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Sacramenti anche per le famiglie gay. Le richieste dei cattolici Lgbt Usa

Sacramenti anche per le famiglie gay. Le richieste dei cattolici Lgbt Usa

SEATTLE-ADISTA. Pari accesso a tutti i sacramenti della Chiesa cattolica per le persone Lgbt e per le loro famiglie: è quanto chiede, in una risoluzione approvata nel corso della propria convention nazionale biennale, svoltasi a Seattle dal 2 al 5 luglio sul tema “L'amore di Dio: eterno come le montagne, infinito come il mare”, l'associazione cattolica statunitense Dignity, la più importante organizzazione di cattolici Lgbt. La risoluzione, passata all'unanimità, fa appello alle autorità della Chiesa cattolica affinché «tutti i sacramenti della nostra Chiesa vengano amministrati a prescindere dall'identità di genere, dell'orientamento sessuale, o dello status relazionale della persona che chiede il sacramento».

Dignity, fondata nel 1969, è da sempre impegnata sul fronte della piena inclusione e parità di diritti delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender, delle loro famiglie e dei loro amici. «Non possiamo essere membri alla pari se ci viene impedito di accedere ai sacramenti della nostra Chiesa», ha affermato la direttrice esecutiva Marianne Duddy-Burke; «al momento – ha spiegato – siamo ufficialmente esclusi dal matrimonio e dall'ordinazione sacerdotale, e spesso ci vengono negati anche altri sacramenti». Già, perché, racconta, «sentiamo in continuazione storie di persone cui viene detto che non possono fare la comunione perché sono gay o perché hanno una relazione omosessuale o perché sono sposate civilmente. Ad un uomo gay di Washington è stata negata l'estrema unzione dopo un infarto. Questi episodi provocano a noi e alle nostre famiglie dolore e alienazione, oltre a creare divisione all'interno della nostra Chiesa». La teologia sacramentale della Chiesa, ritiene la Duddy-Burke, appoggia il loro obiettivo: «I sacramenti sono segni che celebrano quanto è sacro nella vita umana, e sono il modo con cui si può essere aperti alla grazia di Dio. Certamente le vite delle persone Lgbt e delle loro famiglie sono sacre e meritano la grazia esattamente quanto quelle delle altre persone». Ci vorrà molto lavoro, e anni di pazienza per raggiungere questo scopo, ma «il fatto di aver ottenuto la parità matrimoniale negli Stati Uniti ci fa comprendere che il miracolo è possibile. Crediamo che un ripensamento del modo in cui i sacramenti vengono amministrati sia positivo per tutti nella Chiesa, perché ci consentirà di vivere la nostra fede nella dignità intrinseca e nell'uguaglianza di ogni persona, creata e amata da Dio. Questo concetto più ampio dei sacramenti andrebbe applicato non solo alle persone Lgbt, ma a chiunque, comprese le donne e gli uomini sposati e alle donne che desiderano essere ordinate sacerdoti, per esempio».

Nel corso della convention, che ha attirato partecipanti da tutto il Paese, sono intervenuti, tra gli altri, suor Simone Campbell, direttrice esecutiva di Network (organismo cattolico impegnato nel campo della giustizia sociale) nonché promotrice della campagna "Nuns on the Bus", il gesuita Paul Coutinho, saggista, studioso di spiritualità e docente alla Saint Louis University, e Dan Savage, giornalista e attivista gay, noto a livello internazionale per la sua rubrica di consigli sessuali e di coppia Savage Love, e per aver dato vita ad una campagna che affronta il problema dei suicidi tra i giovani Lgbt.  Presente anche suor Jeannine Gramick, co-fondatrice dell'organismo New Ways Ministry di difesa dei diritti delle persone Lgbt – che ha dato il suo pieno supporto alla risoluzione promossa da Dignity che ha parlato sul tema «Amare i nostri avversari senza fare passi indietro».

Evidentemente, però, le esperienze di esclusione dai sacramenti variano a seconda del contesto. «Anche noi – ha commentato l'associazione inglese Lgbt Catholics Westminster – abbiamo la nostra lista di storie scandalose di rifiuto dei sacramenti, ma dobbiamo mettere in discussione l'affermazione di Dignity secondo cui le persone Lgbt sarebbero “ufficialmente escluse dal matrimonio e dall'ordinazione sacerdotale”. Certo, la Chiesa cattolica non ammette il matrimonio omosessuale, ma non tutti gli Lgbt desiderano adottare questo status. E poi, “esclusi dall'ordinazione”? Non qui in Gran Bretagna!».

* Immagine di Drama Queen, tratta da Flickr, licenzaimmagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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