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2004 - LA GUERRA AVANZA, BERLUSCONI ARRETRA

Tratto da: Adista Notizie n° 2728 del 05/04/2008

La guerra in Iraq continua a seminare morte ed instabilità internazionale. Come in Spagna, dove l’11 marzo una serie di attentati contro i treni, effettuata da una cellula marocchina affiliata ad Al Qaida, sconvolge la capitale Madrid: il bilancio in termini di vittime è di 191 morti e oltre un migliaio di feriti. Il 14 marzo sono fissate le elezioni politiche e il governo Aznar tenta di dare la colpa degli attentati all’Eta per sfruttare a suo vantaggio il clima di tensione. Ma il trucco non funziona. La matrice fondamentalista viene alla luce e il 14 marzo Aznar viene sconfitto. Nuovo capo del governo diventa il socialista Luis Zapatero. Il 20 marzo si celebra la seconda giornata mondiale contro la guerra: milioni di persone scendono in piazza in tutto il mondo, centinaia di migliaia solo a Roma. Ma la situazione precipita. Il 13 aprile in Iraq vengono rapiti quattro italiani. Uno di loro, Fabrizio Quattrocchi, viene ucciso (15 aprile); gli altri tre (8 giugno) liberati dopo un blitz delle forze speciali Usa. Ad esacerbare ulteriormente gli animi, la diffusione (28 aprile) delle prime immagini delle incredibili violenze inflitte ai detenuti iracheni dagli angloamericani nella prigione di Abu Ghraib. Il 28 giugno avviene il trasferimento formale della sovranità nazionale dalla coalizione guidata dagli Usa al governo di transizione iracheno. È nominato premier ad interim Iyad Allawi. Ma l’Iraq rimane un Paese occupato. E la situazione resta drammatica. Il 14 agosto, vengono rapiti due giornalisti francesi e un giornalista free-lance italiano, Enzo Baldoni, ucciso il 26 agosto. Il 7 settembre nuovo rapimento di cittadini italiani: si tratta di due volontarie italiane dell’associazione "Un ponte per…", Simona Pari e Simona Torretta. Verranno liberate, grazie anche ad una forte mobilitazione, il 25 settembre. Il 15 ottobre gli Usa iniziano una massiccia operazione militare contro la roccaforte della resistenza irachena a Falluja e in altri centri minori. La città verrà espugnata al prezzo di una strage e con l’uso di armi chimiche. Ma è tutto il Medio Oriente ad essere divenuto una polveriera. Nei territori occupati, il Muro di Sharon rafforza il fondamentalismo di Hamas, il cui fondatore e capo spirituale, lo sceicco Ahmed Yassin, viene però ucciso dagli israeliani in un attentato (22 marzo). L’11 novembre nuovo lutto per i palestinesi: muore il leader dell’Olp e presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Yasser Arafat.

Nel resto del mondo le cose non vanno molto meglio. E se dal 16 al 21 gennaio, a Bombay, i lavori del IV Forum Sociale Mondiale tentano di dare risposte alle contraddizioni neoliberiste, lo scenario mondiale rimane fosco: il 29 febbraio il presidente haitiano Jean-Bertrand Aristide fugge dal Paese in rivolta. Era tornato ad Haiti nel '94, accompagnato da 20mila soldati Usa. E si era fatto obbediente alle richieste dell’Fmi, conquistatando la presidenza con elezioni viziate da frodi. Il 13 maggio, in India, Sonia Gandhi, leader dell'Indian National Congress, vince a sorpresa le elezioni generali, ma le proteste dei nazionalisti (Sonia è nata in Italia) ed il sostegno esterno dei comunisti necessario alla sua coalizione per governare la inducono a rifiutare la nomina a premier. In agosto, sale alla ribalta internazionale il dramma del Darfur (regione nell’ovest del Sudan) dove la persecuzione etnica condotta dalle milizie pro-governative ha portato all’uccisione di più di 50mila persone e ad un milione di profughi. Il 15 agosto il referendum che vuole revocare il mandato del presidente Hugo Chávez viene bocciato dal popolo venezuelano. Il 3 settembre un commando di terroristi ceceni prende in ostaggio un'intera scuola a Beslan, territorio caucasico della Federazione Russa. Delle oltre mille persone sequestrate ne moriranno 330, di cui 186 bambini. Il 2 novembre George W. Bush batte John Kerry alle elezioni presidenziali ottenendo il suo secondo mandato presidenziale. Ma al peggio non c’è mai fine e l’anno si chiude (26 dicembre) con il terribile maremoto che sconvolge il Sud-Est Asiatico, dalle coste della Thailandia e dell'Indonesia fino allo Sri Lanka e parte dell'Africa, causando oltre 400mila vittime tra morti e dispersi.

