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Cile: alle vittime di abusi non bastano le parole di pentimento

Cile: alle vittime di abusi non bastano le parole di pentimento

SANTIAGO DEL CILE-ADISTA. Sotto lo slogan "Un'altra Chiesa è possibile", decine di vittime di abusi sessuali commessi all'interno della Chiesa cattolica cilena hanno manifestato il 20 agosto sera, con candele accese e fiori, davanti alla Cattedrale Metropolitana di Santiago per chiedere giustizia, sensibilizzare la società e mettere al bando la «cappa di silenzio» imposto dalle autorità ecclesiastiche in tutto il mondo. «Ci sono ancora molte persone che non possono parlare, ci sono persone che sono state messe a tacere dagli abusi, messe a tacere dal trauma, messe a tacere dalla gerarchia della Chiesa»,  ha detto José Andrés Murillo, vittima di abusi sessuali del sacerdote Fernando Karadima,  motivando il sit-in; anche se, ha aggiunto, «quest'anno è stato segnato da una rottura della cappa di silenzio: ci sono molte vittime, centinaia di migliaia di vittime in tutto il mondo, che stanno ottenendo la parola», riferendosi anche alla “Lettera del Santo Padre Francesco al Popolo di Dio” http://w2.vatican.va/content/francesco/it/letters/2018/documents/papa-francesco_20180820_lettera-popolo-didio.html diffusa la mattina del 20 agosto dal Vaticano, in cui il papa torna a chiedere perdono per i vergognosi abusi commessi da ecclesiastici su bambini.

Rispetto all’incriminazione del cardinale di Santiago del Cile, Ricardo Ezzati https://www.adista.it/articolo/59244, Murillo espresso soddisfazione: «Che lui (Ezzati) debba sedersi sul banco degli accusati – ha detto – è per noi già un trionfo e un riconoscimento da parte dello Stato della sofferenza che molti hanno dovuto portare in silenzio per anni». È da segnalare che l’interrogatorio di Ezzati davanti alla Procura della Repubblica, che doveva avvenire fra qualche giorno, è stato rimandato a data da destinarsi perché sono ancora in via di acquisizione documenti e denunce.

Durante la manifestazione ha preso la parola anche Helmut Kramer, membro della Rete dei sopravvissuti agli abusi ecclesiastici. «Non è sufficiente – ha avvertito - continuare ad ascoltare la parola perdono, che facciamo, ci attendiamo Vaticano e Chiesa consegnino tutte le informazioni che hanno» alla giustizia civile.

Finora, in Cile sono 73 i religiosi sotto indagine della giustizia in 38 cause che riguardano un centinaio di vittime, la maggior parte di loro minorenni al momento di commettere i crimini.

*Illustrazione tratta da Creative Commons immagine originale e licenza

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