Nessun articolo nel carrello

India, si appella in Vaticano la suora espulsa dalla sua congregazione

India, si appella in Vaticano la suora espulsa dalla sua congregazione

Suor Lucy Kalappura, espulsa ad agosto scorso dalla Congregazione delle Clarisse francescane (Fcc) dopo la sua protesta pubblica nei confronti dell’ex vescovo di Jalandhar, mons. Franco Mulakkal (si veda Adista online 18/10), ha scritto in Vaticano, per impugnare la decisione della sua congregazione e portare la questione all’attenzione del Papa.

A seguito del respingimento dell’appello contro il provvedimento delle francescane, presentato alla Congregazione per le Chiese orientali, «sono obbligata a presentare un ulteriore appello al Supremo Tribunale della Signatura Apostolica» scrive suor Lucy, in una lettera indirizzata al card. Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali. «A tale proposito, è auspicabile che mi venga concessa l'opportunità di presentarmi di persona al Tribunale per consentirmi di offrire ai suoi onorevoli membri la mia versione dei fatti» e «di presentare il mio caso a papa Francesco (…) nel cui senso di giustizia ho assoluta fiducia» prosegue.

Secondo la suora, ciò che «pretende di essere un'azione disciplinare» avviata dalla Congregazione contro di lei, «in realtà è una rappresaglia» «che puzza di vendetta», «iniziata solo dopo che ho sostenuto le sorelle delle Missionarie di Gesù nei loro sforzi per assicurare giustizia alla suora oltraggiata», scrive. Oltre a respingere le accuse mosse contro di lei dalla congregazione, suor Kalappura si definisce «una vittima collaterale dello scandalo di Franco Mulakkal, riguardo al quale il coraggio e l'impegno della Chiesa per la verità e la giustizia vengono messi alla prova pubblicamente». Ed è proprio tale impegno, scrive ancora la suora, «che salverà la credibilità della Chiesa cattolica» in questo scandalo. Tuttavia, avverte, in mancanza di una debita attenzione, esso «è destinato a provocare un'infamia estrema e immortale per la Chiesa» stessa.

La faccenda si è nel frattempo arricchita di particolari: prima ancora di scrivere in Vaticano, Suor Lucy aveva comunicato all’emittente NDTV di aver sporto denuncia alla Commissione nazionale delle donne (NCW), alla Commissione nazionale per i diritti umani (NHRC) e alla polizia di Kuravilangad (Kerala), per segnalare una serie di video e foto, pubblicati sui social network (per lo più su Youtube), che getterebbero nocumento e pregiudizio su di lei e le consorelle che avevano manifestato contro il vescovo. Tra gli autori di questa pletora di pubblicazioni in rete, ci sarebbe un certo Padre Nobile, persona che, secondo suor Lucy, sarebbe affiliata a mons. Mulakkal; molti altri video, invece, sono stati diffusi attraverso il canale Youtube “Malayalam Christian Times”, anch’esso, a detta della suora, gestito dal vescovo e dai suoi seguaci. I contenuti, fruibili da qualsiasi utente, sono in lingua hindi, ma non lasciano dubbi sulla volontà di screditare i protagonisti, tanto più che moltissimi dei commenti rilasciati sono in inglese e dunque comprensibili ai più. In un video, in particolare, si vedono delle suore accogliere degli uomini all’interno del convento di Wayanad, dove risiede suor Lucy e le sue consorelle, lasciando intendere una condotta “non ortodossa” da parte delle religiose.

«Dichiarazioni false, imputazioni e storie inventate che offuscano la nostra reputazione» ha dichiarato a NDTV suor Lucy (23/10). «I video», si legge sul sito dell’emittente, oltre a violare la segretezza dell’identità della suora presunta vittima di stupro, «hanno lo scopo di mancare di rispetto, abusare, intimidire e influenzare i testimoni, la vittima e la squadra investigativa», evidentemente con l’intenzione di «umiliare, insultare e torturare» psicologicamente suor Lucy con azioni che «equivalgono a chiare violazioni di legge» contro cui la stessa suora ha chiesto «seri provvedimenti». La Commissione per le donne del Kerala, scrive ancora NDTV, ha ordinato alla polizia informatica di indagare sulla questione, chiedendo di presentare un rapporto entro 10 giorni. Rapporto che, calendario alla mano, arriverà a stretto giro.

Intanto, anche intorno al vescovo Franco Mulakkal, qualche (altra) ombra si solleva. L’ispettore Mohandas, funzionario della centrale di polizia di Vaikom (Kuravilangad), sarebbe stato trasferito subito dopo aver informato il vescovo della denuncia sporta da suor Lucy, a cui avrebbe altresì chiesto conto delle pubblicazioni di tali video (the news minute 25/10). Secondo una fonte interna alla polizia, scrive ancora il giornale online, «il trasferimento dell'ufficiale di polizia sembra mirare a impedirgli di comparire in tribunale come parte del processo», che inizierà l'11 novembre, in cui il vescovo dovrà difendersi dall’accusa di stupro.

 

*Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay. Immagine originale e licenza  

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.