In Italia cresce il malumore nei confronti del governo Berlusconi. E se alle elezioni europee del 12 e 13 giugno il centrosinistra ottiene 37 seggi e il centrodestra 36 (per la prima volta Ds e Margherita, insieme a Sdi e Repubblicani, si presentano sotto un unico simbolo, "Uniti nell'Ulivo", raccogliendo il 31,1% dei voti), alle elezioni amministrative il centrosinistra prevale in maniera più netta (con Rifondazione che fa il restyling e sposa la causa della nonviolenza). Ma la Casa delle Libertà non si scompone: imperterrita, si impegna a riscrivere - da sola - la Costituzione (nascono a fine anno i Comitati per la difesa della Carta del ‘48, promossi anche da molti cattolici), mentre il governo vara controversi provvedimenti (ma il 13 gennaio la Corte Costituzionale dichiara illegittimo il lodo Schifani) come la Riforma Moratti, che ridisegna la scuola italiana ad uso e consumo delle imprese, o la legge Gasparri, che ridisegna il sistema radiotelevisivo ad uso e consumo di Berlusconi. In porto anche la legge 40 che limita la fecondazione assistita. Intanto la Cassazione (10 giugno) consegna alla storia, senza colpevoli, la strage di piazza Fontana, assolvendo i neofascisti di Ordine Nuovo, Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni.

Mentre le condizioni di salute del papa peggiorano e la Chiesa è nel mezzo di una bufera mediatica e giudiziaria per i casi di pedofilia negli Usa, in Italia i media ignorano il caso di Marco Marchese, ragazzo abusato nel seminario di Agrigento da don Bruno Puleo (che patteggia 2 anni e mezzo di carcere). Il vescovo di Agrigento, mons. Ferraro, sapeva ma ha taciuto. Polemiche dentro l’Azione Cattolica, per la "pace", siglata con Cl dai vertici dell’Ac, il 24 agosto, dietro l’abile regia della Cei. Ma soprattutto, per la kermesse-pellegrinaggio dell’Ac a Loreto (settembre), cui viene invitato Gianfranco Fini. (valerio gigante)

 

RIGNANO IN RIVOLTA CONTRO LA RIMOZIONE DEL PARROCO

 

32408. RIGNANO GARGANICO-ADISTA. Un caso, quello di don Fabrizio Longhi, parroco di "Maria Santissima Assunta" a Rignano Garganico (diocesi di San Severo) che rischia di assomigliare molto a quello di don Vitaliano Della Sala. Il suo vescovo, mons. Michele Seccia, nel corso di una rapida (e inattesa) visita alla comunità di Rignano, durante la messa mattutina del 20 giugno scorso ha comunicato, laconicamente, alla comunità parrocchiale che il suo parroco, a partire dall'1 settembre 2004, dovrà lasciare il suo incarico mentre potrà continuare a celebrare messa in paese solo fino al 16 agosto prossimo, festa patronale in onore di San Rocco, protettore della cittadina. Don Fabrizio, ha spiegato il vescovo, era in scadenza di mandato ed ha poi aggiunto che il sacerdote verrà destinato ad un altro incarico, ma non ha specificato quale.

