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1998 - IL PRIMO PRESIDENTE POST-COMUNISTA A PALAZZO CHIGI

Tratto da: Adista Notizie n° 2728 del 05/04/2008

Il Pds si fa il restyling: a febbraio, infatti, il segretario D'Alema convoca nientemeno che gli "Stati Generali della Sinistra". Il partito apre le porte ai contributi di altre culture del socialismo democratico, elimina i riferimenti al comunismo (sparisce dal simbolo la piccola falce e martello, sostituita dalla rosa, simbolo del socialismo europeo), si propone come forza ormai pienamente socialdemocratica ed europeista. Il nuovo soggetto politico, definito la "Cosa 2", prende il nome di Democratici di Sinistra ed elegge (15 febbraio) D'Alema segretario. Eppure, oltre all'ingresso dei Cristiano Sociali, dei Comunisti Unitari e di qualche gruppetto di socialisti, l’operazione si rivela assai più modesta rispetto alle ambizioni. Gestazione assai più travagliata per l'Udr, partito voluto da Cossiga e nel quale, transfughi dal Polo delle Libertà, confluiscono anche parlamentari che fanno capo a Mastella (dal Ccd) e Buttiglione (dal Cdu). Proseguono intanto le fibrillazioni dentro il governo Prodi. C'è il disastro (3 febbraio) causato, in val di Fiemme: da un aereo militare statunitense, partito dalla base di Aviano, che trancia il cavo della funivia del Cermis: 20 i morti. All'origine della strage la pericolosa abitudine (più volte denunciata dalla popolazione) dei "top gun" statunitensi di volare a bassa quota. Davanti ai pm italiani, l'equipaggio fa scena muta. Prodi si indigna, il presidente Usa Clinton si scusa, ma i responsabili vengono fatti rientrare in patria e prosciolti dalla corte marziale (saranno condannati solo per aver distrutto alcune prove). Ci sono poi (marzo) i malumori a sinistra per la legge sulla "parità scolastica" che apre ai finanziamenti alle private. L’esecutivo non fa in tempo a festeggiare il traguardo (1.mo maggio) dell’ingresso dell'Italia nella moneta unica europea che (5 maggio) un'alluvione di fango causata dalla pioggia incessante travolge in Campania i paesi di Bracigliano, Siano, Sarno e Quindici: 159 morti e polemiche sui soccorsi e sulle politiche preventive per la difesa del territorio. In giugno, falliti gli ultimi tentativi di tenerla in vita, D'Alema annuncia la fine della Commissione Bicamerale. Ma di "riforme" si continuerà a parlare ancora a lungo. Dopo un piccolo "raggio di sole" (l'approvazione, in luglio, della legge che concede il diritto all'obiezione di coscienza al servizio militare), ad ottobre nella maggioranza torna aria di tempesta. Con la legge sulle 35 ore ancora in alto mare e una Finanziaria che non va, il Prc decide di revocare a Prodi l'appoggio esterno dei suoi parlamentari. Ma l'ala cossuttiana del partito non ci sta, e sceglie di continuare a sostenere il governo. Ennesima scissione. Nasce il Pdci. Prodi tenta di restare in sella: va alla conta dei voti, ma (9 ottobre) non ce la fa per un soffio. E si dimette. Scalfaro conferisce l'incarico di formare un nuovo governo a D'Alema, che (21 ottobre) ottiene la fiducia grazie al sostegno di Ulivo, Pdci, Udr e di alcuni parlamentari indipendenti. Impegnato a spostare a destra l'asse del governo, il neo-premier lascia la guida dei Ds a Walter Veltroni (ma per sé D'Alema inventa la carica di presidente). Il nuovo governo mostra subito la propria fedeltà atlantica: il 13 novembre arriva segretamente in Italia il leader del Pkk Abdullah Öcalan, ricercato dalla polizia turca, ma dopo infuocate polemiche sulla possibilità che il Paese gli offra asilo politico, Öcalan (dicembre) è costretto a lasciare l'Italia. Intanto, il 16 novembre, Erik Priebke e Karl Hass sono condannati all'ergastolo in via definitiva per la strage delle Fosse Ardeatine.

Negli Usa (gennaio) scoppia uno scandalo sessuale che coinvolge il presidente Clinton. Il 10 aprile, in Irlanda, accordo fra cattolici e protestanti dopo 30 anni di conflitto: nasce il Parlamento dell'Ulster. Il 7 agosto, le ambasciate Usa di Dar es Salaam (Tanzania) e Nairobi (Kenia) sono colpite da attacchi terroristici di gruppi legati a Osama Bin Laden: 224 morti, oltre 4.500 feriti. Netta vittoria dei socialdemocratici di Gerhard Schröder (28 settembre) alle elezioni politiche in Germania.

