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1997 - TORNA LA SCOMUNICA

Tratto da: Adista Notizie n° 2728 del 05/04/2008

L’anno politico si apre con il Congresso del Ppi. Franco Marini (12/1) è eletto segretario del partito con il 58,1% dei voti. Altro congresso, a febbraio: quello del Pds. D'Alema viene confermato segretario con l'88% dei voti. Consenso reso solo un po’ meno "bulgaro" dalla dissociazione della sinistra interna. Ricevuta l’investitura, l’asse D’Alema-Marini inizia le manovre per scardinare gli assetti, ritenuti troppo sbilanciati a sinistra, del governo Prodi. Il primo passo è la Commissione Bicamerale istituita (6 febbraio) per "fare" le riforme istiuzionali. Nonostante Berlusconi continui a paventare la minaccia comunista e postcomunista, Forza Italia, con Ccd e Cdu, vota compatta per assegnare la presidenza della Commissione al segretario del Pds. An si astiene. La Lega abbandona l'aula ("che facciano pure le prove dell'inciucio con D'Alema premier e i due paggetti Fini e Berlusconi", dice Bossi). A fine maggio la Lega deciderà di disertare i lavori della Bicamerale, per poi tornare improvvisamente sui suoi passi e scompigliare i fragili equilibri raggiunti. Ma il 20 giugno la "nuova Italia" è servita per dessert, in casa Letta, dove si incontrano in gran segreto D'Alema, Berlusconi, Marini e Fini. Riforma del sistema radiotelevisivo, conflitto di interessi e questione giustizia vengono sacrificati sull’altare di un compromesso - il cosiddetto "patto della crostata" - che consente, a fine giugno, alla Bicamerale di concludere i lavori approvando l’elezione diretta del capo dello Stato, il premierato forte, il sistema elettorale a doppio turno, il federalismo, la sussidiarietà, la separazione delle carriere tra pm e giudici. La palla passa al Parlamento, che dovrebbe ratificare. Il governo Prodi, intanto, vivacchia, tra privatizzazioni (quella di Telecom è la più grossa mai fatta a livello europeo), incentivi per la rottamazione di auto e motorini (la Fiat, che fa boom di vendite, ringrazia), provvedimenti come il «pacchetto Treu» sull'occupazione (che, tra l’altro, istituisce i famigerati co.co.co.), "risanamento" dei conti pubblici. Ma deve fronteggiare anche l’emergenza clandestini seguita alla grave crisi che sconvolge a febbraio l’Albania, in rivolta contro il governo corrotto di Sali Berisha (il 28 marzo, sul canale d'Otranto, una nave albanese affonda: muoiono 58 persone). E lo scandalo che coinvolge (giugno) i paracadutisti della Folgore impegnati nella "missione di pace" iniziata in Somalia nel ‘93, accusati, da foto e testimonianze pubblicate da Panorama, di torture e sevizie. Il governo decide di istituire una commissione di inchiesta, presieduta da Ettore Gallo, che, alla fine dei lavori (agosto), parla appena di "casi isolati" di cui i vertici dell’esercito non sarebbero stati a conoscenza. Poi (settembre) c’è il grave terremoto che sconvolge Umbria e Marche: ci sono morti, feriti e sfollati a migliaia. Prodi resiste, sostenuto anche dai buoni risultati alle amministrative, dove l'Ulivo vince (tranne Milano e Torino) in tutte la grandi città. Ma ad ottobre l’esecutivo cade sulla Finanziaria. Rifondazione non vuole votarla così com’è (ma l’ala cossuttiana inizia a prendere le distanze dal segretario del Prc). Poi decide di bere l’amaro calice, ma chiede l’introduzione delle 35 ore lavorative e una svolta in ambito sociale. La Confindustria boccia senza appello.

