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“Il disagio non è alle nostre spalle”

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 4 del 16/01/2010

“Lasciata alle nostre spalle la necessità di dar voce ancora una volta al disagio di tanti nella Chiesa di oggi (..)”, così troviamo scritto nella lettera-invito e questo assunto non ci trova in sintonia. Noi crediamo infatti che ancora forti siano i motivi di sofferenza e disagio nell’appartenere a questa Chiesa, pur continuandola ad amare. Per questo crediamo che l’impostazione del 6 febbraio non risponda appieno alle attese suscitate con il 16 maggio a Firenze. Chi ha convocato tante persone a Firenze in quella data (e fra queste ci mettiamo anche noi che siamo radicati in questo territorio) porta una grande responsabilità: non solo “ricondurre” ma anche “farsi condurre”. Un convegno come quello proposto, pur su un tema bello e profondo, non ci pare sia quello che l’assemblea e soprattutto l’ascolto profondo degli intervenuti ha sollecitato: non avevamo parlato di metodo sinodale? Sentiamo forte il rischio della dispersione di tanti contributi generosamente offerti, anche se non “in positivo”, nel pomeriggio del 16 maggio.

Ci pare infatti che il 16 maggio chiedesse attivazione di reti, partecipazioni dal basso, connessioni di esperienze, non convegni di dottrina teologica calati un po’ dall’alto. Senza equivoci, il programma proposto ci pare molto bello e sarà di sicuro oggetto di partecipazione da parte nostra individualmente come singoli credenti, ma non lo sentiamo nella strada tracciata il 16 maggio e fra le nostre finalità. Pensiamo infatti che anche la stessa impostazione della giornata, pur su un tema così attuale e con momenti di preghiera, risenta della volontà di prescindere dalla contingenza che quei temi portano quando invece noi crediamo che la contingenza del tempo presente necessiti in certi momenti storici la forza dello svelamento, della traduzione di quei principi, di quelle linee nella nostra vita ecclesiale, senza silenzi che non sarebbero compresi.

In conclusione, sentendo la proposta-invito per il 6 febbraio 2010 non in continuità dal nostro punto di vista con il 16 maggio 2009, non possiamo aderirvi come esperienza della Lettera e quindi fornire anche gli aspetti organizzativi che avevano caratterizzato anche il nostro apporto “di servizio” a maggio scorso.

Saremo comunque vicini all’iniziativa nello spirito di fratelli in cammino, consapevoli che sono tante le strade della Chiesa.

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