Nella Chiesa solita lunga lista di proscrizione. Eppure si era partiti bene, con la Congregazione per la Dottrina della Fede che il 15 gennaio revocava la scomunica a p. Tissa Balasuriya. Poi però, a febbraio, Ratzinger riapre l'inchiesta sul teologo della Liberazione peruviano Gustavo Gutiérrez; mette sotto osservazione il teologo australiano Paul Collins per il suo libro "Il potere papale. Una proposta di cambiamento per il cattolicesimo del Terzo millennio" e, con una Notificazione (24 giugno), dichiara che il gesuita indiano Anthony de Mello (morto da 11 anni) ha sostenuto nelle sue opere "posizioni incompatibili con la fede cattolica"; ancora in giugno, estromette dall'insegnamento alla Pontificia Università Gregoriana il gesuita Jacques Dupuis per il suo libro "Verso una teologia cristiana del pluralismo religioso". Anche gli altri dicasteri vaticani si danno da fare: la Congregazione per il Clero costringe il vescovo inglese mons. Peter Smith a ritirare un testo di religione per le scuole perché sosteneva la TdL e raccontava la persecuzione subita da mons. Romero, mentre la Congregazione per l'Educazione Cattolica toglie al filosofo Luigi Lombardi Vallauri la sua cattedra all'Università del Sacro Cuore di Milano. Da parte sua il papa, che il 21 gennaio compie la "storica" visita all'isola di Cuba, con il Motu Proprio Ad tuendam fidem (29 giugno) rende ancora più rigida l'applicazione della professione di fede e impone (nella lettera della Cdf che accompagna il documento) un "giuramento di fedeltà" con il quale, tra l'altro, ciascun teologo si impegna ad accogliere "fermamente" verità proclamate "in modo definitivo" dal Magistero, seppure senza una esplicita "definizione dogmatica". In un altro Motu Proprio, Apostolos suos (luglio), il papa dà un'interpretazione restrittiva del Concilio sulla natura e i poteri delle Conferenze episcopali. Ma il Sinodo dei vescovi dell’Oceania mostra che esiste ancora una Chiesa che vuole dibattere. (valerio gigante)

 

LETTERA DI P. BALASURIYA: NON HO RITRATTATO NULLA

 

29181. MANILA-ADISTA. Si spiega ma non si spezza p. Tissa Balasuriya, il teologo srilankese scomunicato lo scorso anno e recentemente (8 gennaio '98) riabilitato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (Cdf), senza aver nulla ritrattato e avendo ottenuto di firmare la professione di fede di Paolo VI e non quella scritta ad hoc per lui dalla stessa Congregazione. In occasione del convegno di "Pax Romana" a Manila (v. il numero allegato), Tissa, impossibilitato ad intervenire, ha inviato un testo per ringraziare della solidarietà e dell'affetto ricevuto durante la vicenda della sua scomunica, e soprattutto per ribadire e spiegare ancora una volta le sue tanto "sospette" posizioni espresse nel libro "Mary and Human Liberation".

Tissa ritorna sui passaggi cruciali dell'intera vicenda: sulla corrispondenza intercorsa tra lui e la Cdf; sull'opera di mediazione del Superiore generale degli Oblati Marcello Zago al quale Balasuriya si dice molto grato; sul fatto di non aver firmato la professione di fede ad personam, particolare da Tissa considerato un'indiretta ammissione da parte della Cdf che "nessun errore è stato provato nel mio libro" che, fra l'altro, "rimane in circolazione". In particolare Balasuriya ripropone i punti salienti su cui sostiene di "aver tenuto duro", punti che di seguito diamo in versione integrale in una nostra traduzione dall'inglese.

 

In questa circostanza vorrei ricordare alcuni dei punti su cui io ho mantenuto fermo il mio pensiero nel libro "Mary and Human Liberation" e nella successiva corrispondenza con la Cdf. Io ho affermato che:

- Dio è uno, ma come sottolineano i nostri sapienti i nomi di Dio e i sentieri per raggiungerlo sono molti;

- Dio solo è assoluto, tutte le teologie, in quanto espressioni umane, sono analogiche, legate ad una cultura e relative;

- "La verità" è una, ma le espressioni della verità sono molte;

- La salvezza è fondamentalmente una relazione tra Dio e la coscienza umana, come affermato dal Vaticano II (G.S. 16, L.G. 16);

- Se Maria è Immacolata, nessun bambino è concepito e nato alienato da Dio o "macchiato". Il dogma del peccato originale è compreso da molti di noi in questo senso;

- Il Battesimo non è essenziale per la salvezza dei bambini;

- La Chiesa è segno e sacramento di salvezza, ma non l'unico o il necessario mezzo di salvezza;

- Gesù Cristo è figlio di Dio e salvatore universale; Gesù di Nazareth non è l'unico salvatore dell'umanità;

- Io riconosco i diritti della Cdf e dei vescovi nella comunità cattolica all'interno di un contesto di dialogo aperto e di un esame obiettivo;

- L'imprimatur è stato accettato nei termini del Diritto Canonico e quindi vincolante per tutti i cattolici;

- Prometto di astenermi da ogni dichiarazione che sia in contraddizione con questa riconciliazione. La riconciliazione include il diritto e il dovere di lavorare per una maggiore rilevanza della teologia asiatica e per i diritti umani nella Chiesa inclusi i diritti delle donne nella Chiesa. Tutti questi sono racchiusi nel Diritto Canonico;

- La riconciliazione che ho firmato non comprende l'accettazione della posizione secondo cui la Chiesa non potrà mai ordinare donne al sacerdozio.

