
Stop armi in Yemen: mobilitazioni per il 29° anniversario della Legge 185
Oggi, nel 29° anniversario dell’approvazione della Legge 185 (9 luglio 1990) che regola l’export di armamenti italiani, una rete di associazioni laiche e di ispirazione cristiana – Amnesty International Italia, Fondazione Finanza Etica, Oxfam Italia, Movimento dei Focolari, Rete Italiana per il Disarmo, Rete della Pace, Save the Children Italia – hanno promosso una serie di iniziative per chiedere di arrestare immediatamente il flusso di armi made in Italy utilizzate nel conflitto in Yemen. Questa mattina a Montecitorio (v. foto cover) gli organismi della società civile hanno organizzato un flash mob, mettendo in scena una simbolica «pioggia di bombe» (di cartone) per chiedere alla politica italiana di tenera alta l’allerta sulla «più grave crisi umanitaria al mondo», soprattutto in seguito alla mozione approvata dalla Camera a fine giugno, la quale impegna il Governo ad «adottare gli atti necessari a sospendere le esportazioni di bombe d'aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile e loro componentistica verso l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace con lo Yemen».
Intanto la guerra in Yemen continua a mietere vittime. «Più di 7.500 bambini sono stati uccisi o feriti dall’inizio del conflitto», spiegano le associazioni nel comunicato emanato dopo il flash mob a Montecitorio, «per quasi la metà in seguito ai bombardamenti aerei condotti per la grande maggioranza dalla Coalizione militare a guida saudita», anche con ordigni prodotti negli stabilimenti sardi della multinazionale RWM.
La mozione approvata alla Camera rappresenta certamente un elemento incoraggiante, sottolineano le organizzazioni della società civile, ma il governo deve fare un ulteriore passo avanti per andare oltre i limiti di quel testo, intraprendendo «immediatamente le azioni necessarie per giungere ad uno stop effettivo delle esportazioni e spedizioni di tutte le tipologie di armi [non solo quindi "bombe d'aereo e missili"] non solo verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti» ma verso tutti i Paesi della coalizione che partecipa agli attacchi in Yemen. Inoltre le associazioni chiedono al governo di promuovere, nelle sedi internazionali, «un’iniziativa formale per giungere ad un embargo Ue sugli armamenti diretti verso il conflitto in Yemen, come richiesto in numerose Risoluzioni votate dal Parlamento Europeo negli ultimi anni».
Richieste peraltro già avanzate in una «lettera formale» che la rete della società civile ha inviato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e che al momento non ha ancora ricevuto risposta. La missiva chiedeva al governo «anche un maggiore sostegno dei processi diplomatici e di intervento umanitario che passi anche per un aumento delle risorse e dei fondi per porre sollievo alle condizioni della popolazione».
* Fotografia gentilmente fornita dalla Rete Italiana per il Disarmo
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