
Mozione approvata dal Parlamento canadese: "Il papa chieda perdono agli indigeni per gli abusi"
I deputati canadesi hanno approvato il 1° maggio (in Canada la Festa del Lavoro cade il primo lunedì di settembre) una mozione che chiede a papa Francesco di presentare le sue scuse per i bambini canadesi autoctoni strappati alle loro famiglie e rinchiusi in collegi cattolici (i residencials schools o pensionnats), dove sono stati vittime di maltrattamenti e abusi sessuali. In Canada, per circa un secolo a partire dal 1874, 150.000 bambini amerindi, meticci e inuit, sono stati arruolati a forza in 139 collegi gestiti a nome del governo canadese da comunità religiose. Almeno 3.200 vi morirono, la maggior parte di tubercolosi.
A fine marzo passato, la stessa richiesta, avanzata dal primo ministro canadese Justin Trudeau (dal 2015; era d'altronde una delle 94 raccomandazioni della Commissione di verità e riconciliazione del Paese nordamericano), aveva ottenuto una risposta negativa tramite una lettera indirizzata ai popoli autoctoni dal presidente della Conferenza episcopale canadese (Cecc) mons. Lionel Gendron: «Dopo aver attentamente esaminato la domanda», il papa «ha ritenuto di non poter rispondere personalmente». Dichiarazione che aveva indotto il Nuovo Partito Democratico a presentare una mozione – quella poi discussa e approvata il 1° maggio – che invitasse il papa in Canada per scusarsi.
Nel frattempo, a metà aprile, è dovuta intervenire la Conferenza episcopale canadese a chiarire i motivi del diniego del papa, soprattutto di fronte a quelli che ha definito «malintesi ed errori di fatto» riscontrati sui media. Sicché ha inviato a senatori e deputati una serie di documenti in cui spiegano che, in ragione della struttura decentralizzata della Chiesa, non è al papa che compete presentare le scuse. Il papa ritiene che piuttosto sia compito dei vescovi intraprendere un vero cammino di riconciliazione con i popoli autoctoni.
I documenti dei vescovi, peraltro, ricordano che né la Chiesa cattolica, né la Conferenza episcopale sono, in quanto organismi, implicati della gestione delle scuole: «Ogni diocesi e ogni istituto è la persona giuridica legalmente responsabile di quegli atti». «I vescovi del Canada, attraverso la Cecc, hanno più volte espresso il loro dispiacere e il loro rimorso per la partecipazione di diversi cattolici ai vecchi collegi». Il papa comunque, assicurano, «resta aperto» ad un eventuale visita in Canada «al momento opportuno».
*Foto di J. F. Moran tratta fa Flickr immagine originale e licenza
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