(da Adista n. 27/98)

 

INCULTURAZIONE, LAICI, SACERDOTI SPOSATI: UN SINODO CHE SCOTTA

 

29579. ROMA-ADISTA. Dopo la relazione d'apertura (vedi notizia precedente) l'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'Oceania ha dato il via agli interventi dei padri sinodali. Molti i temi affrontati, spesso scottanti, e dense le comunicazioni. Ma ciò che più sorprende è la modalità di espressione: i vescovi non temono di guardare realisticamente la verità in faccia, di porre domande talvolta scomode, di sollevare questioni difficili. Di seguito, alcuni stralci fra i più significativi degli interventi dei vescovi nei primi giorni dei lavori.

 

Card. Pio Taofinu'u, arcivescovo di Samoa-Apia (Samoa)

I maestri nella Chiesa devono continuare con rinnovata energia a perseguire un'umiltà spirituale e intellettuale che porti a riconoscere la validità naturale di tutte le culture, a rinunciare all'artificiale superiorità del modello culturale occidentale, a separare gli aspetti culturali nell'espressione della fede da ciò che è essenziale alla fede, affinché tutte le culture possano nel prossimo millennio udire chiaramente e nell'unità la Parola di Dio e affiché noi possiamo veramente "seguire la via di Gesù Cristo".

Il processo è difficile e impegnativo poiché, naturalmente, non vi può essere "inculturazione" senza "exculturazione". L'unità nella diversità, come chiedeva san Paolo, non si potrà mai raggiungere attraverso l'uniformità e la conformità. (...). L'uniformità rigida e acritica del rituale o la conformità imposta con norme culturali estranee e non essenziali, o, peggio ancora, con mere norme burocratiche, sono nemiche dell'unità.

Mons. John Atcherley Dew, vescovo titolare di Privata, ausiliare di Wellington (Nuova Zelanda)

Gesù ci dice "Siete il sale della terra, la luce del mondo". Diciamo ai nostri popoli, con le nostre parole e azioni, che essi sono "il sale della terra, la luce del mondo"? Se così non è, come possiamo aspettarci che restino?

Dobbiamo usare una lingua che parli al loro spirito, che li nutra e dia loro speranza. Vano sarebbe parlare di Dio, informarli, dir loro semplicemente cosa devono fare. (...) Il mondo non verrà cambiato dalle idee, dalle parole, dai sermoni o dai libri. Il mondo sarà cambiato dalla testimonianza di vite sante.

Mons. Peter James Cullinane, vescovo di Palmerston North (Nuova Zelanda)

Molti vivono la Chiesa come un labirinto di dottrine, leggi, doveri e consuetudini che possono apparire slegati, forzosi e impersonali. Quando questa diventa la loro esperienza e percezione predominante della Chiesa, quest'ultima non li trattiene più. Cercheranno Cristo persino senza la Chiesa. Abbiamo bisogno di un'immagine chiave della Chiesa che offra coesione e un tocco di semplicità a ciò che altrimenti sembrerebbe complesso e burocratico.

Mons. Michael John Malone, vescovo di Maitland?Newcastle (Australia)

Nella nostra regione abbiamo ottenuto l'indipendenza politica, economica e culturale. Perché non aspettarci l'indipendenza religiosa? Anche se la Chiesa è universale per vocazione e missione, essa assume espressioni e aspetti diversi in ciascuna parte del mondo. In Australia e in Oceania cerchiamo una Chiesa che incoraggi e stimoli la diversità.

Mons. Owen John Dolan, vescovo coadiutore di Palmerston North (Nuova Zelanda)

I sacramenti sono la ricchezza della Chiesa e devono essere trattati con riverenza e rispetto. Le leggi della Chiesa hanno il fine di garantire tutto ciò. Le leggi sono comunque mutevoli e devono essere rinnovate di tanto in tanto perché non inibiscano l'uso dei sacramenti.

Dobbiamo rivedere le leggi:

a) riguardo alla riammissione ai sacramenti delle persone che hanno contratto un matrimonio non valido. (...);

b) la riconciliazione è il primo passo per ritornare nel grembo della Chiesa. È un passo che richiede coraggio. Occorre far sì che non sia troppo difficile per le persone. La misericordia e il perdono di Dio devono essere facilmente conseguibili sacramentalmente;

c) la Chiesa insegna giustamente che una comunità ecclesiale non è completa se non ha accesso all'Eucaristia, cuore e centro della vita cattolica. Dobbiamo forse riesaminare le discipline che limitano il sacerdozio ai soli celibi? Vi è una tradizione nella Chiesa di ordinare uomini sposati. (...)

(da Adista n. 87/98)

 

 

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