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Raddoppio dell'IRES Sul Terzo Settore, le proteste del mondo no profit e il retro front del Governo

Raddoppio dell'IRES Sul Terzo Settore, le proteste del mondo no profit e il retro front del Governo

E’ passata al Senato, nella notte tra sabato 22 e domenica 23 dicembre, la norma del maxiemendamento alla manovra che raddoppia l'Ires per il Terzo Settore. Associazioni no profit, istituti di assistenza, fondazioni, enti ospedalieri, istituti d'istruzione senza scopo di lucro e molte realtà organizzative legate alla Chiesa, vedranno dunque l'aliquota dell`Imposta sul Reddito aumentare dal 12 al 24%, equiparandola a quella applicata ai soggetti economici operanti nel libero mercato. Il tutto per ottenere un maggior gettito calcolato in 118 milioni di euro nel 2019, che salirà a 157 nel 2020 e 2021.

Si legge sul sito del Senato, nel Dossier n. 184 relativo agli articoli 79-80 e 84-86 che riguardano la disposizione, che il Governo cosí facendo “intende operare una semplificazione ed armonizzazione, nel rispetto della normativa Europea, del quadro legislativo esistente in materia di disciplina fiscale del terzo settore”, evidenziando “l’importanza fondamentale che assume il “corrispettivo” ai fini della individuazione della operazioni di natura non commerciale” poste in essere dagli enti no profit che non concorrono alla formazione del loro reddito. Tali operazioni sarebbero: i fondi provenienti da raccolte pubbliche occasionali, i contributi erogati dalle amministrazioni pubbliche; quote e contributi associativi. Nel Dossier viene piú volte ribadito che “sono sempre esentati dall’IRES i redditi degli immobili destinati esclusivamente allo svolgimento di attività non commerciali”.  Diversamente, concorreranno alla formazione del reddito sottoposto alla nuova tassazione tutte le operazioni di natura commerciale, come le cessioni di beni e gli incassi provenienti da prestazioni di servizi effettuate nei confronti degli associati dietro pagamento specifico.

La disposizione, stando all'ultimo censimento Istat del Terzo settore, riguarda 343.432 organizzazioni senza fini di lucro, 812.706 dipendenti e cinque milioni e mezzo di volontari (un italiano su sei, dai venti ai sessantaquattro anni). «Un mondo di donne, uomini, ragazze e ragazzi che tutti i santi giorni, senza marcar visita i sabati e le domeniche o le feste comandate, quando c’è bisogno, tappano i buchi lasciati da tutte le parti da uno Stato che non ce la fa» scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, mentre tra i soggetti colpiti dall'aumento, una alzata di scudi collettiva ha fatto sentire la propria voce di protesta.


«Non è un dono, ma una provocazione» ha commentato il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, in un’intervista a Repubblica «Il nostro Paese sta vivendo un momento difficile, ma non mi sarei aspettato di vedere colpito il volontariato e tutto ciò che rappresenta – sottolinea il porporato - non siamo davanti a un problema dei cattolici o per i cattolici, ma dell’umanità del nostro popolo, quindi di dignità e rispetto per chi ha sempre operato con abnegazione e ha contribuito a tenere in piedi il nostro Paese». Toni ancora piú duri ha usato Claudia Fiaschi, portavoce del Forum  Nazionale Terzo Settore, che intervistata dal Fatto Quotidiano ha parlato di un «irragionevole inasprimento fiscale» che metterebbe a repentaglio l’articolo 2 della Costituzione. Voce a cui hanno fatto eco i tanti soggetti che operano nel mondo dell'assistenza e della solidarietà e che deve esser arrivata alle orecchie del Governo, suggerendo un consistente calo di voti nella prossima tornata elettorale e dunque un immediato retro front: «Non possiamo intervenire nella Legge di bilancio perché si andrebbe in esercizio provvisorio – ha detto il Vice Premier Luigi Di Maio – ma prendo l’impegno di modificarla nel primo provvedimento utile. Questo perché l’obiettivo del governo era quello di punire coloro che fanno finto volontariato e ne è venuta fuori una norma che punisce coloro che hanno sempre aiutato i più deboli». Dello stesso avviso Salvini, che ha garantito «l’impegno del governo ad intervenire per aiutare le tante associazioni di volontariato che utilizzano solo a scopi sociali i loro fondi». Un mea culpa che, per ora, non intralcia l'iter del provvedimento che nelle prossime ore avrà il via libera definitivo dopo il passaggio alla Camera. E diventerà legge.

 

 

* Immagine di Manfred Heyde tratta da Wikimedia Commons. Immagine originale e licenza

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