
"Il Sinodo è una scusa, il papa vuole distruggere la Chiesa". Detrattori di Francesco crescono
Cresce la fronda dell’ala ultra-conservatrice dei cardinali contro papa Francesco a motivo – tanto per aggiungerne un altro – del Sinodo panamazzonico in arrivo per il prossimo ottobre. Dopo gli attacchi del ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, card. Gerhard Müller, nel recentissimo libro Römische Begegnungen (Incontri romani) in cui accusa papa Francesco di lavorare letteralmente per la dissoluzione della Chiesa (v. l’interessante articolo di SettimanaNews), ora è il card. George Pell, condannato lo scorso marzo da un tribunale australiano a sei anni di carcere per gli abusi commessi su due bambini nel 1996, a respingere con durezza le proposte contenute nel Documento di lavoro del Sinodo (Instrumentum laboris, vedi qui, qui e qui) di aprire il sacerdozio a uomini sposati (viri probati) e di studiare per le donne ruoli di maggiore responsabilità nella Chiesa. Un modo, secondo il card. Pell e gli altri detrattori, di papa Bergoglio, di cancellare l’obbligo del celibato per i sacerdoti e di aprire al sacerdozio femminile partendo dall’ammissione delle donne al diaconato.
In una lettera inviata dal carcere ai suoi seguaci e resa nota il 9 agosto, Pell – che protesta la sua innocenza e si paragona a Gesù Cristo, offrendo la sua «sofferenza» per il bene della Chiesa – sostiene che «abbiamo motivo di essere turbati dall’Instrumentum laboris del Sinodo dell’Amazzonia», perché «amazzonico o non amazzonico, in tutti i Paesi la Chiesa non può permettere nessuna confusione e tanto meno qualsiasi insegnamento contrario alla Tradizione apostolica»: «la Tradizione apostolica, l’insegnamento di Gesù e degli Apostoli, presa dal Nuovo Testamento e insegnata da papa e Concilii, dal Magistero, è l’unico criterio dottrinale per ogni insegnamento sulla dottrina e sulla pratica».
*Foto di martieda (pixabay.com), tratta da Needpix.com, immagine originale e licenza
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