
Migrazioni: la “campagna d’odio” distorce la percezione del fenomeno. Un sondaggio europeo
Nel Rapporto di Carta di Roma “Notizie senza approdo”, curato dall’Osservatorio di Pavia, Ilvo Diamandi scrive che, di fronte al boom di notizie registrato su giornali e tv mainstream nel 2019, per la prima volta cala la percezione della paura e dell’insicurezza nell’opinione pubblica. Non tanto per un’accresciuta consapevolezza del fenomeno e nemmeno per una rinata vocazione alla solidarietà e all’accoglienza del popolo italiano, quanto piuttosto «per abitudine e per noia». Una sorta di assuefazione al sovraccarico di comunicazione che ha caratterizzato il clima di «campagna elettorale permanente» degli ultimi anni.
Resta comunque che l'opinione pubblica non è correttamente informata sui fenomeni migratori e continua ad avere una visione estremanete distorta. Se Carta di Roma si occupa del rapporto tra “percezione e rappresentazione”, una recente indagine, curata da Ipsos per conto della fondazione WeWorld (che si occupa di cooperazione allo sviluppo in 29 Paesi), centra l’attenzione sull’altro difficile rapporto, quello tra “percezione e realtà”. Presentato ieri (Giornata Internazionale del Migrante) nel corso della Conferenza Internazionale CiakMigrAction al Comune di Milano, il sondaggio è stato condotto su campioni selezionati in Italia, Austria, Grecia e Ungheria. «L’opinione pubblica dei quattro Paesi esaminati – spiega WeWorld in una nota a margine della presentazione – è caratterizzata da un’elevata sovra-rappresentazione del fenomeno migratorio, per quanto riguarda la presenza di migranti sul territorio»: e così in Ungheria gli intervistati ritengono che i migranti rappresentino il 20% della popolazione, quando invece sono solo il 2%; in Italia la percezione è del 31% contro 9% reale; in Grecia 35% percepita contro il 9% reale; e infine in Austria 35% contro 16%.
La distanza tra percezione e realtà può essere spiegata, interpreta WeWorld, dalla «rappresentazione che ne viene fatta a livello di discorso pubblico e mediatico», che fomenta una visione non veritiera e a tinte fosche del fenomeno. «I dati del sondaggio Ipsos – spiega l’organizzazione umanitaria – ci restituiscono un’Europa convinta che si stia consumando un’emergenza migratoria di dimensioni epiche. I numeri però ci raccontano di un fenomeno molto più contenuto rispetto al percepito dall’opinione pubblica».
Secondo Marco Chiesara, presidente della fondazione Onlus, «La campagna mediatica di attacco a chi si occupa di accoglienza ha distorto le percezioni sulle migrazioni, creando un’emergenza dove non c’è». «L’Unione Europea avrebbe gli strumenti (e le leggi) per affrontare le migrazioni ma non ha ancora varato una strategia a lungo termine per una gestione comune del fenomeno, che superi le politiche d’odio che si respirano con sempre maggior frequenza in Italia e in Europa. Politiche non solo ingiuste ma, come è sempre più evidente, anche inefficaci”.
Ipsos e WeWorld lanciano un appello «per creare nuove narrazioni che possano contrastare il clima d’odio che dilaga, non solo nel nostro Paese».
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