
Auguri
I sacerdoti del dio denaro celebrano un Natale egoistico che gioisce per i migranti affogati nel Mediterraneo perché chi soccorre è criminalizzato. È il Natale del razzismo, del “vengo prima io e degli altri me ne frego”. È il Natale del “me ne frego” fascista che ora si autodefinisce “sovranista”. È il Natale della guerra, della “terza guerra mondiale a pezzi” che dura da vent’anni e che ha fatto già svariati milioni di morti. È il Natale delle industrie degli armamenti che sfornano sempre più nuovi strumenti di morte. È il Natale dei nuovi duci che sbandierano presepi e agitano rosari senza sapere cosa siano. È il Natale dei Ponzio Pilato che non si oppongono alla criminalità istituzionale che avanza e che ha approvato leggi razziste e contro i lavoratori.
Festeggiare ed essere felici è un diritto inalienabile dell’umanità. Ben vengano le feste, religiose o no che siano e di qualsiasi religione. Ma guai a chi festeggia alla faccia ed in dispregio del resto del mondo, soprattutto se povero e derelitto. Guai all’egoismo e all’ingordigia che seppellirà chi se ne fa portatore.
E allora che il capitone possa andare di traverso a chi celebrerà il “natale” a danno dei poveri del mondo. Parlano di natale ma celebrano il funerale dell’umanità.
Auguri invece a tutti i Gesù figli e figlie dell’umanità sfruttata e derelitta del mondo che sono la speranza dell'umanità.
Giovanni Sarubbi
direttore del periodico "Il dialogo", di Monteforte Irpino
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