Nessun articolo nel carrello

Mons. Scicluna torna a Roma con una valigia ricolma di storie. Sconvolgenti

Mons. Scicluna torna a Roma con una valigia ricolma di storie. Sconvolgenti

SANTIAGO DEL CILE-ADISTA. Il 1° marzo, mons. Charles Scicluna ha lasciato Santiago diretto a Roma. In Vaticano incontrerà papa Francesco per riferirgli quello che gli hanno detto vittime e altri testimoni sulla presunta complicità – ma anche sullo stile episcopale poco pastorale – di mons. Juan Barros, il vescovo di Osorno accusato di aver preso parte agli atti pedofili dell’ex sacerdote Fernando Karadima, e comunque di non averlo mai denunciato.

L’arcivescovo de La Valletta non si è limitato però a raccogliere informazioni su Barros, ha dovuto allargare il compito che gli aveva affidato il papa accettando di incontrare anche (e non solo, probabilmente) le vittime di abusi avvenuti nell’Istituto Alonso de Ercilla e nel Collegio Marcelino Champagnant della Congregazione dei Fratelli Maristi. Si tratta di 4 abusati (su almeno 18 che hanno sporto denuncia): Isaac Givovich, Jaime Concha, Gonzalo Dezerega e Jorge Franco. Due ore e mezza di colloquio nella sede della nunziatura. Forse è anche per questi impegni non previsti, e non solo per rimettersi dall’operazione di cistifellea subita il 21 febbraio, che i tempi della permanenza a Santiago di Scicluna si sono allungati di 5 giorni.

C’è da supporre che fosse previsto l’incontro con il card. Ricardo Ezzati: è l’arcivescovo di Santiago, ed è lì che si è recato Scicluna (tuttavia ospite della Nunziatura, “territorio” vaticano, non della diocesi), ma Santiago è in particolare la diocesi in cui era incardinato Karadima. Le vittime ritengono che anche Ezzati, come il suo predecessore card. Francisco Javier Errázuriz, abbia coperto il prete pedofilo e, chissà, altri (v. Adista Notizie n. 8/18). Che abbia parlato con Ezzati l’ha detto proprio Scicluna ai giornalisti. Non si conoscono invece i nomi di tutte le persone che si sono recate a render testimonianza in Nunziatura, alcune delle quali peraltro hanno incontrato non l’arcivescovo de La Valletta, ospedalizzato per qualche giorno, ma p. Jordi Bertomeu, l’officiale della Congregazione per la Dottrina della Fede che accompagnava l’arcivescovo maltese.

Le vittime dei maristi: incontri soddisfacenti

Isaac Givovich si è recato da Scicluna accompagnato anche dalla moglie Asunción Lavín. Dopo il colloquio ha detto: «siamo usciti con una grata impressione, siamo stati ascoltati dal vescovo di Malta. Ci ha lasciato con una promessa, che per noi è molto importante, cioè che riferirà alla Santa Sede che i Fratelli Maristi non possono essere, nel processo, sia giudici che accusati, e che questa cosa va risolta». Il riferimento è al fatto che chi sta indagando per gli abusi commessi dai maristi – l’“investigatore” è il sacerdote salesiano David Albornoz – è stato designato proprio dalla Congregazione religiosa.

Concha ha definito «storico» il giorno dell’incontro con Scicluna, perché «finalmente si è rotto in questo luogo e nel nostro Paese il circolo di ferro che si era chiuso a difesa dell’impunità». Anche Dezerega ha parlato di «giorno storico», augurandosi che i giudici nel processo per gli abusi subiti «siano della Santa Sede e non gli stessi maristi». Credo che «la Chiesa – è stata la dichiarazione di Franco – debba smetterla di essere cieca, sorda e muta. La nostra testimonianza è chiara, perciò speriamo  e confidiamo che le persone che ci hanno ricevuto oggi trasmettano tutto a papa Francesco».

“Riferirò”, la promessa di Scicluna

È stato il portavoce della Conferenza episcopale, il diacono Jaime Coiro, a informare (28 febbraio) i mezzi della comunicazione che Scicluna aveva terminato il suo lavoro e sarebbe ripartito il giorno dopo. L’inviato del papa ha «apprezzato – ha riferito Coiro – il clima di dialogo sereno e il buon atteggiamento di ascolto e di confidenza che ha accompagnato questi incontri». Ha ricordato che Scicluna ha incontrato alcune persone che avevano chiesto di parlargli «a proposito della missione della quale era incaricato e anche a proposito di temi diversi rispetto all’incarico ricevuto ma legati alla questione di fondo e al suo contesto. In merito a questi ultimi temi estranei al suo incarico, mons. Scicluna, oltre a ringraziare le persone incontrate per la testimonianza che hanno reso, ha fornito loro informazioni e consigli sulle norme e procedimenti canonici» e se lo riterrà opportuno, provvederà a «far giungere la relativa documentazione alla Santa Sede».

*Foto di Vessna tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.