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Nuova "intervista" di Scalfari al papa, nuova smentita della Sala stampa

ROMA-ADISTA. Un’altra intervista “fantasiosa” di Eugenio Scalfari a papa Francesco (era già accaduto nel 2014 e ancora prima) ha obbligato la Sala Stampa Vaticana a una smentita: con un comunicato diffuso poco dopo le 15 del 29 marzo, essa ha puntualizzato che «il Santo Padre Francesco ha ricevuto recentemente il fondatore del quotidiano La Repubblica in un incontro privato in occasione della Pasqua, senza però rilasciargli alcuna intervista. Quanto riferito dall'autore nell'articolo odierno è frutto della sua ricostruzione, in cui non vengono citate le parole testuali pronunciate dal Papa. Nessun virgolettato del succitato articolo deve essere considerato quindi come una fedele trascrizione delle parole del Santo Padre». Nell’articolo pubblicato il 29 marzo dal quotidiano diretto da Mario Calabresi, Scalfari ha infatti attribuito a Francesco frasi che in realtà questi non ha pronunciato o ha pronunciato in modo diverso: «Le anime cattive  - ad esempio - non vengono punite, quelle che si pentono ottengono il perdono di Dio e vanno tra le fila delle anime che lo contemplano, ma quelle che non si pentono e non possono quindi essere perdonate scompaiono. Non esiste un inferno, esiste la scomparsa delle anime peccatrici». Francesco, secondo Scalfari, avrebbe poi affermato che «il Creatore, cioè il Dio nell'alto dei cieli, ha creato l'universo intero e soprattutto l'energia che è lo strumento con il quale il nostro Signore ha creato la terra, le montagne, il mare, le stelle, le galassie e le nature viventi e perfino le particelle e gli atomi e le diverse specie che la natura divina ha messo in vita. Ciascuna specie dura migliaia o forse miliardi di anni, ma poi scompare. L'energia ha fatto esplodere l'universo che di tanto in tanto si modifica».

Nel 2014 – ma non era la prima volta - accadde più o meno la stessa cosa, e l’allora direttore della Sala Stampa p. Federico Lombardi dovette affermare che «Come già in precedenza in una circostanza analoga, bisogna far notare che ciò che Scalfari attribuisce al Papa, riferendo fra virgolette le sue parole, è frutto della sua memoria di esperto giornalista, ma non di trascrizione precisa di una registrazione e tantomeno di revisione da parte dell'interessato, a cui le affermazioni vengono attribuite. Non si può e non si deve quindi parlare in alcun modo di un'intervista nel senso abituale del termine, come se si riportasse una serie di domande e di risposte che rispecchiano con fedeltà e certezza il pensiero preciso dell'interlocutore».

* Foto di Jeffrey Bruno tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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