Nessun articolo nel carrello

Basta difendere l’indifendibile. Un libro sull’«economia della pietra scartata»

Basta difendere l’indifendibile. Un libro sull’«economia della pietra scartata»

Tratto da: Adista Documenti n° 26 del 18/07/2015

ROMA-ADISTA. Per quanto impervia possa apparire, la strada che conduce da un sistema costruito attorno ai mercanti – quanto più grandi tanto meglio – a uno centrato sulla persona – i suoi bisogni, la sua dignità, il suo ben-vivere – è l'unica a salvare l'umanità dall'autodistruzione. Sono dinanzi agli occhi di tutti, infatti, le conseguenze dell’attuale sistema, quello che si crede non abbia alternativa: «Contadini espropriati delle loro terre per fare posto a piantagioni, miniere, dighe, campi da golf per i turisti»; «pescatori espropriati delle loro acque per consentire alle multinazionali del cibo di svuotare i mari e riempire i supermercati»; «salariati espropriati del loro lavoro, perché sostituiti da macchine più veloci di loro». È partendo da loro, «inutili da tutti i punti di vista», sia come lavoratori che come consumatori, che Francesco Gesualdi, fondatore e coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, delinea nel suo ultimo libro – Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, edito dalle Edizioni San Paolo (pp. 203, euro 14,50, acquistabile presso Adista, tel. 06/6868692; e-mail: abbonamenti@adista.it; internet: www.adista.it) – i tratti di un'economia del ben-vivere in grado di riscattare la dignità della persona, salvando con l'umanità l'intero pianeta, saccheggiato e distrutto dagli interessi del mercato globale. Con lo stile chiaro e concreto che contraddistingue i suoi lavori fin dai tempi di Lettera a un consumatore del Nord (Emi, 1990), vera pietra miliare nella storia del consumo critico ed etico, Francesco Gesualdi traccia il percorso attraverso cui dare risposta a «un dilemma angosciante: più crescita economica per vincere la miseria o meno crescita economica per salvare il pianeta?». Perché se è vero che coniugare equità e sostenibilità è senz'altro possibile, sono le paure sociali «le catene più forti che ci tengono ancorati alla crescita». Se consumiamo di meno, ci si domanda, come sarà possibile mantenere e creare posti di lavoro? E se produciamo e guadagniamo di meno, come potrà lo Stato garantire sanità, istruzione e trasporti di qualità? «Domande legittime – spiega Gesualdi – di chi non ha conosciuto altro sistema all'infuori di questo». Eppure, se vogliamo salvarci, dobbiamo cambiare modello e farlo in fretta, coniugando al più presto «sobrietà con piena occupazione e garanzia dei bisogni fondamentali per tutti», senza dimenticare che la rivoluzione degli stili di vita è un passo importante in questa direzione, ma da sola non basta, perché «se contemporaneamente non ci occupiamo anche dell'assetto generale della società e dell'economia», a livello nazionale, europeo e addirittura mondiale, le nostre scelte personali potranno anche riempirci di soddisfazione, ma daranno sul piano dell'efficacia «scarsissimi risultati». E non c'è neppure da inventare chissà cosa, perché in economia «non esistono nuove leggi da scoprire, solo nuove miscelazioni da sperimentare». È insomma in base alle priorità, alle prospettive, alla combinazione tra i diversi elementi che «si può ottenere un'economia giusta o ingiusta, sostenibile o insostenibile, al servizio di tutti o dei più forti. Combinazioni, regole e dosaggi fanno la differenza». 

Ed è per questo che, dopo aver evidenziato, nella prima parte, l'impraticabilità della «vecchia strada» e indicato, nella seconda, tutte le potenzialità di quella «nuova», Francesco Gesualdi conclude, nella migliore tradizione della scuola di Barbiana di don Lorenzo Milani (di cui com'è noto è stato un allievo), proprio con una “Lettera a un economista”, al quale si rivolge «con una preghiera, addirittura una supplica», quella «di smettere di ingannarci»: di economie possibili, gli ricorda Gesualdi, «ne esistono tante, ma tu ti sei concentrato solo su una. E non quella che ti convinceva di più, ma quella che ti conveniva di più. Ti sei soffermato sull'economia del vincitore perché non è arruolandoti nelle fila degli oppositori che puoi riempire la borsa». Per garantirsi la sudditanza, i vincitori - i mercanti - si sono organizzati «per attuare la peggiore delle violenze: il dominio delle menti», attraverso «il sovvertimento dei valori», «il rimodellamento degli stili di vita» e «la manipolazione dell'informazione». Ed ecco che il sistema «ti ha chiesto di metterti a disposizione per ognuno di questi passaggi. E tu prontamente lo hai fatto». Da qui allora la richiesta di Gesualdi: quella «di smettere di difendere l'indifendibile». «E te lo chiedo non solo per agevolare l'avvento di un'altra forma di economia, finalmente al servizio di tutti. Lo chiedo anche per te. Affinché tu possa saltare dal treno prima che precipiti definitivamente nel baratro».

Vi proponiamo alcuni stralci del terzo capitolo, sul «mito della crescita impossibile».

* Foto di Paolo Baron

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.