
Contro lo stupro come arma di guerra, votata risoluzione all'Onu
NEW YORK-ADISTA. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato, il 23 aprile, una risoluzione (la n. 1.325) per contrastare lo stupro come arma di guerra. 13 sono stati i voti a favore, due le astensioni: Russia e Cina. Si è rischiata l’astensione anche degli Stati Uniti perché contrari ad alcuni riferimenti all'assistenza alla “salute riproduttiva” che implicavano il sostegno a pratiche abortive. Il testo è stato infine emendato da tali riferimenti, ricevendo perciò il consenso degli Usa. I quali, però, insieme a Cina e Russia, hanno ottenuto il taglio di un altra importante parte della risoluzione, quella relativa all'istituzione di un nuovo meccanismo per monitorare e segnalare tali atrocità in guerra.
Durante il dibattito – cui hanno preso parte, tra gli altri, il segretario generale António Guterres e i premi Nobel per la pace Nadia Murad, la giovane yazida sequestrata e tenuta in ostaggio dal sedicente stato islamico, e Denis Mutwege, il medico della Repubblica Democratica del Congo specializzatosi proprio nella cura delle donne vittime di violenze sessuali – è intervenuto anche l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazini Unite.
Mons. Azuza, riferisce VaticanNews (24/4), ha sottolineato con forza che «i diritti umani di questi bambini» frutto di violenza «devono essere rispettati e garantiti, come per qualsiasi altro bambino. Secondo la Santa Sede queste giovani vite innocenti devono essere accolte, amate, non stigmatizzate o rifiutate. Tanto meno deve essere loro negato il diritto nascere». Ha auspicato che l'attenzione richiamata dal dibattito aperto all’Onu su questo drammatico tema possa aiutare i sopravvissuti e le vittime a trovare la guarigione e la speranza, e che possa servire all’«istituzione di più solidi meccanismi che permettano di portare davanti alla giustizia chi ha commesso queste violenze».
*Foto tratta da Pixabay Licnese, immagine originale e licenza
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