Don Fabrizio Longhi, 43 anni a luglio, originario del bergamasco, oltre che parroco a Rignano da ormai 12 anni, è anche responsabile regionale per la Puglia del Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza (Cnca) e, in questa veste, si occupa da diversi anni di prostituzione, tossicodipendenze, alcolismo, omosessualità, disagio psico-fisico e di criminalità in Puglia e in Italia. Prete libero e anticonformista, era salito alla ribalta delle cronache nazionali lo scorso Natale, quando, la notte del 24 dicembre, aveva affidato l'incarico di fare l'omelia a Pasquale Quaranta, giornalista e militante del movimento gay (v. Adista 4/04). "L'omosessualità non è una malattia, non è perversione, né trasgressione, né moda e - la cosa che mi preme sottolineare ora - non è peccato!", aveva detto Pasquale dall'altare: "Troppe persone fanno ancora dipendere la loro pace dal parere della gerarchia, come se essa fosse 'la Chiesa' o addirittura l'eco o l'interprete della voce di Dio. La Chiesa è una realtà più viva e variegata in cui lo spirito di Dio suscita voci ed esperienze diverse".

Parole che provocarono malumori in Curia e che forse sono alla base della decisione di mons. Seccia, che, comunque, aveva già avuto attriti con questo prete troppo "sopra le righe". I parrocchiani, da parte loro, hanno accolto increduli le dichiarazioni del vescovo e, la sera stessa del 20, si sono riuniti per scrivere una lettera in cui chiedono a mons. Seccia di rivedere la sua decisione. Hanno inoltre deciso di costituire un comitato per organizzare e coordinare le iniziative a favore di don Fabrizio. Perché, anche se mons. Seccia non cambierà idea, la comunità di Rignano è determinata a far valere le proprie ragioni: "siamo pronti alle barricate", fanno sapere. (...)

(da Adista n. 49/04)

 

IL CARDINAL BERTONE BENEDICE LA NAVE CHE PORTA LA MORTE

 

32448. GENOVA-ADISTA. Lo scorso 20 luglio, alla presenza del presidente della Repubblica Ciampi, del ministro della Difesa Martino e del Capo di Stato Maggiore della Marina Biraghi, è stata inaugurata a Genova la nuova portaerei "Cavour", la più grande della flotta militare italiana. Lunga 244 metri e larga 39, la "Cavour" può portare un carico di 27.100 tonnellate e ospitare 1.210 persone con un'autonomia di 7.000 miglia (in pratica, come ha osservato l'ammiraglio Biraghi, "può raggiungere velocemente le coste del Golfo Persico senza bisogno di rifornimento lungo il tragitto e spendendo solo il 50% del carburante a sua disposizione"). Secondo il dispaccio del ministero, la portaerei sarà in grado di ospitare anche i velivoli a decollo verticale, come i nuovissimi Joint stike fighters, oltre a un sottosistema missilistico Saam-It Aster 15, due cannoni 76/62 Davide per difesa a corto raggio e tre mitragliere da 25 mm Oto-Breda: d'ora in avanti la Marina Italiana può "finalmente puntare a missioni internazionali a largo raggio". Al momento del varo, il costo della nave si aggira sui 900 milioni di euro, ma la "Cavour" sarà consegnata definitivamente ultimata solo nel 2007 e le spese complessive per la sua costruzione sono dunque destinate a salire ancora. Alla cerimonia di inaugurazione la parte mancante della prua dello scafo è stata coperta con una bandiera tricolore di 700 metri quadrati.

