Nessun articolo nel carrello

I capi delle Chiese di Gerusalemme diffidano Netanyahu: no alla confisca dei beni ecclesiali

I capi delle Chiese di Gerusalemme diffidano Netanyahu: no alla confisca dei beni ecclesiali

I Capi cristiani responsabili della gestione condivisa del Santo Sepolcro - Theophilos III, patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Nurhan Manougian, patriarca armeno apostolico di Gerusalemme, e il francescano padre Francesco Patton, Custode di Terra Santa - hanno inviato una lettera al capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu per chiedergli di «agire in modo rapido e deciso per bloccare il disegno di legge la cui promozione unilaterale costringerà le Chiese a rispondere allo stesso modo».

Il ddl è lo stesso che a fine febbraio spinse le Chiese locali alla protesta mediante la “serrata” del Santo Sepolcro dal 25 al 27 febbraio scorso (v. Adista online 26/2). Il disegno di legge garantiva al governo israeliano la possibilità di confiscare quelle proprietà immobiliari ecclesiastiche che in passato erano state cedute in affitto per lunghi periodi al Fondo Ebraico Nazionale e che gli stessi soggetti ecclesiali, per far fronte ai propri debiti, avrebbero potuto vendere a grandi gruppi immobiliari privati. Da qui l’idea dell’esproprio, con lo scopo di sottrarre tali proprietà a possibili contese legali e per tutelare i proprietari di case e immobili costruiti nel frattempo su quelle terre. La protesta rientrò dopo la promessa del governo di «creare una commissione di esperti» che «trovi una soluzione alla questione delle imposte municipali sulle proprietà ecclesiali non destinate al culto» (v. Adista Notizie n. 9/18).  Adesso però i responsabili in solido del Santo Sepolcro hanno appreso dai media che quel ddl è rimasto in essere e che sta per essere sottoposto al Comitato ministeriale in vista della futura approvazione. Per questo, prese carta e penna, i tre responsabili del Santo Sepolcro hanno scritto al ministro Netanyahu.

Alle preoccupazione dei capi ecclesiali, informa l’agenzia Fides (19/6), ha risposto sui media israeliani la parlamentare israeliana Rachel Azaria, responsabile del progetto legislativo. Secondo Azaria, il disegno di legge punta solo a proteggere i residenti che vivono in case costruite sui terreni appartenenti alle Chiese, sottraendo tali immobili a possibili speculazioni. La parlamentare ha anche sottolineato che la nuova bozza del disegno di legge intende offrire garanzie generali di tutela dei piccoli proprietari di case sorte su terreni potenzialmente soggetti a contese legali, senza contenere riferimenti specifici alle proprietà ecclesiastiche.

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.