
Delegazione italiana in Nord Kivu: la festa come risposta nonviolenta alla guerra
Una delegazione di Pax Christi e della diocesi di Noto, gemellata con quella di Butembo, si è recata in visita nella città del Nord Kivu, la regione orientale della Repubblica Democratica del Congo dal sottosuolo ricchissimo di minerali preziosi e strategici e, per questo, maledetta da anni di guerra fratricida.
«In questa zona rossa del Nord Kivu in Congo si sente continuamente parlare di violenze, massacri, crudeltà», scrivono in una lettera del 27 aprile Gianni Novello e Sergio Ruggeri (Pax Christi). «Eppure è incredibile e commovente l’accoglienza verso di noi. Le grandi liturgie diventano quasi la sola possibilità di denunciare la situazione e di parlare attentamente delle vittime. Le nostre visite sono viste come incoraggiamento e fraternità. La gente continua a ringraziarci per essere arrivati fin qui malgrado i rischi. Vogliono mostrarci tutti i loro segni concreti di sviluppo e di cooperazione». «Qui si muore alla grande – aggiungono i due – ma quelli che incontriamo non si piangono addosso, né perdono tempo in considerazioni pessimistiche (…). Nella grande violenza, sembra che la risposta nonviolenta sia la sfida della festa».
Don Renato Sacco, che ha ricevuto l'email da Novello e Ruggeri, chiede «di diffonderla», «per rompere il silenzio» perché, chiarisce utilizzando le parole di un recente appello della Direzione generale dei comboniani, «la Repubblica democratica del Congo, oggi, sta vivendo il suo Venerdì Santo nel silenzio della stampa internazionale e nell’indifferenza del mondo».
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