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LA CONSULTA RILANCIA LA LEGGE RONCHI. I MOVIMENTI RILANCIANO LA LOTTA PER L’ACQUA PUBBLICA

Tratto da: Adista Notizie n° 90 del 27/11/2010

35872. ROMA-ADISTA. Il 18 novembre la Corte Costituzionale ha bocciato i ricorsi che alcune Regioni - Marche, Liguria, Puglia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Piemonte - avevano opposto al Decreto Ronchi sulla privatizzazione dei servizi idrici (n. 135 del 25/9/2009, convertito in legge due mesi dopo). Le Regioni contestavano l’art. 23bis, che decreta che la gestione dei servizi pubblici locali sarà conferita "in via ordinaria" attraverso gare pubbliche a società miste, e che la gestione in house (a totale capitale pubblico) sarà consentita soltanto in deroga "per situazioni eccezionali" e dietro parere preventivo dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

A seguito di questa sentenza, si rende improcrastinabile, afferma il Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua, un immediato provvedimento di moratoria sugli affidamenti dei servizi idrici previsti dal Decreto. La proposta di moratoria era stata avanzata dal Forum in una conferenza stampa lo scorso 12 novembre e riguarda il congelamento sia delle scadenze dei processi di privatizzazione previste dalla legge Ronchi (v. Adista n. 52/10), sia della soppressione degli Ambiti Territoriali Ottimali (Ato) cui era finora affidata la gestione, in particolare, delle risorse idriche e dei rifiuti. Spiegava il Forum che un tale provvedimento sarebbe "un atto di civiltà e di rispetto nei confronti del milione e 400mila cittadini che hanno sottoscritto i quesiti referendari" (tre in tutto, v. Adista n. 41/10). "Indipendentemente da come i partiti la pensino sui referendum", sollecitava, "chiediamo il loro sostegno per un atto in difesa della democrazia".

Una moratoria, dunque, in attesa della celebrazione del referendum per la ri-pubbli-cizzazione dell’acqua per il quale sono state raccolte in pochissimo tempo, da aprile a luglio scorsi (v. Adista n. 64/10), il doppio delle firme che i promotori si erano prefissati (ne richiedevano 700mila). A luglio le firme sono state depositate in Cassazione. Questa tuttavia non si è ancora espressa sull’ammissione della consultazione, prevista dai promotori per la primavera prossima.

La situazione della gestione delle risorse idriche del nostro Paese è aggravata dalla soppressione degli Ato, un provvedimento che entrerà in vigore il 27 marzo 2011, ad un anno dalla pubblicazione della legge n. 42 del 26/3/2010 (in conversione del cosiddetto "decreto enti locali" del 25/1/10). Le singole Regioni dovranno, entro quella data, attribuire le funzioni degli Ato a qualcun altro, ma la legge non specifica a quali soggetti dotati di personalità giuridica: possono essere Province, Comuni, enti di livello regionale, o altre entità tutte da studiare (da sottolineare che il provvedimento taglia fuori gli enti locali, che fino ad oggi partecipano obbligatoriamente al funzionamento degli Ato). Ma se le Regioni non provvederanno - e la 42/2010 non dispone nulla in merito - si creerà un vuoto normativo con conseguenze in ordine alle funzioni e ai servizi. Chi, ad esempio, gestirà le gare per l’affidamento del gestore del servizio idrico? Chi tutelerà gli enti locali?

"Moratoria subito" sarà anche la parola d’ordine per le manifestazioni (fra cortei, fiaccolate, masse critiche, attività nelle scuole, concerti) che si svolgeranno in tutt’Italia il 4 dicembre, Giornata di Mobilitazione mondiale per l’Acqua. La battaglia per l’acqua, per la sua riappropriazione sociale, per la sua gestione pubblica e partecipata, fanno notare i movimenti per l’acqua, si inserisce nel più vasto orizzonte della tutela dei diritti, dei beni comuni e del pianeta.

Le conseguenze negative della mancanza d’acqua e dei disastri ambientali già colpiscono oltre 600 milioni di esseri umani a causa dei cambiamenti climatici. Di questi si tornerà a discutere, dal 29 novembre al 10 dicembre prossimi, nella 16.ma Conferenza Onu a Cancún, dove in concomitanza faranno sentire alta la loro voce i movimenti sociali di tutto il mondo per sollecitare i governi a cambiare modello di sviluppo, unica strada per salvare il pianeta (dall’Italia sarà in Messico, fra le altre, una delegazione di Rigas, la Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale, che riunisce oltre 70 tra sindacati, organizzazioni, comitati italiani). Saranno lì a gridare, come nella fallimentare 15.ma Conferenza di un anno fa a Copenhagen (v. Adista n. 1/10), che "responsabile è il sistema, non il clima". (eletta cucuzza)

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