Nessun articolo nel carrello

Migranti: il Contratto Lega-M5s, tra fantapolitica ed eterna campagna elettorale

Migranti: il Contratto Lega-M5s, tra fantapolitica ed eterna campagna elettorale

Il “Contratto per il governo del cambiamento” redatto dai “vincitori” del 4 marzo ha destato, sin dalle sue prime stesure, non poche perplessità, a destra e a manca. Ma c'è un capitolo – il 13, fortemente a trazione leghista – che ha fatto rabbrividire il mondo dell'associazionismo che si occupa di accoglienza e integrazione dei migranti, quello cioè relativo ad accoglienza, rimpatri, trafficanti, terrorismo e luoghi di culto, temi che sembrano affrontanti con poco realismo e con tanta nostalgia della campagna elettorale.

In un'intervista rilasciata a Vita.it il 19 maggio, il sociologo delle migrazioni dell'Università di Milano, Maurizio Ambrosini, ha commentato i passi salienti di queste tre pagine del contratto che fonderà l'azione del probabile futuro governo guidato da Salvini e Di Maio.

Il documento intende fermare il business sui migranti ma, a parte i casi di malaffare perseguibili dalla legge, è «paradossale» criminalizzare gli organismi di accoglienza perché percepiscono finanziamenti allo stesso modo di chi opera con malati, anziani, disabili, ecc.

Il Contratto parla poi di rimpatri forzati in modo demagogico e generico, ben conoscendo le difficoltà e i costi di tali operazioni: «Il risultato di quanto scritto nel Contratto – commenta Ambrosini – porterà a poche procedure di espulsione e fatte male, perché non selettive ma casuali e crudeli con i più deboli, come già è avvenuto in questi anni, del resto».

Secondo il documento Lega-M5s sarebbe opportuno spostare la valutazione delle domande di protezione internazionale già nei Paesi di origine dei flussi: «Chiedere di analizzare le domande di protezione internazionale creando centri di raccolta nel Paese da cui una persona vuole scappare è assurdo», denuncia il docente. «Basti pensare a questa domanda: che ne sarà di chi vede rifiutata la propria richiesta dopo essersi comunque esposto denunciando chi l’ha danneggiato? Le ritorsioni saranno certe. Questa è fantapolitica, ovvero non è politica seria. Ma purtroppo è un approccio che sta prendendo piede, si veda il trumpismo negli Stati Uniti: oramai contano più le politiche dichiarate che quelle effettive».

Ambrosini suona l'allarme poi sul rischio di un inasprimento della criminalizzazione della solidarietà: sul tema delle migrazioni il prossimo governo farà poco o nulla, ma lo farà «a favore di telecamera», per dimostrare all'opinione pubblica la svolta e il pugno duro, ergendosi a paladini dell'interesse nazionale, accusando gli enti “globalisti” come le Ong e agitando lo spauracchio del presunto business dei migranti.

Altra assurdità è la richiesta, nel Contratto, di maggiore controlli sui sussidi e sui ricongiungimenti familiari. «Forse il testo è stato redatto da mani non esperte perché il riferimento ai ricongiungimenti familiari è quantomeno inquietante: già ora tali bambini, ovvero quelli che dovrebbero essere ricongiunti a un familiare che ottiene il permesso di soggiorno, sono figli di un Dio minore. Devono aspettare anni per poter tornare a vivere con entrambi i genitori. Invocare un’ulteriore stretta a tali ricongiungimenti è paradossale anche in questo caso».

Anche in merito alla paventata possibilità di riformare la normativa sui luoghi di culto il professore si dimostra più che perplesso: «Non c’è una riga sulla libertà di culto. Solo promesse di limitazioni. Si preannuncia la chiusura di sale non a norma, per esempio, quando anche oggi molte di esse sono già in scantinati e luoghi indegni proprio perché non vengono concessi altri spazi per garantire il culto. Si attacca quindi la libertà di preghiera, indipendentemente dalla religione di appartenenza ma con chiari riferimenti alla fede musulmana e al rischio terrorismo islamico, non considerando però un aspetto fondamentale: chi si radicalizza lo fa principalmente su internet o perché agganciato da predicatori non ufficiali, ovvero non riconosciuti dalle moschee. Anzi, proprio l’Islam riconosciuto, anziché osteggiato, può essere il più importante fattore di aiuto nel contrastare la radicalizzazione. Perché è pronto a collaborare per isolare gli estremismi, come già accaduto, tra l’altro».

* foto di Hunter, immagine tratta da Flickr, immagine originale e licenza

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.