
Vescovo catalano: è un dramma la prigionia di politici pacifici
BARCELLONA-ADISTA. È un «dramma che dei politici che tentano di fare un passo verso quello in cui credono e lo fanno pacificamente si vengano a trovare in questa situazione», in prigione. Questo ha affermato l'arcivescovo di Tarragona, mons. Joan Planellas, parlando dei politici catalani in carcere (e attualmente sotto processo) perché coinvolti nella realizzazione del referendum sull’indipendenza della Catalogna realizzato il 1° ottobre 1917 e dichiarato illegale dal governo spagnolo. Nell’intervista pubblicata oggi dal quotidiano di Barcellona El Punt Avui (Il punto oggi), Planellas continua: «Davanti al fatto reale che alcuni pensano radicalemtne una cosa e gli altri ne pensino radicalmente un’altra, l’unica soluzione è il perdono. Altrimenti non possaimo andare avanti. Se mi chiedono se questi politici dovrebbero essere indultati, io vado oltre: dovremmo saperci perdonare tutti, gli uni gli altri. Perché anche dall'altra parte ci sono persone che si sono sentite molto ferite, perché c'è una realtà che non dovrebbe essere ignorata».
Dell'arcivescovo Planellas la stampa spagnola ricorda che nel 2013 ha permesso di issare la bandiera catalana (righe orizzontali rosse e gialle con una stella bianca in un campo azzurro tirangolare) sul campanile della chiesa di Jafre (Girona), di cui era parroco, valutando l’atto come qualcosa di più di orgoglio catalano. Di freschissima nomina (inizio maggio), Planellas ha sostituito mons. Jaume Pujol. Anche questi (come altri vescovi catalani) in un tweet del 2 novembre 2017, dopo l’arresto dei politici responsabili dell’iniziativa indipendentista, si diceva «profondamente preoccupato e triste per la situazione che si è creata oggi [con gli arresti degli 8 politici]».
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