Nessun articolo nel carrello

AFGHANISTAN: BASTA CON LA GUERRA, ARMIAMO LA POLITICA. IL BILANCIO DELLA TAVOLA DELLA PACE

Tratto da: Adista Notizie n° 65 del 17/09/2011

36284. ROMA-ADISTA. C’è un altro 11 settembre che in questi giorni andrebbe ricordato: perché oltre alle quasi 3mila persone che persero la vita nei quattro attentati avvenuti sul suolo statunitense, ci sono le circa 225mila persone rimaste vittime in questi dieci anni di quel letale connubio di guerra e terrorismo che ne è conseguito in Afghanistan e Iraq, teatri di quella pericolosa «guerra preventiva» dichiarata da George W. Bush all’indomani degli attentati. Una prospettiva inedita, quella delle vittime “altre” dell’11 settembre, raccolta da una delegazione della Tavola della Pace e dell’associazione statunitense dei familiari delle vittime dell’11 settembre Peaceful Tomorrows, recatasi a Kabul dal 31 agosto al 5 settembre scorsi, e raccontata, al rientro in Italia, in una conferenza stampa tenutasi a Roma il 7 settembre. Alla missione, organizzata grazie alla collaborazione di Afgana (afgana.org raccoglie contributi, notizie, commenti, ricerche da e sull’Afghanistan) e del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, hanno preso parte Paul Arpaia, dell’associazione Peaceful Tomorrows, Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace, Emanuele Giordana, Coordinatore di Afgana, Mario Galasso, Assessore alla pace e alla cooperazione internazionale della Provincia di Rimini, Andrea Ferrari, Assessore alla pace e cooperazione Internazionale del Comune di Lodi, don Tonio Dell’Olio, Responsabile Internazionale di Libera, Luisa Morgantini dell’Associazione per la pace e don Renato Sacco di Pax Christi.

Il bilancio tracciato è in chiaroscuro: da un lato, come ha raccontato Lotti, la delusione per i risultati di questo intervento che inizialmente, dopo l’invasione sovietica e il regime talebano, era stato accolto bene, «sembrava aprire una prospettiva nuova»; e dall’altro una società civile ben più articolata e vitale di quanto non si credesse. Oltre gli immensi problemi causati da dieci anni di guerra, oltre alla crescita esponenziale della produzione di oppio e hashish e al conseguente aumento della tossicodipendenza, oltre alla corruzione endemica del Paese, ci sono anche semi di speranza, come ha sottolineato Dell’Olio: ne è un esempio il centro di informazione che produce due riviste, una esistente fin dal 1999, l’altra gestita da sole donne, oppure il sito afghanvoices.net, un portale di informazione gestito da giovani afgani.

Isole felici, nonostante le risorse per la ricostruzione del Paese siano state ridicole rispetto alle spese militari, di cui ha parlato anche Luisa Morgantini: «Dire che non è cambiato nulla sarebbe assurdo», ha detto. «Kabul non è la stessa di 10 o 5 anni fa, ma i cambiamenti sono stati irrisori rispetto a quelli che si sarebbe potuto fare».

Proprio per invertire questo andamento, e in vista della Conferenza di Bonn del dicembre prossimo che a 10 anni dall’inizio del conflitto farà il punto sulla situazione, i partecipanti hanno presentato una serie di proposte rivolte a tutte le forze politiche, al Parlamento e al governo italiano: riaprire il dibattito pubblico sul futuro dell’impegno italiano in Afghanistan; contribuire alla messa a punto di una strategia della comunità internazionale per l’Afghanistan e l’intera regione non più basata sul paradigma della sicurezza militare ma quello della “sicurezza umana”; definire immediatamente il piano per il ritiro del contingente militare italiano; destinare almeno il 30% percento delle risorse risparmiate con il ritiro del contingente militare (si parla di 700 milioni di euro all’anno) alla promozione della sicurezza umana in Afghanistan; raccogliere la domanda dei familiari delle vittime afgane della guerra e del terrorismo di riconoscimento, ascolto, giustizia, sostegno e risarcimento; investire sulle organizzazioni democratiche della società civile afgana consentendogli di organizzarsi e rafforzarsi; sollecitare una presenza non formale della società civile afgana e occidentale alla prossima Conferenza di Bonn; sostenere la Conferenza regionale di Istanbul organizzata da Erdogan e Karzai e promuovere lo sviluppo della cooperazione economica nell’intera regione.

Una strategia diversa che ponga fine a quella distruzione che caratterizza la vita in Afghanistan da fin troppo tempo, resa bene da un’immagine riportata da Dell’Olio: «A Kabul c’era una strada costeggiata da alberi secolari, platani. Ora gli alberi non ci sono più: abbattuti prima dai sovietici e poi dagli statunitensi per ragioni di “sicurezza”». (ingrid colanicchia)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.