La retorica del cerimoniale ha inoltre previsto la benedizione della nave da parte dell'arcivescovo di Genova, il card. Tarcisio Bertone, già presidente della Commissione Cei Giustizia e Pace. Tonio Dell'Olio, coordinatore nazionale di Pax Christi, ha commentato l'avvenimento con parole molto dure: "Non si benedice una portaerei perché è destinata a portare morte e distruzione, esattamente come Sua Eminenza si rifiuterebbe certo di benedire la sala ospedaliera in cui si praticheranno le interruzioni di gravidanza. Il comandamento ‘Tu non uccidere’ non ammette deroghe o cedimenti perché sarebbe la negazione stessa della vita in cui splende la presenza di Dio. In questo caso quella benedizione suonerebbe come una bestemmia! Non si benedice uno strumento di morte", ha proseguito Dell'Olio, "che ha già ucciso tutti coloro che sarebbero stati salvati dalla morte per fame o malattia se quei 900 milioni di euro fossero stati investiti in programmi di sviluppo". (...)

(da Adista n. 55/04)

 

AZIONE CATTOLICA: 20 ANNI DOPO IL CERCHIO SI CHIUDE. MA QUALCOSA NON QUADRA

 

32471. LORETO-ADISTA. Sarà per i numeri da capogiro che caratterizzano questo pellegrinaggio dell'Azione Cattolica a Loreto e che l'associazione sta orgogliosamente diffondendo: 15mila ragazzi dell'Acr, 25mila adulti, 36mila giovani provenienti da tutt'Italia che hanno partecipato a 180 eventi sparsi in 105 comuni della Regione Marche insieme a 177 tra cardinali e vescovi e 1.450 sacerdoti celebranti. Sarà per la presenza del papa (alla sua quinta visita a Loreto), che celebrerà la messa del 5 settembre e che potrebbe far schizzare il numero delle presenze da 60mila a circa 2-300mila, quasi una Giornata mondiale della gioventù in piccolo. Sarà per le polemiche seguite all'annuncio della presenza di Fini per discutere della legge sugli oratori (anche un "militante" doc come l'ex presidente della Repubblica Scalfaro ha rilevato che su quell'invito pesano "troppe ombre"). Sarà per la pubblicità continua (e costosa) sui due principali quotidiani nazionali. Ma una cosa sembra certa: dopo anni di marginalità sociale ed ecclesiale, l'Azione cattolica sembra almeno aver imparato bene ad organizzare eventi di grande impatto mediatico.

Eppure, la grande esposizione dell'Ac su giornali e televisioni non riesce a nascondere la profonda mutazione genetica subita dall'associazione negli ultimi 20 anni; anzi, la maxi kermesse di Loreto non fa che renderla ancora più evidente: e non solo per la presenza di Fini e l'assenza di tutti gli ex dirigenti dell'Ac che, entrati in politica, hanno rappresentato la storia recente del cattolicesimo democratico (Monticone, Bindi, Cananzi, Monaco); ma, soprattutto, per la scelta di organizzare un evento quasi esclusivamente spirituale sullo stile dei grandi raduni degli anni '50; un contesto in cui la politica, intesa come partecipazione, dibattito, confronto sui problemi più urgenti della Chiesa e del Paese, latita. (...)

Del resto, fin dall'inizio la presidenza Bignardi si è caratterizzata nel senso di un totale adeguamento alla linea imposta dalla Cei di Ruini che, è noto, di politica dentro l'Ac non gradisce assolutamente che si discuta, se non per approvare quanto scritto nei documenti dei vescovi. La Bignardi, in questi ultimi anni, ha così definitivamente sancito il "divorzio" tra Ac e impegno politico (nella relazione tenuta all'Assemblea nazionale straordinaria del 2003 ha appositamente messo l'accento sulla dimensione "missionaria" della scelta religiosa, depotenziandone il valore politico), puntando tutto sulla spiritualità. "Figuriamoci: pregare va benissimo", ci ha detto recentemente un ex militante dell'Ac, "solo che il compito che un'associazione laicale come l’Ac dovrebbe essere chiamata a svolgere nel Paese dovrebbe essere anche altro". (...).

(da Adista n. 61/04)

 

 

 

 

 

 

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