
Dichiarazione dell'Onu sulle demolizioni: Israele viola la legge internazionale umanitaria
È datata 22 luglio la "Dichiarazione ufficiale sulle demolizioni, a Sur Bahir", ad opera dell’esercito occupante israeliano, di decine di abitazioni ed edifici legittimamente abitati dalla popolazione palestinesea firma dei massimi rappresentanti dell’ONU presenti a Gerusalemme: Jamie Mc Goldrick (Ufficio Coordinator Umanitario) di Gwyn Lewis (Direzione UNWRA delle operazioni in Cisgiordania) e di James Heenan (Capo Uffcio Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati).
La dichiarazione è stata tradotta e diffusa in Italia dalla Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese, che commenta: «Se il furto della terra e delle vite palestinesi continua e Israele ancora una volta può espellere illegittimamente e tuttavia impunemente la popolazione palestinese dai suoi territori è perché mai la comunità internazionale si è levata a contrastare efficacemente la politica espansionistica di Israele ed il suo colonialismo di insediamento».
Di seguito il testo integrale della Dichiarazione.
«Oggi stiamo seguendo con tristezza la distruzione delle abitazioni nella comunità palestinese di Sur Bahir da parte delle autorità israeliane.
Informazioni provvisorie emergenti dalle comunità indicano che centinaia di militari israeliani sono entrati nella comunità' questa mattina ed hanno demolito numerosi edifici residenziali, incluse case abitate nelle zone A, B, C della Cisgiordania sul versante Gerusalemme Est del Muro.
L' operazione in larga scala è iniziata nelle prime ore del mattino, prima dell' alba e ancora al buio, forzando fuori dalle loro case le famiglie che vi risiedevano creando grande stress tra i residenti. Tra coloro espulsi a forza o coinvolti vi sono rifugiati palestinesi che affrontano nuova espulsioni, già avvenute nella loro vita.
Le Organizzazioni umanitarie si preoccupano di dare una risposta di emergenza a chi è espulso o coinvolto nella distruzione delle loro proprietà private. Ma non esiste alcuna assistenza umanitaria che possa sostituire una casa o ripianare l’enorme perdita economica subita dai proprietari. Molti di coloro che sono coinvolti riferiscono di aver investito i risparmi di una vita in quelle proprietà, dopo aver ottenuto i regolari permessi di costruzione da parte dell' Autorità Palestinese. Quello che è successo oggi in Sur Bahir è allarmante anche perché molte altre abitazioni e strutture ora rischiano la stessa distruzione.
La politica israeliana di distruggere le proprietà palestinesi non è compatibile con gli obblighi dettati dalla legge internazionale. Tra i vari punti, la distruzione delle proprietà private nei territori sotto occupazione militare è solo permessa se assolutamente necessaria per operazioni militari, cosa che non riguarda oggi. Per di più provoca espulsioni e contribuisce al rischio di ulteriori trasferimenti forzati di molti palestinesi in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est.
Nel 2004 la Corte Penale Internazionale ( CPI) ha dichiarato illegale la costruzione del Muro e ha definito ingiustificata da emergenze militari le parti del Muro erette all' interno della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, come vediamo a Sur Bahir. Questo viola gli obblighi di Israele dettati dalla legge internazionale.
Proprio 15 anni fa, quasi nello stesso giorno di luglio, l' Assemblea Generale ONU con la Risoluzione ES 10 / 15 del 20 luglio 2004 richiedeva ad Israele il rispetto degli obblighi legali definiti dalla Corte Penale Internazionale. Se fossero rispettati questi principi, la legge internazionale umanitaria e dei diritti umani, la popolazione di Sur Bahir non avrebbe subito i traumi di oggi e la violazione dei loro diritti».
*Foto di Paolo Cuttitta, tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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