
Una Costitente delle idee. Cattolici democratici in pista, guardando alle elezioni europee
ROMA-ADISTA. Una “Costituente delle idee” per contrastare quello che più che un «governo del cambiamento» sembra essere «un governo della contraddizione, dell’improvvisazione e del salto nel buio». È la proposta lanciata, fra gli altri, da Ernesto Preziosi, leader di Argomenti 2000, una delle associazioni “extraparlamentari” della galassia del cattolicesimo democratico (qui il documento integrale).
Quello che si vede è «uno scenario che dovrebbe offrire alle opposizioni non pochi motivi per mettersi di buon grado a costruire l’alternativa». Ma, scrive Preziosi, «così non è», e anzi c’è il forte rischio «che ci si appiattisca troppo nel rintuzzare colpo su colpo la propaganda enunciativa dei due vicepremier-premier e poco nella costruzione di una visione alternativa con elementi di concretezza in grado di parlare alla gente».
Allora la proposta è di ripartire dalle «idee», con una vera e propria «Costituente», aperta ai «tanti altri soggetti presenti sul territorio», da tenersi in autunno (una data plausibile è il 27 ottobre).
«Lavoro, fisco, famiglia, salute, educazione, Europa, giovani», i temi da mettere all’ordine del giorno. Ma, scrive Preziosi, «accanto ai temi su cui possiamo lavorare fin d'ora, in preparazione alla Costituente dell'autunno, vi è l'individuazione di reti, liste, movimenti civici, associazioni» da coinvolgere. Perché, prosegue, «di fronte ad una crisi particolarmente insidiosa, che tocca le fondamenta stesse della democrazia partecipativa e ci chiede di ripensarne le forme e gli strumenti, è urgente che i cattolici, specie quelli che hanno una esperienza associativa e educativa, coloro che hanno competenze professionali, si impegnino in prima persona per contribuire al cambiamento e per dare forza ad un progetto di società che guardi al futuro. Guardiamo pertanto con interesse a quanto si muove nell’area cattolica sapendo che anche da parte nostra va fatto un salto di qualità che aiuti ad alzare lo sguardo e a veder lontano. I credenti infatti non sono chiamati a garantire spazi identitari bensì ad aprire processi capaci di dare speranza attraverso scelte motivate e concrete sui grandi temi dell’agenda politica».
Il recinto resta quello del centro-sinistra. «Se partiamo dall’esistente – scrive Preziosi –, il Partito democratico ha un ruolo e può svolgerlo solo a condizione di superare la visione di autoreferenzialità che ha di fatto marginalizzato la sua capacità di incidere nei processi di rinnovamento e modernizzazione del Paese partendo dai problemi concreti della gente. Al Pd vogliamo chiedere di aprire davvero una fase di ripensamento, di riconsiderazione del progetto iniziale e di apertura ad un progetto di modernizzazione del Paese in un a prospettiva autenticamente europea. Va per questo abbandonato ogni tentativo di egemonia interna ad opera di singole parti. Allo stesso tempo, non esiste solo il Pd. Occorre guardarsi intorno e cogliere i tanti segnali di novità, le tante istanze che vengono dai territori, dalle numerose esperienze e aggregazioni che danno voce ad un senso civico, indispensabile per la democrazia».
Appuntamento a Roma in autunno, per «un primo momento di lancio» della Costituente delle idee. Con una scadenza poi non troppo lontana: le elezioni europee del 2019. Un appuntamento che, conclude Preziosi, «ci offre la possibilità di essere una realtà propositiva che lavora per rimettere al centro della discussione politica idee e progettualità, uscendo da meccanismi comunicativi forse efficaci ma vuoti e incapaci di offrire ai cittadini reali strumenti di valutazione e soluzioni percorribili. Proprio in vista delle elezioni del prossimo anno la Costituente delle idee ci permette di ricordare che serve uscire della contrapposizione fra europeisti e euroscettici, che non ha nulla dire sulla realtà e occorre al contrario pensare politicamente l’Europa. Quello che vogliamo costruire dall’Italia e che può avere un valore europeo è un percorso che riscopre la progettualità politica attraverso proposte “radicali”, le quali si misurano con la necessità e l’urgenza di costruire una coscienza politica europea che può nascere solo da una nuova stagione di democratizzazione delle istituzioni comunitarie».
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