
San Severo: l’accordo Comune-diocesi una risposta concreta alla sfida dell’emarginazione
«Desidero porgere il mio sentito ringraziamento al Comune e alla Diocesi di San Severo in Puglia per la firma del protocollo d’intesa avvenuta lunedì scorso 28 ottobre, che permetterà ai braccianti dei cosiddetti “ghetti della Capitanata”, nel foggiano, di ottenere una domiciliazione presso le parrocchie e l’iscrizione all’anagrafe comunale. La possibilità di avere i documenti d’identità e di residenza offrirà loro nuova dignità e consentirà di uscire da una condizione di irregolarità e sfruttamento. Grazie tante al Comune e a tutti coloro che hanno lavorato a questo piano». Così papa Francesco, lo scorso 3 novembre, alla fine del consueto Angelus in piazza San Pietro, ha salutato la sigla del protocollo d’intesa Comune-diocesi di San Severo del 28 ottobre.
Per conoscere più da vicino la situazione di marginalità, povertà e sfruttamento di migranti e poveri baraccati – invisibili, senza residenza e quindi senza diritti minimi garantiti – il papa aveva inviato in Puglia, nei giorni precedenti la Giornata del Migrante del 29 settembre, il cardinale elemosinere, Konrad Krajewski, figura nota alle cronache della primavera scorsa per aver rimosso i sigilli ai contatori di un palazzo, occupato a Roma da famiglie italiane e straniere senza alloggio (v. qui, qui e qui).
L’idea di Comune e diocesi di San Severo di mobilitarsi concretamente per alleviare la difficile situazione di questi “invisibili” e instradarli in un percorso di emersione, di integrazione e di pieno godimento dei diritti è nata proprio alla fine di quella visita, tanto che il card. Krajewski ha presenziato il 28 ottobre alla sottoscrizione del documento.
* Immagine di Calixto N. Llanes, tratta dal sito Flickr, licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite
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