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1995 - CROLLA IL DOGMA DELL'UNITA' POLITICA DEI CATTOLICI

Tratto da: Adista Notizie n° 2728 del 05/04/2008

Dopo la crisi di governo seguita alla caduta del governo Berlusconi, Scalfaro affida a Lamberto Dini, ex ministro del Tesoro nel governo Berlusconi, l'incarico di formare un nuovo esecutivo, che ottiene la fiducia (17 gennaio) grazie ai voti dei Progressisti (meno Rifondazione), del Ppi e della Lega Nord. I ministri sono "tecnici" e il governo presenta una lista di obiettivi da raggiungere prima di portare il Paese ad elezioni anticipate. Ma Dini fa una politica assai poco "tecnica", come il varo (4 agosto) di una riforma delle pensioni quasi uguale a quella che costò la poltrona a Berlusconi. La nascita del governo provoca inoltre l'ennesimo dramma a sinistra. Rifondazione Comunista si divide: alla Camera 14 deputati, tra i quali l'ex segretario Garavini ed il capogruppo Crucianelli, votano la fiducia al governo. Espulsi dal partito, danno vita ai Comunisti Unitari (gruppo che nel '98 confluirà nei Ds). Proseguono intanto le grandi manovre a destra, con Fini che porta a compimento il maquillage del Movimento Sociale: tra il 23 ed il 29 gennaio, al Congresso di Fiuggi, l'Msi si scioglie per confluire dentro Alleanza Nazionale. Una minoranza del partito esce con l'ex ordinovista Pino Rauti per dar vita al Movimento Sociale Fiamma Tricolore. Dall'altra parte, il centrosinistra è scosso (2 febbraio) da una nuova "discesa in campo": è quella di Romano Prodi (nel '78 ministro dell'Industria nel IV governo Andreotti, poi presidente dell'Iri dal 1982 al 1989 e di nuovo nel '93, col compito di liquidare l'ente di Stato) che si candida a leader di una nuova coalizione di centrosinistra per battere Berlusconi. A fine anno (13 dicembre) presenta ufficialmente il suo nuovo progetto politico: nasce L'Ulivo. Anche il centro è in fermento: il segretario del Ppi, Rocco Buttiglione, apre improvvisamente a Berlusconi e ai suoi alleati. Ma l'ala sinistra non è d'accordo, e chiede la convocazione del Consiglio Nazionale, che si spacca (11 marzo): con 102 "no" e 99 "sì", passa la linea della sinistra interna. Ma Buttiglione contesta l'esito del voto. È scissione: l'ala sinistra fonda "I popolari", con segretario Gerardo Bianco. Buttiglione dà vita ai Cristiani Democratici Uniti e va con il Polo. Il 23 aprile si vota per le elezioni regionali. La vittoria va al centrosinistra. Ma l'11 giugno si vota anche per 11 referendum. Tre di questi sono particolarmente importanti: quello sulle concessioni Tv, che impedirebbe la concentrazione nelle mani di un unico proprietario di tre reti televisive; quello sul limite da porre alle concessioni della pubblicità e quello che mette un tetto agli spot. Ma - complice lo scarso impegno del Pds e la campagna per il "no" scatenata sulle reti Mediaset - Berlusconi la spunta. Frattanto, Andreotti viene rinviato a giudizio (2 marzo) dalla Procura di Palermo per concorso in associazione mafiosa (il processo prende avvio in settembre); la Procura di Firenze (febbraio) individua come mandanti degli attentati del '93 i capimafia latitanti Leoluca Bagarella (poi arrestato il 2 luglio) e Giovanni Brusca; Vittorio Mangano, braccio destro di Pippo Calò ed ex stalliere di Berlusconi (raccomandato da Marcello Dell'Utri) ad Arcore, viene arrestato per associazione mafiosa (4 aprile).

Sembra aver termine (ma sarà solo una breve pausa) la tragedia dei Balcani. L'11 luglio militari serbobosniaci entrano nell'enclave di Srebrenica, deportano e trucidano circa 7mila bosniaci musulmani. Poi, sotto la minaccia dei raid aerei della Nato, che a fine agosto entra nel conflitto a fianco dei croati (con la benedizione del papa), inizia il processo di pace che culmina il 21 novembre a Dayton (Usa) con un accordo fra serbi, croati e bosniaci. Nonostante le azioni degli "ecoguerriglieri" di Greenpeace, che tentano clamorosamente di occupare l'atollo di Mururoa, e la rivolta degli abitanti di Papete, capitale della Polinesia, il 5 settembre una bomba atomica pari a quella di Hiroshima viene fatta esplodere dalla Francia nei pressi dell'atollo. È il primo di una serie di esperimenti nucleari che desteranno indignazione in tutto il mondo. Il 4 novembre, a Tel Aviv, Il premier israeliano Yitzhak Rabin viene assassinato da un estremista di destra contrario al processo di pace.

