A Sigonella, droni per tutti i Paesi della Nato. Un'analisi di Antonio Mazzeo
“Droni AGS a Sigonella. Il regalo di Natale della NATO ai siciliani”: sotto questo titolo la preziosa informazione (26/12/19) di Antonio Mazzeo sul ruolo operativo che la grande base militare situata a Sigonella avrà nel futuro dell’Alleanza sottoscritta fra USA e Paesi europei il 4 aprile 1949 con il Trattato del Nord-Atlantico.
Il drone giunto il 21 novembre scorso alla Naval Air Station, spiega Mazzeo, «è il primo dei cinque grandi aerei senza pilota destinati ad operare da Sigonella nell’ambito del NATO AGS (Alliance Ground Surveillance), il programma più ambizioso e costoso della storia dell’Alleanza Atlantica». Secondo quanto riportato dall’ufficio stampa del Comando generale della NATO, «Il trasferimento del drone AGS dagli Stati Uniti all’Italia rappresenta un momento chiave nella realizzazione di questo importantissimo progetto multinazionale (...). L’Alliance Ground Surveillance sarà di proprietà collettiva e operativa di tutti gli alleati dell’Alleanza Atlantica e sarà un elemento vitale per tutte le missioni NATO. Tutti gli Alleati avranno accesso ai dati acquisiti dall’AGS e beneficeranno del sistema d’intelligence, sorveglianza e riconoscimento».
Mica solo droni, però, in quel di Sigonella: «Con l’entrata in funzione del sistema AGS – informa Mazzeo – la base siciliana di Sigonella consolida il proprio ruolo di vera e propria capitale mondiale dei velivoli senza pilota da guerra. I droni NATO si sommano infatti ai velivoli con funzioni d’intelligence ed attacco (i famigerati droni killer “Reaper” che mietono vittime tra i civili negli scacchieri di guerra in Africa e Medio oriente) che l’US Air Force e l’US Navy ha trasferito in Sicilia da più di dieci anni».
«Determinante pure il ruolo assunto nell’ambito dei programmi di supremazia nucleare degli Stati Uniti d’America», aggiunge Mazzeo. «Segretamente, ancora una volta nel 2018, è entrato in funzione a Sigonella la Joint Tactical Ground Station (JTAGS), la stazione di ricezione e trasmissione satellitare del sistema di “pronto allarme” per l’identificazione dei lanci di missili balistici da teatro con testate nucleari, chimiche, biologiche o convenzionali. Il JTAGS è una specie di scudo protettivo tutt’altro che difensivo: grazie al controllo “preventivo” di ogni eventuale operazione missilistica “nemica”, il sistema rende ancora più praticabile il primo colpo nucleare, evitando o limitando (teoricamente) la ritorsione avversaria e dunque i pericoli della cosiddetta Mutua distruzione assicurata che sino ad ora ha impedito l’olocausto mondiale».
Per la Nato, o meglio, per i militari Usa, non c’è solo Sigonella, illustra Mazzeo: «Non c’è area addestrativa o poligono in Sicilia che non sia stato messo a disposizione dei reparti d’elite USA protagonisti delle peggiori nefandezze nei teatri di guerra internazionali. I Marines destinati a intervenire in Africa utilizzano periodicamente per esercitarsi una vasta area agricola nel Comune di Piazza Armerina. Ai reparti a stelle e strisce è stato concesso pure l’uso del poligono di Punta Bianca, a due passi dalla città di Agrigento, in una delle aree naturali e paesaggistiche più belle e più fragili dell’Isola, utilizzato stabilmente dalla Brigata Meccanizzata “Aosta” dell’Esercito italiano. Nella primavera 2019, i reparti statunitensi di stanza a Sigonella sono stati inoltre tra i protagonisti di un’imponente esercitazione che ha interessato buona parte della provincia di Trapani, comprese alcune aree di rilevante interesse naturalistico e lo scalo aereo di Birgi».
Per la lettura integrale dell’analisi di Antonio Mazzeo questo è il link.
*Il drone RQ-4A Global Hawk. Foto di US Air Force, tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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