Uno sguardo al mondo. Il 22 aprile, a Lima, 14 militanti del movimento dei Tupac Amaru guidati da Nestor Cerpa Cartolini, che da mesi occupavano l'ambasciata giapponese per richiedere la scarcerazione dei loro compagni prigionieri nelle carceri peruviane, vengono massacrati nel corso dell’intervento delle forze speciali di Fujimori. Il 1° maggio, in Gran Bretagna, dopo 18 anni di governo conservatore, i laburisti di Tony Blair vincono le elezioni. Quel mese, il sud-est asiatico è colpito da una grave crisi economica, che ha ripercussioni sulle borse di tutto il mondo. L’11 dicembre, la Convenzione dell’Onu sui cambiamenti climatici di Kyoto presenta un Protocollo per la riduzione entro il 2012 dei gas serra. Il 22 dicembre, in Chiapas, un gruppo paramilitare massacra una comunità indigena nell'ora della messa; muoiono 45 persone, tra cui 4 donne incinte.

Dopo un anno di relativa calma, il Vaticano torna al suo febbrile lavoro di repressione: con una "Notificazione" datata 2 gennaio scomunica il teologo Tissa Balasuriya per il suo libro Mary and human liberation, che "scalza su punti essenziali la fede cristiana"; biasima la Conferenza dei religiosi colombiani rea di aver usato uno stile "rivendicativo, aggressivo e critico verso la stessa gerarchia ecclesiastica"; limita radicalmente - con una Istruzione interdicasteriale firmata il 15 agosto dai capi di otto dicasteri e uffici della Curia - la collaborazione dei laici al ministero dei sacerdoti; fa chiudere l'Istituto Interreligioso e il Centro di Studi cattolici di Città del Messico e l'Istituto Teologico gesuita del Colegio Maximo de Cristo Rey, troppo schierati con la Teologia della Liberazione; vieta di pubblicare a tre teologi sudcoreani, p. John Sye Kong-seok, p. Paul Cheong Yang-mo e p. Edouard Ri Je-min, perché sostengono idee "per nulla conformi alla dottrina cattolica", su temi come il sacerdozio femminile, il celibato dei preti, l'inculturazione; blocca (20 settembre) la traduzione inglese dei libri liturgici fatta dalla Conferenza episcopale Usa. Insomma, anche se Wojtyla cerca di salvare le apparenze mediatiche, invitando Bob Dylan a cantare al Congresso eucaristico di Bologna (settembre), la "musica" è sempre la stessa. Anche nella Chiesa italiana, dove il card. Ruini prosegue nel suo disegno egemonico sui media cattolici e arriva ad ottenere dal papa (11 febbraio) un decreto di commissariamento dei religiosi paolini, mentre ad agosto, all’Assemblea Ecumenica di Graz, impone alla delegazione italiana di non votare sul documento finale, in dissenso, sembra, su un passaggio dedicato al ruolo delle donne nella Chiesa.

 

PERÙ: NELL'AMBASCIATA SI AGGIRA UN MEDIATORE "OMBRA". È MONS. CIPRIANI

 

28411. LIMA-ADISTA. Una strana figura si muove sulla scena dell'occupazione dell'ambasciata giapponese in Perù da parte dei guerriglieri del Mrta, il Movimento rivoluzionario Tupac Amaru. E il vescovo di Ayacucho mons. Luis Cipriani, membro dell'Opus Dei e aperto sostenitore del governo, uno dei vescovi preferiti dal presidente Alberto Fujimori. Considerato un "duro" della Chiesa cattolica peruviana, grazie al suo conservatorismo politico e religioso, Cipriani, che non vuole sentir parlare di povertà in Perù, dal momento che "contadini e operai spendono denaro per ubriacarsi e divertirsi in feste religiose, riunioni sociali o nel fine settimana", non ha tardato a regalare ai Tupac Amaru la definizione di "miscuglio di traditori, assassini e codardi che nascosti nel terrore hanno dato la morte a migliaia di peruviani, in maggioranza di umili condizioni".