Mentre emergono le terribili responsabilità dei vertici della Chiesa argentina durante la dittatura (Pio Laghi in testa), il papa, che contro gli ecclesiastici complici del sanguinario regime non fa nulla, continua ad occuparsi di reprimere il dissenso. E nell'enciclica Evangelium vitae (25 marzo) definisce "tirannici" i parlamenti che legittimano l'aborto. Nel corso dell'anno, il Vaticano costringe (13 gennaio) alle dimissioni mons. Jacques Gaillot, vescovo di Evreux (Francia), schierato con gli esclusi, i sans papier, gli omosessuali; rimuove il missionario comboniano p. Renato Kizito Sesana dalla direzione della rivista keniana New People. L'insurrezione zapatista dell'anno precedente, e le pressioni internazionali, convincono però il Vaticano a non silurare il vescovo del Chiapas, mons. Samuel Ruiz, cui affianca però - come coadiutore con diritto di successione - il conservatore mons. Raúl Vera Lopez (che si convertirà però ben presto alla causa degli ultimi). Nella Chiesa italiana si acuisce intanto lo scontro tra il direttore della Caritas di Roma Di Liegro e Ruini, che non gli perdona di essersi tenacemente opposto ad ogni tentativo di inquadrare la Caritas nella logica delle strutture curiali. Sulla stessa linea, prende corpo il disegno ruiniano di egemonia della presidenza Cei sui media ecclesiali. Ma i paolini si oppongono. Al Convegno della Chiesa italiana a Palermo la linea del card. Ruini si impone invece su tutto e tutti: dalla scelta dei relatori alla selezione dei partecipanti, dalla definizione dei contenuti allo svolgimento dei lavori delle commissioni. In tandem col papa, Ruini traccia il profilo della Chiesa italiana: superata l'unità politica dei cattolici, prende corpo il "progetto culturale".

IL J'ACCUSE DELLE MADRI DI PLAZA DE MAJO NELLA CATTEDRALE DI BUENOS AIRES

 

27281. BUENOS AIRES-ADISTA. "Nunzio apostolico Pio Laghi, reclutavi assassini e torturatori invece di sacerdoti e maestri. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome. Arcivescovo Antonio Plaza, osservavi sorridente come violavano, torturavano e assassinavano i nostri figli. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome (...)". Nel silenzio della Cattedrale di Buenos Aires, le Madri di Piazza di Maggio hanno chiamato, con voce alta e ferma, uno per uno gli uomini di Chiesa che si sarebbero sporcati di connivenza con gli assassini dell'ultima dittatura argentina, e hanno gridato il crimine di cui l'accusano, intercalando come in una litania: "Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo nome". Non si sono fermate qui, le coraggiose Madri: hanno girato la città e attaccato alla porta di casa dei tanti ecclesiastici "conniventi" (ben più di quelli "chiamati" in Cattedrale) un cartello con una sola parola a caratteri cubitali: "Assassino!". È successo giovedì 7 marzo. (...)

 

Razza di vipere! "... cadrà su di voi tutto il sangue innocente sparso sulla Terra"

La Chiesa vi ordinò sacerdoti per difendere la vita e insegnare il Vangelo. La Chiesa vi chiamò per guidare il Popolo verso l'amore e la solidarietà. Dio vi chiese di credere in Gesù e obbedire ai suoi comandamenti. Gesù è morto per vivere in voi come pegno di amore, di pace e di misericordia. Ma voi avete tradito Dio e la Chiesa e il Popolo.

Mentre alcuni sacerdoti davano la loro vita, voi facevate un patto con la morte. Mentre molti morivano per Cristo e per il loro Popolo, voi vi vendevate per denaro.

Migliaia di giovani, bambini e anziani brutalmente assassinati... in nome di Cristo!

Migliaia di uomini e donne selvaggiamente torturati... in nome della Chiesa!

ARCIVESCOVO ANTONIO PLAZA

Osservavi sorridente come violavano, torturavano e assassinavano i nostri figli. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

VICARIO CASTRENSE MONSIGNOR TORTOLO

Fosti ordinato per servire Dio, ma hai preferito servire i generali corrotti. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

PADRE ASTIGUETA

Ti avvicinasti travestito da pecora, ma eri ben più che un lupo rapace e sanguinario. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

PADRE JULIO MACKINSON

Insegnavi la dottrina della sicurezza nazionale, invece del Vangelo. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

NUNZIO APOSTOLICO PIO LAGHI

Reclutavi assassini e torturatori invece che sacerdoti e maestri. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome

VESCOVO CHRISTIAN VON WERNICH

Costruivi lussuose cattedrali con la fame del popolo. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

MONSIGNOR NICOLAS DERISI

Celebravi messe solenni per festeggiare la morte dei nostri figli. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

MONSIGNOR GRASSELLI

Confortavi gli assassini e li incoraggiavi perché continuassero ad uccidere. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

SACERDOTE REGUEIRA

Ti sei servito della confessione per interrogare i prigionieri. Non perdonarlo Signore, perché agiva nel tuo Nome.

