
Il Cnca scrive al nuovo presidente Cei: nel nome di Don Milani, smilitarizzare i cappellani
Tratto da: Adista Notizie n° 23 del 24/06/2017
38990 TORINO-ADISTA. Scrive a mons. Gualtiero Bassetti, in quanto presidente della Conferenza episcopale italiana, il Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza (Cnca) in occasione del cinquantenario della morte di don Lorenzo Milani, perché “Oggi si compia…” – questo il titolo della lettera – una delle «lezioni» del priore di Barbiana: la smilitarizzazione dei cappellani militari, ancora oggi inquadrati nell’esercito con gradi e relativo stipendio.
Una «profonda consonanza» quella vissuta con il priore di Barbiana dalle diverse iniziative che avrebbero dato vita al Cnca, cosicché, scrive il Coordinamento, «pur provenendo da differenti territori ed esperienze» – sempre «a contatto con l’emergente disagio giovanile, non omologate a modelli precostituiti e con forte carica di passione, sperimentazione e condivisione» – «non ci meravigliò scoprire tra i riferimenti condivisi la figura di don Milani». «È stato maestro, da lontano, e compagno di strada in un sentire comune», in quel «senso dell'essere prossimi» che ha generato «i tentativi di “fare comunità” con chi restava indietro»; «il primato dell’incontro con il volto e la storia dell’altro (…) come “nome” concreto e unico»; «il prendersi cura – “I care” – mettendosi dalla parte di chi è sopraffatto e schiacciato»; «la vita comunitaria, l’attenzione alle vicende sociali, alle leggi e alla politica»; «il sostegno alla pratica dell’obiezione di coscienza al militare, scattate dopo che, nel febbraio 1965, i cappellani militari toscani la definirono pubblicamente “espressione di viltà” “estranea al comandamento cristiano dell’amore”».
Per tutto questo, è stata «un’autentica buona notizia», afferma la lettera, l’annuncio della visita di papa Francesco alla tomba di Barbiana il 20 giugno prossimo. «Ci siamo chiesti – e qui nasce l’urgenza del Cnca di rivolgersi al presidente della Conferenza episcopale – come questo segno del papa possa farsi, per la Chiesa italiana, gesto responsabile e generatore di novità oggi, affinché l’attenzione che in questi giorni gli viene riservata non rimanga monca nell’assumersi le conseguenze ecclesiali e civili necessarie». «La più importante, oggi, sul piano reale e su quello simbolico – ritiene il Cnca – crediamo sia la scelta di portar fuori dalla struttura militare il ruolo e l’azione dei preti impegnati per l’accompagnamento pastorale di chi presta servizio militare. La richiesta rientra nell’ottica di una pastorale vista come prossimità sollecita e libera, testimonianza del primato del Vangelo di Cristo. Solo smilitarizzando i cappellani militari ci pare si inizi a prendere sul serio una delle tante lezioni di don Lorenzo e della sua scuola». «È tempo – è la conclusione – di fare in modo che una ferita civile ed ecclesiale diventi feritoia di giustizia e di pace».
* * Foto di Giovanni tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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