Il vescovo si è imposto all'attenzione per le sue continue quanto misteriose incursioni nell'ambasciata del Giappone, che hanno fatto sorgere svariati interrogativi riguardo ad un suo possibile ruolo di mediatore, nonostante le ripetute smentite. La prima apparizione di Cipriani all'ambasciata è del giorno di Natale, motivata ufficialmente dalla volontà di celebrare una messa tra gli ostaggi, tra i quali si trovano ancora il ministro peruviano delle Relazioni Esterne Francisco Tudela, personaggio in stretto rapporto con l'Opus Dei, ministri di Stato, deputati, responsabili di varie multinazionali giapponesi presenti in Perù nonché il fratello minore del presidente Fujimori. Il vescovo si è trattenuto nella sede diplomatica per 7 ore, tempo sufficiente per celebrare ben più di una messa. Appena il giorno successivo, Cipriani è tornato nuovamente all'ambasciata restandovi tre ore, in compagnia del mediatore ufficiale (il rappresentante della Croce Rossa Internazionale Michael Minning), dichiarando poi in conferenza stampa di credere alla possibilità di avanzare a piccoli passi verso un autentico processo di pace. Rinunciando a sorpresa al suo stile polemico, Cipriani ha detto di aver colto in tutti i presenti uno spirito di pace e di riconciliazione e ha lasciato intendere che i colloqui tra rappresentanti del governo e del Mrta proseguono per vie sotterranee. Il primo gennaio, il vescovo membro dell'OpusDei è ancora una volta tornato nella sede diplomatica occupata e, ancora una volta, ufficialmente per celebrare la messa. Ufficio questo che sarebbe comunque in grado di svolgere anche un sacerdote gesuita che si trova tra i sequestrati. Secondo uno degli ostaggi già liberati dai Tupac Amaru, Cipriani potrebbe invece essersi fatto porta voce con il Mrta di una proposta del presidente Fujimori. E sono in molti a vedere nell'intervento del vescovo di Ayacucho una nuova carta nelle mani del presidente, la cui strategia è stata quella di negare legittimità al Movimento rivoluzionario, limitando al massimo i contatti con i ribelli e riducendo tutta la questione a un problema umanitario. Strategia oltremodo disturbata dalla decisione unilaterale del governo dell'Uruguay di liberare i prigionieri del Mrta in cambio della liberazione dei proprio ambasciatore.

(da Adista n. 3/97)

 

RELIGIOSI DI INGHILTERRA E GALLES DIFENDONO BALASURIYA: CARD. RATZINGER SI RAVVEDA

 

28472. LONDRA-ADISTA. Hai sbagliato; puoi riparare con un atto di giustizia. Così si rivolge al card. Joseph Ratzinger la Conferenza dei religiosi di Inghilterra e Galles, in solidarietà a p. Tissa Balasuriya, il teologo dello Sri Lanka scomunicato dal Vaticano. Riuniti nel loro incontro annuale a Derbyshire, in rappresentanza dei 10.000 religiosi anglosassoni, i 150 superiori hanno infatti firmato una lettera al prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in cui sollecitano la revoca della scomunica "in nome della giustizia" e l'avvio di un processo "in nome del trattamento umano dovuto" a un servo fedele della Chiesa. "Crediamo che sia vitale per la Chiesa, quando si proclamano verità fondamentali, rendere il messaggio significativo per il popolo con cui stiamo lavorando, per la sua cultura e le sue condizioni, specialmente nel Terzo Mondo", ha commentato in proposito Sr. Gabriel Robin, segretaria generale della Conferenza dei Religiosi. (...)

Di seguito il testo integrale del documento.

 

Eminenza, noi sottoscritti, religiosi e religiose d'Inghilterra e Galles, scriviamo per esprimere il nostro shock e la nostra seria costernazione di fronte alla recente scomunica di p. Tissa Balasuriya. Lo conosciamo e lo rispettiamo come uomo profondamente religioso che ha dedicato tutta la sua vita a lavorare per la Chiesa e per il più povero e impoverito tra i popoli. Per quanto comprendiamo, non ha negato formalmente alcuna dottrina. AI contrario, ha già firmato la Professione di Fede di Papa Paolo VI e ha dichiarato la sua disponibilità a correggere qualsiasi errore che venga dimostrato tale. Ritiene che ciò che ha voluto dire sia stato travisato e distorto. Le sue obiezioni non sono state correttamente esaminate e non c'è stata un'adeguata discussione con p. Tissa sui punti dottrinali in questione.