Per questo ti preghiamo Signore, perché cada su questa razza di vipere tutto il sangue innocente sparso. Ti preghiamo Signore, perché getti via dalla tua Chiesa questi serpenti. Essi hanno trasformato la tua Chiesa in un covo di banditi.

(da Adista 19/95)

 

I GAY CREDENTI AI DELEGATI DI PALERMO: "SIAMO CHIESA, MA CI COPRITE DI SILENZIO"

 

27695. FIRENZE-ADISTA. (...)

Cari fratelli e care e sorelle,

con spirito di carità ci rivolgiamo a voi riuniti in Palermo per il III Convegno ecclesiale della Chiesa cattolica italiana "Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia".

L'esistenza di numerosi gruppi di persone omosessuali cristiane, diffusi in molte città italiane, è oggi una realtà con la quale l'insieme della Chiesa si troverà, presto o tardi, a fare i conti. Alcuni li hanno già fatti, denunciando pericoli per "la stabilità della famiglia", parlando addirittura di presunte "lobbies gay" o definendo l'omosessualità come "eutanasia della società umana". A queste voci non sono mancate autorevoli conferme magisteriali. (...)

Noi ci presentiamo a voi non come una realtà estranea ma come rappresentanti di persone che si sentono profondamente inserite, anche se con sofferenza, nel corpo ecclesiale.

Ci rivolgiamo a quelli che non credono che i problemi si possano risolvere con condanne e anatemi: a quelli che sospettano ci sia qualcosa che non va quando una questione ecclesiale viene risolta dicendo a una parte del corpo: "Non abbiamo bisogno di voi" (cfr 1Cor 12,21).

La questione omosessuale sessuale all'interno della Chiesa cattolica italiana è qualcosa di molto serio. Ogni anno decine e decine di giovani appartenenti, in modo spesso molto attivo, alle parrocchie, ai movimenti o ad altre realtà ecclesiali, scoprono che il loro orientamento sessuale non è quello dei più, ma che i loro desideri, i loro pensieri e anche i loro progetti di vita si indirizzano verso persone del loro stesso sesso. Su questa realtà esistono numerose testimonianze spesso drammatiche e dolorose a causa della discriminazione inaudita di cui queste persone sono fatte oggetto anche all'interno della loro stessa comunità di fede. Quello che fino ad un istante prima era un giovane volenteroso, un modello di dedizione e di servizio, se soltanto accenna alla sua realtà interiore diventa un "mostro" o, nel migliore dei casi, un povero malato. Ed è, in realtà, lo stesso ragazzo o la stessa ragazza del giorno prima.

Queste cose accadono e le soluzioni che vengono per lo più prospettare sono fortemente discriminatorie, inefficaci e spesso assolutamente estranee alla vita delle persone. La questione, come dicevamo, è molto seria e sappiamo che non può essere risolta a breve termine, ma non possiamo non chiederci (e non chiedervi) che cosa significhi il fatto che a una grossa questione, quando è posta, si risponda con il silenzio o con la condanna.

È significativo il fatto che nessun vescovo in Italia abbia risposto all'invito di predisporre adeguate iniziative pastorali nei confronti delle persone omosessuali credenti, contenuto nel documento vaticano del 1986 "Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali".

Per di più nessuno di noi vuole fare "propaganda" per uno "stile di vita gay" e nessuno di noi si è mai sognato di portare avanti "attacchi" o addirittura "attentati" alla famiglia. Quello che chiediamo, invece, è che si inizi a stabilire un confronto sereno e costruttivo fra fratelli e sorelle appartenenti alla stessa Chiesa di Gesù Cristo.

Per fare questo sono necessarie due cose. In primo luogo gli interlocutori del dialogo devono ri-conoscersi e rispettarsi vicendevolmente. In secondo luogo, è indispensabile che nel confronto si tenga conto dei più recenti studi psicologici e teologici.

(...) Vi chiediamo dunque di parlare di queste cose, di sospendere l'atteggiamento di condanna che crea danni e di trovare del tempo per conoscersi. Grazie a Dio, alcuni vescovi e teologi già lo hanno fatto e lo fanno, anche se spesso in modo catacombale, ma perché dobbiamo vivere quest'atmosfera di paura e di sospetto nella Chiesa?

Vi auguriamo un buon lavoro sui temi del Convegno e rimaniamo vostri fratelli e sorelle in Cristo Gesù.

(da Adista n. 79/95)

 

 

 

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