancare "l'ottimismo della volontà" perché la base, il movimento dei lavoratori è in piedi. Ciò valeva anche per il cosiddetto "mondo cattolico", come sono venuti dimostrando quest'anno la vittoria del Partito Democratico Popolare in Val d'Aosta, l'unità d'intenti e di azione delle "sinistre" delle ACLI, il convegno dei "Cristiani per il socialismo" di Bologna. Sono alcuni dei fatti più salienti; altri se ne potrebbero ricordare, di non minore significato. Assai rilevante è anche che questi segni di ripresa si manifestino in un clima politico generale meno irrespirabile e, nelle ultime settimane, polarizzato dalla proposta comunista sul "compromesso storico", una proprietà certamente aperta alla costruzione di un'alleanza nella quale i "cristiani di sinistra" possono svolgere un ruolo non secondario. Per ADISTA ne consegue il dovere di continuare e, possibilmente, potenziare il suo ruolo di "portavoce" di gruppi e iniziative che si propongano di sgretolare il monolito democristiano. Ma è evidente che continuità e potenziamento dipendono prevalentemente dal sostegno degli amici che finora hanno riconosciuto nell'agenzia un loro "portavoce". Ad essi il gruppo redazionale chiede di continuare nell'impegno di collaborazione inviando materiale e proposte, rinnovando l’abbonamento per il 1974 e trovando nuovi abbonati. Ai nostri amici non risulterà certamente pesante l'aumento della quota di abbonamento: si sa che l'aumento dei prezzi colpisce soprattutto i piccoli. (...)

(da Adista n. 337 del 22 novembre 1973)

 

CRISTIANI DI ROMA: SERVIZIO CIVILE, SUBITO!

 

Doc. n. 624 -Roma-adista. Un gruppo di cristiani di Roma ha effettuato nei giorni scorsi uno sciopero della fame per chiedere il reale funzionamento della legge sull’obiezione di coscienza.

"Siamo alcuni sacerdoti e cristiani di Roma. Iniziamo un digiuno penitenziale allo scopo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e del governo sul problema degli obiettori di coscienza.

Il 15 dicembre 1972 fu approvata dal Parlamento una legge per riconoscere, anche in Italia, l’obiezione di coscienza. A un anno di distanza, la legge non può funzionare perché manca il regolamento di attuazione (mentre i tribunali militari hanno continuato a condannare obiettori).

Non un giovane è partito per il servizio civile alternativo a quello militare. Servizio civile è soprattutto: assistenza e istruzione degli emarginati (invalidi, infanzia abbandonata, baraccati, vecchi, soli o in ospizio, orfani, analfabeti, malati, giovani in istituti di rieducazione, carcerati, ecc.). Il ministro della difesa ha deciso ora di risolvere semplicisticamente questi problemi inviando tutti gli obiettori a fare i Vigili del fuoco (ma con 8 mesi in più rispetto al servizio del non obiettore).

Noi sacerdoti e cristiani vediamo in ciò un’offesa a questa meritevole e coraggiosa minoranza di cittadini, per cui facciamo nostre le loro motivazioni morali, politiche e religiose. L’obiezione di coscienza è un impegno concreto per la pace.

Come cristiani crediamo che una decisa lotta popolare nonviolenta sia l’unica alternativa possibile alla grave violenza degli eserciti. L’esperienza storica ci ha mostrato che gli eserciti sono troppe volte ad esclusivo servizio dei ricchi contro i poveri, dei potenti contro gli oppressi. Facciamo appello ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà perché si uniscano a noi, si rimedi al malfatto e si permetta agli obiettori di svolgere tutti i servizi di cui gli emarginati hanno bisogno". (da Adista n. 342 del 24 dicembre 1973)

 

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