Le chiediamo, pertanto, in nome della giustizia, di revocare questa scomunica e di fare in modo che sia istituito un regolare processo e che a p. Tissa sia data la possibilità, con l'aiuto di altri teologi, di difendersi e di discolpare il suo nome.

Le chiediamo, anche in nome del trattamento umano dovuto ad un uomo che è stato servo fedele della Chiesa nel corso della sua vita religiosa, nonché in considerazione della sua età, di revocare una condanna tanto anomala e definitiva.

(da Adista n. 29/97)

 

 

"FAMIGLIA CRISTIANA": "ETERO" O "OMO", PURCHÉ SIA L'AMORE CHE CRISTO CI INSEGNA

 

28734. MILANO-ADISTA. Torna sul tema della omosessualità don Leonardo Zega, direttore di "Famiglia cristiana", nella sua rubrica di colloquio con i lettori. E "senza imbarazzi", "nonostante il 'rumore' suscitato qualche tempo fa da un altro mio intervento". Un intervento che gli si ritorse contro, perché venne tacciato di permissivismo e si andò ad aggiungere agli altri motivi" che valsero ai Paolini il commissariamento (v. Adista nn. 19, 21, 23, 24, 26 e 28/97). Ma non demorde don Zega, convinto com'è in coscienza (...) di non essersi mai allontanato dal solco tracciato dal Vangelo. È proprio con il Vangelo in mano che risponde sul numero del 18 giugno alla lettera di un "Abbonato di Brescia" che si dichiara omosessuale e profondamente credente. Anche l'autore della lettera ha letto i quattro vangeli alla ricerca di una strada per "camminare tra le spine senza ferirsi", e non vi ha trovato "traccia di condanna" della sua condizione. "Ma allora - si chiede - da dove viene tutto l'accanimento moralistico che vedo attorno a me? (...) E dire che, quando ho vissuto qualche storia d'amore, mi sono sentito bene, in armonia con Dio e più disponibile col mio prossimo (...). Più che ritenermi in peccato, mi veniva da ringraziare il Signore per la grazia ricevuta". "In astinenza sono teso, irascibile, tutt'altro che caritatevole: che cosa se ne fa Cristo della mia purezza, se il prezzo da pagare è così alto?".

Che nel Vangelo "i riscontri sulla morale sessuale" siano "scarsi anche se perentori", "non significa che il Vangelo sia evasivo - chiarisce il direttore di "Famiglia cristiana" - ma che è pensato come risposta a domande di natura profondamente diversa rispetto alla richiesta concreta, ma di portata molto ristretta, che sta a cuore al lettore. Il Vangelo vola più alto, "più che di sesso parla di amore" e "a tutti viene proposto lo stesso ideale: ‘Amatevi come io vi ho amato’". Quel "come", afferma Zega, "fa tutta la differenza". Certo, "la condizione normale dei cristiani" è quella di "peccatori che tendono all'ideale, non santi che l'hanno raggiunto". E "non godono di particolari privilegi uomini e donne che, per essere sposati, possono scambiarsi in pienezza i doni d'amore". "Non voglio con ciò sottovalutare - continua don Zega - la gratificazione gioiosa che la reciprocità del dono fisico può dare. Del resto anche il nostro lettore ha conosciuto quest'esperienza e non esita a usare la parola "grazia" per definirla, pur riconoscendola in contrasto con l'insegnamento della Chiesa. Ma ancora una volta, l'amore è qualcosa di più e di diverso dalla sessualità, che ne è una componente non trascurabile ma neppure unica o preponderante. E questo amore può mancare o essere tradito anche nel matrimonio, anche in rapporti considerati "normali"". (...) il Vangelo innalza il livello delle risposte, si spinge ben oltre le "regole morali" (che non sono tutto, anche se la loro guida è necessaria per non smarrirsi nel dedalo degli istinti e delle pulsioni), perché noi impariamo a porre domande più elevate".

(da Adista n. 47/97)

 

 

 

 

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