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Londra: religiosi contro il commercio delle armi

Londra: religiosi contro il commercio delle armi

LONDRA-ADISTA. Quaccheri, metodisti, anglicani, battisti, riformati e presbiteriani scozzesi contro la promozione delle armi e contro la partecipazione di Paesi in cui vengono violati i diritti umani alla più grande fiera internazionale d’Europa sulle armi “Defence & Security Equipment” (Dsei), appena conclusasi a Londra.

«Il governo del Regno Unito ha una lunga storia di esportazione di armi verso regimi altamente repressivi», hanno scritto in una lettera inviata al quotidiano The Guardian sei esponenti delle confessioni religiose (il quacchero Paul Parker, la pastora Barbara Glasson, presidente della Conferenza metodista britannica, Stephen Cottrell vescovo anglicano di Chelmsford, il pastore Richard Frazer coordinatore della commissione chiesa e società della Chiesa di Scozia, il pastore David Mayne, moderatore del Consiglio dell’Unione battista e il pastore Nigel Uden moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa riformata unita).

«Dei 67 Stati che hanno ricevuto un invito ufficiale dal governo britannico al Dsei – prosegue il testo -, 19 sono in conflitto armato e 14 sono regimi autoritari, secondo l’Economist Intelligence Unit’s Democracy Index. Lo stesso Ministero degli Esteri ne identifica 8 in cui la tutela dei diritti umani è particolarmente scarsa. Il governo sembra estremamente riluttante a consentire un freno etico alla sua ambizione di guadagno attraverso l’industria delle armi del Regno Unito».

Il governo ha persino invitato l’Arabia Saudita, si legge nella lettera, nonostante la recente sentenza della Corte d’appello che ha portato alla sospensione delle vendite di armi a quel paese. «I bombardamenti della coalizione a guida saudita nello Yemen hanno causato immense sofferenze e, secondo agenti delle Nazioni Unite, gli attacchi a obiettivi civili potrebbero rappresentare crimini di guerra. La decisione della corte d’appello deve indurre una rivalutazione radicale della pericolosa promozione del Regno Unito delle armi. La sponsorizzazione di questo settore compromette la nostra capacità di sviluppare società pacifiche, giuste, ecologicamente sostenibili ed eque. Come rappresentanti di comunità religiose impegnate a raggiungere questi obiettivi, crediamo che questi debbano essere al centro della politica estera del Regno Unito e delle nostre relazioni commerciali».

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